L’Università Roma Tre presenta “Il Pellicano” opera di August Strindberg

191

Lo spettacolo va in scena dal 21 al 26 febbraio, regia di Walter Pagliaro con Micaela Esdra, Fabrizio Amicucci e Luisa Novorio

Il Pellicano

ROMA – Per rendere omaggio ad August Strindberg, l’Università Roma Tre, Piazza Bartolomeo Romano 8, Roma, ha invitato il regista Walter Pagliaro a presentare la sua nuova versione de “Il Pellicano”, con Micaela Esdra, Fabrizio Amicucci e Luisa Novorio, che sarà in scena dal 21 al 26 febbraio al Teatro Palladium della stessa Università.

In occasione della rappresentazione giovedì 23 Febbraio, alle ore 17.30 avrà luogo nella stessa sede una tavola rotonda dal titolo August Strindberg: “Il Pellicano”.

Interpretazioni e Prospettive che vedrà partecipare oltre a Pagliaro, che parlerà in dettaglio di questo nuovo allestimento, anche Franco Perrelli (Università degli Studi di Torino), autore della nuova traduzione che va in scena, Francesco Fiorentino (Università Roma Tre) e Bruno Berni (Istituto Italiano di Studi Germanici), studiosi ed esperti della materia. All’incontro, introdotto e coordinato da Francesca Cantù (Università Roma Tre), interverrà anche Giuseppe Leonelli, Presidente della Fondazione Roma Tre Teatro Palladium.

August Strindberg (1849-1912)

Autore di un’articolata produzione autobiografica e d’importanti romanzi e racconti, la sua fama è affidata soprattutto al teatro. La sua attività culminò nella fondazione dell’Intima Teatern, un teatro da camera dove presentò opere tra le sue più alte e inquietanti: “Temporale”, “La casa bruciata”, “La sonata dei fantasmi”, “Il pellicano”. Considerato “padre” dell’espressionismo, aperto a richiami simbolistici, Strindberg ha influenzato l’avanguardia novecentesca e ha avuto sul piano critico e su quello della prassi scenica un vasto rilancio in epoca moderna. La sua innovatrice concezione strutturale del testo e il suo irrazionalismo visionario e angoscioso hanno suscitato profonda e ampia suggestione.

“Il Pellicano”:

Dramma da camera: scritto nel 1907, è la quarta composizione per l’ “Intima teatern” di Stoccolma dove venne rappresentato per la prima volta. Il simbolo del pellicano, l’animale che pur di nutrire i suoi figli, si priverebbe del proprio sangue, è usato con tecnica antifrastica, per raccontare la natura di una madre che invece beve il sangue dei suoi figli, come un vampiro.

Il dramma, di eccezionale forza e bellezza, rimanda continuamente a miti famosi: Medea che ammazza i suoi figli e soprattutto Amleto. I quattro personaggi sono gli stessi che si scontrano nella tragedia di Shakespeare: la madre (la regina Gertrude/ Elisa), il figlio (Amleto/ Friedrick), la figlia (Ofelia/ Gerda), e il genero (re Claudio/ Axel), senza dimenticare il fantasma del padre di Amleto, identificato in quella sedia a dondolo che ogni tanto oscilla, come per magia.

Walter Pagliaro

Dopo il diploma come regista all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e dopo la laurea in Architettura all’Università di Firenze, inizia la sua lunga e importante carriera come assistente di Giorgio Strehler. In seguito, è per anni tra i registi di punta del Piccolo Teatro di Milano, dove, grazie alle sue raffinate messinscene, si afferma come uno dei più sofisticati e originali artisti del teatro italiano. Come regista ha diretto importanti rappresentazioni di autori classici e moderni al Teatro Stabile di Genova, Teatro greco di Siracusa, Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile dell’Umbria, tra i molti teatri che lo hanno visto protagonista. Ha un’interessante carriera artistica anche come regista d’opera. Da molti anni è impegnato come docente in molte scuole di teatro in Italia e all’estero.

INFO: teatropalladium.uniroma3.it