Lo Stato Sociale, uscito l’album di Carota

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BOLOGNA – Lo Stato Sociale torna con una nuova, incredibile, sfida: 5 dischi per 5 artisti, uno per ogni componente della band. Un’operazione nata per spiegare la straordinaria attitudine che fa del collettivo bolognese una realtà unica nel suo genere, capace di dare spazio alle singole personalità e alle idee artistiche individuali: «solo noi potevamo farlo e lo abbiamo fatto, era quasi obbligatorio»

Dopo le esaltanti prove di Bebo e Checco, tocca a Carota compiere il giro di boa con le sue 5 tracce uscite il 12 febbraio per Garrincha Dischi/Island Record. “Sono andato ad esplorare i miei tanti lati caratteriali”: con questa dichiarazione d’intenti prende vita un lavoro variopinto sia per lo stile musicale – un ventaglio di generi che spazia dal trip hop al cantautorato – sia per i contenuti, legati a tematiche come il senso di inadeguatezza e quello di appartenenza, mantenendo saldo il focus sul valore della collettività per superare le difficoltà quotidiane.

Non esiste un vero e proprio fil rouge a legare i brani – «il collante alla fine sono io, la mia poetica, il mio linguaggio» – tuttavia la tracklist scorre raccontando diverse evoluzioni dell’amore: c’è un amore appena scoperto, cullato dentro un desiderio di protezione (“Il giorno dopo”), c’è un amore che crolla da un momento all’altro (“Mare di cartone”) e, ancora, c’è un amore vecchio e stanco che prova a rassicurarsi nonostante non sia necessario (“Una casa in pieno centro”).

In questa avventura Carota chiama a rapporto diversi amici, a partire da Willie Peyote, prezioso featuring nel brano “Il giorno dopo”: «il mio è un tipo di scrittura abbastanza fumosa, più poetica che prosaica, quindi ho voluto qualcuno che bilanciasse il tutto». Anche sul piano della produzione, eccetto su “Al sole dell’ultima spiaggia” in cui è lo stesso autore a dirigere in prima persona ogni dettaglio «come un topolino da biblioteca, come un amanuense chino sul suo tomo da quattrocento kg», ci sono altri stimati colleghi chiamati a raccolta.

Infatti su ben tre brani (“Il giorno dopo”, “Mare di cartone” e “Colorado”) Carota si avvale della collaborazione dei Mamakass (Coma Cose, Ghali, Malika Ayane, Galeffi, Raphael Gualazzi etc.), sodali con cui si instaura da subito un rapporto di complicità, in special modo per via della comune fascinazione verso certe pietre miliari nate in quel di Bristol a metà del ‘90. Il risultato è fedele alle intenzioni e riesce a condensare il desiderio di produrre musica popolare mantenendo salde le radici nella cultura underground.