Attualità

L’inesistenza del Ministero della Marina Mercantile è un grave problema italiano

Nell’Italia repubblicana il Ministero della Marina Mercantile venne istituito con un Decreto del Governo De Gasperi il 13 luglio 1946. Nel 1993, con la Legge n.537, il Ministero della Marina Mercantile venne accorpato al Ministero dei Trasporti, che divenne Ministero dei Trasporti e della Navigazione. Con la riforma Bassanini del 1999 abbiamo un ulteriore accorpamento con il Ministero dei Lavori Pubblici e nasce il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il secondo Governo Prodi creò due ministeri: il Ministero delle Infrastrutture e il Ministero dei Trasporti, nel 2008 ci sarà di nuovo un accorpamento dei due ministeri.

Per quanto riguarda la Storia della Marina Mercantile in Italia è doveroso ricordare che nel Regno delle due Sicilie il governo borbonico seppe creare una Marina Mercantile molto ben organizzata, era davvero una marineria all’avanguardia in Europa, sistemi portuali e cantieristica navale di grandissimi livelli, lavoro per migliaia e migliaia di persone. Era la terza flotta mercantile in Europa.

Altrettanto importante era la marineria mercantile dell’Impero Austro-ungarico.

Con la fine del Regno delle Due Sicile, caduta di Gaeta 15 febbraio 1861, l’Italia sabauda acquisì navi, porti, cantieri di grande prestigio nonché personale altamente preparato.

Per quanto riguarda l’importante marineria austriaca, essa fu ceduta agli Sloveni, ai Croati, ai Serbi, l’ultimo imperatore austriaco, Carlo I, cercò in questo modo di salvare l’Impero, ma non ci riuscì. Con il crollo dell’Impero, la città di Trieste, che aveva uno dei porti principali non solo nell’ambito dell’Impero Austro-ungarico, a ragione esso era considerato uno dei porti principali al mondo, venne annessa all’Italia. Per costruire il porto di New York ingegneri e tecnici americani vennero a Trieste per apprendere.

Pertanto l’Italia ereditò soprattutto dal Regno delle Due Sicilie e dall’Impero Austro-ungarico dei veri e propri preziosi tesori marinari, che avrebbero dovuto farla diventare una grande potenza per quanto riguardava innanzi tutto la Marina Mercantile, ma così non fu. Siamo lontani dal voler lodare un dittatore, ma va detto che la Marina Mercantile Italiana ebbe un grande rilancio con la politica di Mussolini, all’inizo della seconda guerra mondiale la nostra marineria mercantile era una delle più importanti del mondo.

La politica dell’Italia repubblicana non riuscì a programmare quelle brillanti iniziative, che avevano reso grande la Marina Mercantile tra le due guerre.

Tolto e/o accorpato il Ministero della Marina Mercantile nel 1993, c’è stato il ‘naufragio’ di tanti lavoratori del settore soprattutto a causa della Legge 30/98 e l’istituzione del famigerato doppio registro.

É molto interessante quanto è stato detto da Giovanni Lettich, Comandante dei piloti del Porto di Genova: ”All’Italia serve un Ministero della Marina Mercantile”.

Lettich è il pilota che ha diretto l’operazione di attracco della Concordia a Genova Voltri. Il Comandante ha ricordato che attualmente il 90% delle merci vengono trasportate via mare, e tutto fa pensare che nei prossimi quindici anni sarà necessario un raddoppio della flotta internazionale.

Ha aggiunto Lettich: ”Le stime parlano della necessità di trovare nel breve periodo quarantamila marittimi specializzati”.

Ha anche ricordato come oggigiorno sia molto complicato trovare lavoro per i marittimi italiani a causa delle penalizzanti norme sul doppio registro.

In Italia” ha affermato il Comandante “i marittimi incontrano maggiori ostacoli per lavorare rispetto agli stranieri a causa di interpretazioni punitive della normativa nazionale, ma se non si riconosce la specificità del nostro settore, non si può neanche proteggerlo. Per questo sentiamo il forte bisogno del ripristino del Ministero della Marina Mercantile, realtà esistente in altri Paesi”.

Da anni i marittimi italiani organizzano manifestazioni di protesta contro quella che chiamano “la Shoah dei marittimi italiani”, soprattutto i meridionali sono penalizzati, cercano di far conoscere la crisi terribile che ha colpito la gente di mare italiana, causata soprattutto dalla Legge 30/98, buona nelle intenzioni, ma in realtà attualmente questa Legge è davvero un problema.

La gente di mare evidenzia che, secondo le normative vigenti, se un marittimo non riesce a maturare i 36 mesi nell’arco di cinque anni, deve ridare l’esame di titolo (il decreto Bianchi del 30/11/2007 ha cancellato tutti i titoli), deve rifare tutti i corsi accessori STCW con una spesa notevole di 10.000 Euro, che può arrivare anche ai 15.000 Euro, e se va male … si perde tutto.

Purtroppo questa grave situazione italiana viene molto snobbata dai mezzi mediatici. Televisioni e giornali ne parlano troppo poco.

In buona sostanza i movimenti spontanei dei marittimi italiani desiderano che il doppio registro internazionale venga rispettato così come era stato istituito: assunzioni per il 75% degli italiani e un 25% di stranieri. Attualmente lavorano quasi prevalentemente gli stranieri con stipendi bassissimi. I marittimi italiani sono stanchi dei poteri forti internazionali, che pensano solo ai loro interessi.

Qualora il Ministero della Marina Mercantile non venisse ripristinato, sarebbe un grave autogoal per un Paese come l’Italia, speriamo che i poteri forti internazionali non abbiano posto dei limiti alla sovranità nazionale italiana, considerato quello che sta succedendo anche in altri settori, sorgono dei dubbi … .

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Pubblicato da
Daniela Asaro Romanoff

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