“Low lights” è il primo singolo di Material Fields: l’intervista

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“Ogni percorso – commenta Lorenzo Pasini – necessita di un primo passo, di un’idea che per prima si accende e apre la strada alle successive”

Low lights“, uscito venerdì 25 febbraio 2022, è il singolo di debutto di Material Fields, il nuovo progetto solista di Lorenzo Pasini che ci presenta la sua nuova creatura: il brano tratta il tema del rapporto con la spiritualità e lo sviluppo personale, della sensazione costante di essere immersi in qualcosa che non si percepisce che un suggerimento. La musica tradisce l’amore per il progressive moderno e song-oriented di Steven Wilson e dei Porcupine Tree, filtrato dalla malinconia del rock anni ’90 e tinto delle atmosfere pop-rock contemporanee. Disponibile dal 25 febbraio sulle principali piattaforme streaming e store online.

Lorenzo Pasini ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Low lights” è il singolo di debutto del tuo progetto solista, di che cosa si tratta?

Il brano è nato durante il primo lockdown, in un momento in cui ho trovato il tempo e il momento giusto per scrivere e fissare alcuni stati d’animo che avevo in sospeso da un po’. E’ stato il primo brano del disco a prendere forma, quello che da un certo punto di vista ha aperto la fase creativa da cui sono nati tutti gli altri, quindi in qualche modo è stato naturale che fosse anche il primo a venire pubblicato.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

In realtà non sono certo di voler trasmettere qualcosa di specifico con questo brano, vorrei che ognuno si sentisse libero di ascoltarlo e trarne qualsiasi cosa gli susciti, qualsiasi emozione o suggestione. Detto questo, c’è chiaramente un po’ di malinconia, credo ce ne sia in ognuno dei brani di Material Fields che usciranno, per un motivo o per l’altro.

Che tipo di accoglienza ti aspetti?

Non è un brano tipicamente pop, e portare in Italia un pezzo in lingua inglese, da italiano, è sempre una scommessa, ma credo che molte persone possano relazionarsi personalmente con la canzone, sia da un punto di vista testuale che musicale.

Come nasce il tuo progetto solista?

Durante i mesi di pandemia mi sono messo a comporre e produrre, finché a un certo punto mi sono reso conto che  un gruppo di canzoni risultava piuttosto coerente, come se fosse stato scritto per uno specifico gruppo. Non avevo in essere nessun progetto che fosse adatto a pubblicare quella musica, e avendo scritto e prodotto autonomamente tutti i pezzi la scelta di farli uscire da solista è venuta da sé. Magari un giorno le cose cambieranno e Material Fields diventerà una band, con più mani a stendere i brani, ma per ora sento che funziona bene così.