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Luci e ombre dell’essere donna in un mondo di uomini con le opere di Samina Jamshed (IE)

Nel mondo attuale la figura femminile ha assunto un ruolo importante e fondamentale a seguito delle lotte e delle conquiste avvenute a metà del Novecento; esistono tuttavia paesi in cui il suo ruolo è ancora secondario, in ombra rispetto a quello maschile, e far sentire la propria voce è ancora una strada da percorrere. L’artista di oggi desidera, attraverso le sue opere, mettere in primo piano quella voce, raccontandone le debolezze e le timidezze ma anche l’audacia e la necessità di naturalezza che spesso le viene negata.

Il Pakistan è un paese con un assetto piuttosto complesso, dove l’analfabetismo delle donne è ancora alto proprio per la convinzione del ruolo predominante e superiore dell’uomo sebbene vi siano associazioni internazionali e personaggi femminili di grande forza che stanno tentando con ogni mezzo di cambiare quella realtà ormai decisamente anacronistica. Samina Jamshed appartiene a quel gruppo ristretto di privilegiate che hanno potuto completare gli studi superiori, nel suo caso specifico quelli artistici terminati con la laurea in Belle Arti presso l’università di Lahore seguita da numerosi corsi di perfezionamento in varie discipline a Islamabad. Il suo stile pittorico è fortemente espressionista, sia per la scelta della gamma cromatica che per la tendenza a far prevalere l’impatto emotivo su quello estetico, ma anche vicino a un Simbolismo in qualche modo necessario a sussurrare, piuttosto che a gridare, ciò che ha bisogno di esprimere senza per questo trovare opposizione in merito alla possibilità che le sue opere possano essere fruite dal pubblico. Entrambi i movimenti pittorici hanno, con modalità e tempi differenti, dato testimonianza di quanto vi fosse oltre l’immagine, oltre la rappresentazione della realtà oggettiva, e quanto di inespresso nella pittura classica potesse invece essere fortemente rivelato sconvolgendone i canoni tradizionali. Il Simbolismo già a fine Ottocento fu un modo per distaccarsi dalla pura forma per riappropriarsi della visione soggettiva di una realtà che in precedenza appariva algida, distante da quel mondo interiore che invece doveva appartenere all’artista. Raccontare la spiritualità all’interno del visibile fu l’imperativo di quel movimento che, di fatto, gettò le basi per il successivo Espressionismo a cui aderirono molti pittori interiormente irrequieti che, proprio in virtù della loro incisiva espressività, hanno segnato un’epoca: Munch, Schiele, Gauguin, Van Gogh. I colori aggressivi, forti, altisonanti dell’Espressionismo divenivano note principali delle inquietudini, dei timori o delle emozioni esaltanti dei maggiori rappresentanti di questa corrente, e imprescindibili per manifestare un mondo interiore che non voleva essere trattenuto a costo di fuoriuscire, in alcuni casi, in modo impetuoso e aggressivo dalla tela.

1 e Moods of Eve

Samina Jamshed si avvicina a questo stile per manifestare le sue idee sul mondo femminile e per permettere, interpretandone l’essenza, alle tante donne del suo paese di avere una voce, di poter esprimere quelle sensazioni che nella quotidianità sono costrette a lasciare dentro se stesse, quel desiderio di far sentire la propria presenza senza l’eccesso del grido ma con la determinazione di sapere quanto il loro ruolo conti anche in una società che tende a volerlo sottovalutare. Proprio per questo la Jamshed desidera dar loro il diritto di raccontarsi, di svelare e manifestare stati d’animo e umori, perplessità e mortificazione davanti al silenzio dietro cui devo celarsi.

2 h Moods of Eve

Il ciclo Moods of Eve (Stati d’animo di Eva) narra la gamma di emozioni che l’artista legge negli sguardi delle donne che incontra, e nelle sue opere appare costante un velo di malinconia, una sottile tristezza per la coscienza di essere inascoltate, di non poter esteriorizzare ciò che la loro sensibilità vive e prova a causa di quel sentirsi messe in disparte da un mondo maschile che preferisce guardare oltre piuttosto che accogliere le loro richieste silenziose.

3 i Moods of Eve

Nasconde quei volti dietro atmosfere rarefatte Samina Jamshed, come se fossero velate da una nebbia da cui è ancora difficile uscire, eppure le rende intense, forti, orgogliose, dignitose e resilienti nella loro volontà di essere in grado di cambiare una realtà oggettivamente immobile ma con la lungimiranza e la speranza che seppur lentamente qualcosa possa invece muoversi.

4 a Images of Soul
5 c Images of Soul

Nella serie Images of Soul (Immagini dell’anima) la Jamshed osa molto di più, descrive la nudità femminile, laddove nel suo paese non può essere accettata, che diviene metafora del doversi spogliare di regole e principi completamente al di fuori di un tempo in corsa verso un’altra direzione; le figure rappresentate sono celate dietro colori intensi ma sfumati, i loro contorni e dettagli che renderebbero le opere troppo esplicite, dissimulati dietro una coltre nebbiosa da cui emergono in modo discreto le ombre della loro essenza, sottovoce proprio per affermare con resilienza la propria volontà, la propria esigenza di libertà senza per questo essere eccessive o impositive.

6 d Images of Soul

Non solo, le note che vibrano sono anche quelle del bisogno di comunicare un’interiorità sfaccettata, delicata ma forte, che troppo spesso viene soffocata, messa in silenzio e non manifestata, ferita a volte, ma sempre presente e pronta a fuoriuscire non appena le viene data la possibilità di esprimersi.

7 Shadows (Ombre)

Nei disegni, in cui si avvicina all’Espressionismo di Egon Schiele, Samina Jamshed si concede una maggiore audacia, tratteggia con il carboncino corpi di donna nudi, quasi in posa senza timore di mostrare le imperfezioni, le fragilità che da quei gesti naturali emergono, immagini senza tempo e senza luogo, icone, con quella esplicita fisicità, di un canone di bellezza classico e immortalato da secoli e per questo innocente e al di là del senso peccaminoso con cui in alcune società viene interpretato. Nel corso della sua lunga carriera Samina Jamshed ha partecipato a molte mostre collettive e personali in India, ha vinto il Primo premio per Pittura a olio al S. S. Hyder Award di Peshawar e il Primo premio per Scultura sempre allo stesso evento, e infine il Primo premio per Arte Creativa al Viqar-Un-Nisa College di Rawalpindi. Attualmente tiene corsi di Arte e Scultura e collabora con la Commissione Internazionale per i migranti cattolici in qualità di Coordinatrice del progetto GBV e CBP.

SAMINA JAMSHED-CONTATTI
Email: sameenajamshed1@gmail.com
Sito web: https://www.facebook.com/samina.jamshed.794

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Pubblicato da
Marta Lock

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