Lo spettacolo “Tra le stelle di Fellini e i dischi degli Inti Illimani” sarà l’occasione per un’anteprima dell’omonimo album in uscita a fine anno
MANTOVA – Luca Bonaffini torna in concerto a Mantova martedì 9 agosto presso il Cortile di Palazzo San Sebastiano. Il concerto prevede editi storici come “Chiama piano”, “Scialle di Pavone”, “Mostra Mostar”, oltre alle nuove canzoni scritte dal cantautore in questi anni, nello show dal titolo “Tra le stelle di Fellini e i dischi degli Inti Illimani”, anteprima di un album che uscirà a fine anno con inediti ed anche canzoni già pubblicate.
I temi della serata scelti anche per il tour in partenza da gennaio 2017, spazieranno dall’autobiografismo ai diritti civili, dall’immigrazione alle guerre delle novecento, l’amore e le grandi canzoni del cantautorato italiano. Durante la serata uno spazio dedicato all’amico e collega Pierangelo Bertoli con un medley di grandi successi: “Eppure soffia”, “Pescatore”, “A muso duro…”.
Nonostante il suo lungo percorso, è sempre rimasto legato alla sua Città in cui è tornato più volte durante la sua carriera. In questo periodo in cui vediamo tante vittime scappare dal loro paese, cos’è che la lega alla sua Mantova?
“La mia tentata fuga (si fa per dire…) da Mantova risale al 1994, anno in cui sentii l’esigenza di staccare il cordone ombelicale da Bertoli e Co. Mi allontanai di poco, per respirare aria nuova, ma quell’aria era quella di Milano, quindi un po’ inquinata. La città globale, non ancora inter nautica, ma alle soglie del terzo millennio, non era quella immaginata da me negli anni 70. Una città inter-popolare e interculturale nel corso di una Europa tardiva e di una crisi politico ideologica uscita dalla cosi detta Prima Repubblica. Tornai meno di un anno dopo nella mia città natia, come il Leopardi da Roma a Recanati, con la coda tra le gambe. E scoprii che la mia fortuna sarebbe stata valorizzare le mia origini, la mia identità storica e la mia formazione musicale. Mantova è tutto questo per me. Un punto del Mondo che mi fa da riferimento”.
Ha sempre trattato tematiche sociali e politiche importanti, ci anticiperebbe quelle contenute nel nuovo album “Tra le Stelle di Fellini e i dischi degli Inti Illimani”?
“Del nuovo album ne parleremo quando uscirà. Posso dire che lo spettacolo del 9 agosto anticipa un paio di canzoni che includerò nel disco”.
Il titolo del nuovo album sembrerebbe un richiamo all’attività che ha svolto di produttore teatrale, è così?
“Non proprio. È la citazione di una frase del brano “L’oasi dei nannuferi” che, tra autobiografia e narrazione letteraria, canta il punto di vista della mia generazione, che ha scoperto la protesta e il cinema d’autore, dentro un novecento pieno di cose”.
Dopo anni di carriera insieme, e tanti tributi dopo la sua scomparsa, qual è il ricordo più emozionante che le ricorda il collega e artista Pierangelo Bertoli?
“Ce ne sono tantissimi. Ma quello più forte fu il disco d’oro ricevuto al Teatro Cristallo di Milano nel 1991, per “Chiama piano” e l’album “Oracoli” (disco fatto da noi due, a quattro mani)”.
Con la creazione di SRL C7 ART&MUSIC, nuova realtà per il mondo dello spettacolo, della comunicazione e della musica, cosa vorrebbe dire o augurare alle nuove proposte musicali che si affacciano giovanissimi ad un mondo che lei conosce bene?
“Di non mollare. Di non cedere ai corteggiamenti dei Masters della moda e di continuare a credere nel cambiamento. Le cose cambiano solo se noi vogliamo e cerchiamo di farlo. Dipende da noi”.