Il trend spopola anche sui social: solo su Instagram, infatti, si contano quasi 46 milioni di contenuti pubblicati con l’hashtag #livemusic
“La musica è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo”: con queste parole Platone definiva la musica in quanto arte fondata sul valore, la funzionalità e la concatenazione dei suoni. Non si tratta però solo di note e spartiti, ma anche di creatività e, allo stesso tempo, di emozioni. Queste ultime, però, raggiungono il massimo del loro splendore nel momento in cui gli appassionati hanno modo di ascoltare, vivere e danzare il loro genere preferito, ovvero in occasione di eventi live, i quali, secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Wudstok, risultano sempre più in crescita, generando una vera e propria “Live Music Fever”. Le prime conferme in merito giungono da un recente approfondimento strutturato da Linkedin: entrando più nel dettaglio, si prevede che il mercato globale degli eventi di musica dal vivo, dopo aver raggiunto quota 11 miliardi di euro nel corso del 2022, supererà i 17 miliardi entro il 2030 (+54%) con una crescita media annuale composta (CAGR) del 5% nei prossimi 6 anni. Ulteriori spunti in merito giungono da Business Insider, secondo cui la febbre da musica live, nel corso dell’anno corrente, coinvolgerà maggiormente Gen Z e Millennial.
Ma non è tutto perché la passione per la live music conquista anche i social: infatti, solo su Instagram si contano circa 46 milioni di contenuti pubblicati con l’hashtag #livemusic. Mentre su Tik Tok lo stesso tag vanta quasi 20 miliardi di view. E ancora, la musica dal vivo appassiona a tal punto da condizionare persino la scelta del locale in cui trascorrere la propria serata o un qualsiasi momento di convivialità insieme ad amici e famigliari. A questo proposito, ecco uno spunto offerto da Morning Advertiser: nel Regno Unito quasi 8 consumatori su 10 (78%) sono più propensi a visitare un pub o un bar se offre musica dal vivo. E in Italia? Stando a quanto indicato dalla FIPE, ovvero la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, l’87% dei consumer italiani apprezza la musica live.
Restando in ottica made in Italy e, soprattutto, musicale, emerge un nuovo ed innovativo progetto che propone esperienze “phygital”. Il project in questione si chiama Wudstok che, entrando più nello specifico, spicca in quanto prima piattaforma capace di promuovere l’intrattenimento dal vivo, e di conseguenza la live music, come fattore culturale, coinvolgendo locali ed artisti di tutta Italia. Ma non solo, la stessa digital platform, organizzando eventi per target specifici, si pone anche l’obiettivo di garantire a brand e aziende di primaria importanza vetrine di comunicazione strategiche sul territorio utili a conferire loro sia visibilità sia opportunità di networking, sostenendo così l’intera industria del live entertainment.
“Musica fa rima con passione perché, in quanto tale, riesce a far emergere la parte più bella dell’anima delle persone – afferma Matteo Mossini, ideatore e founder di Wudstok – A mio modo di vedere, però, la musica, in quanto passione, deve coinvolgere tutti, grandi e piccini, partendo da quei punti di ritrovo e locali in cui ha preso lentamente forma negli anni. Per questo motivo, abbiamo deciso di lanciare Wudstok che funziona esattamente come un social, ma fisico: infatti, utilizzando una piattaforma digital, siamo in grado di organizzare esperienze ed eventi dal vivo, singoli o multipli, contemporanei e non, con l’obiettivo di favorire socialità, convivialità ed inclusione.
Ci tengo, inoltre, a definire un punto che, per noi, risulta davvero di grande importanza: grazie a questo servizio, siamo in grado di fornire un supporto mirato ai locali di tutta Italia, generando a loro favore concrete opportunità di guadagnano visto che, una volta selezionato il target più funzionale per l’organizzazione dell’evento in sè, versiamo ai locali stessi dei contributi economici. E gli artisti? Di certo non restano indietro, infatti, ai loro occhi siamo visti come un moltiplicatore di opportunità, soprattutto, perché coinvolgiamo musicisti, dj e performer del Bel Paese di ogni livello e preparazione. E ancora, lo stesso service viene consigliato ad imprese che vogliono costruirsi momenti ad hoc per farsi conoscere, divulgare messaggi corporate e crescere a livello di brand awareness”.
Fanno seguito alle parole di Mossini ulteriori indicazioni da parte degli esperti di Wudstok in merito al presente e al futuro della live music. In primis, l’attenzione viene focalizzata proprio sulle digital platform e sulle tecnologie di ultima generazione che risulteranno fondamentali in ottica organizzazione e valutazione degli appuntamenti. Ma non solo, infatti, nel corso dell’anno corrente ci saranno sempre più eventi di nicchia: in questo modo sarà possibile coinvolgere target e tipologie di pubblico più specifici e mirati.
E, per concludere, non poteva mancare un rimando alla sostenibilità: a questo proposito, così come buona parte dei settori operativi, anche l’industria della musica dal vivo sta abbracciando la cosiddetta “green attitude” con l’obiettivo di ridurre la propria impronta ecologica. Come? Grazie ai progressi messi a terra in ottica risparmio energetico grazie ad amplificatori ad alta efficienza energetica, illuminazione a LED e fonti di energia rinnovabile.