L’universo immaginario di Paolo Solei, tra pesci e altri animali per guardare la vita con ironia sorridente

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pesce ovale paolo solei

Spesso il delicato mondo interiore dell’artista si manifesta sulla tela per comprendere se stesso, le proprie emozioni e quelle di tutto ciò che lo circonda, scendendo nelle profondità, interrogandosi su concetti universali ma anche sulle complicazioni di un vivere contemporaneo che corre a una velocità differente da quella interiore. In alcuni casi però la capacità di trovare, nell’esistenza e di conseguenza nella manifestazione artistica, la capacità di sorridere e di guardare ogni cosa attraverso il filtro dell’ironia, della fiaba e dell’irreale, diviene segno distintivo di una produzione che si discosta dalle piste più battute per dare vita a uno stile decisamente originale. È questo il caso dell’artista di cui vi parlerò oggi.

Nell’epoca di stravolgimento artistico che si delineò già a fine Ottocento e che continuò per tutta la prima metà del Ventesimo secolo, sorsero movimenti che costituirono un importante spunto e base di partenza per un’evoluzione successiva tesa a consolidare e confermare le linee guida che caratterizzavano le correnti d’origine. In particolare il distacco dalle regole classiche del colore, del chiaroscuro, della profondità e della prospettiva fu comune a tutti quegli artisti che volevano rimanere ancorati alla figurazione pur rivisitandola sulla base del sentire interiore e trasformandola in una proiezione delle emozioni e sensazioni. I Fauves per primi sottolinearono l’importanza del colore funzionale a imprimere su tela tutto ciò che apparteneva al mondo intimo dell’artista davanti al quale l’aderenza alla realtà osservata passava in secondo piano, così come le immagini riprodotte non dovevano rispondere a un gusto estetico che davanti al turbinio delle emozioni era trascurabile. Da quella base ancora solo teorica si sviluppò l’Espressionismo ma anche, in maniera minore perché la sua diffusione è stata inferiore rispetto al coevo movimento, l’Arte Naif in cui si annullava completamente la prospettiva così come ogni regola accademica proprio perché era praticata e seguita da artisti che non avevano una formazione specifica a causa delle origini spesso molto umili. Il primo tra i rappresentanti di questo stile pittorico fu Henri Matisse da cui poi la corrente artistica si modificò e trasformò in base al paese di appartenenza dei creativi che scelsero di aderirvi. L’innocenza, il candore, la semplicità delle scene riprodotte resero grandi artisti come Antonio Ligabue, che manifestava anche la sua inquietudine di base in quelle opere ingenue, e grandi artisti d’oltreoceano, in particolar modo latinoamericani, i quali ne trasformarono le caratteristiche principali diffuse in Europa e le regole espressive rendendo questo stile apprezzato e acclamato in tutto il mondo. Da Fernando Botero a Frida Khalo, che è considerata un punto di unione tra Naif e Surrealismo, il movimento conduce l’osservatore verso un mondo sognante, a tratti fanciullesco e in altri casi irreale, che riesce a mostrargli un punto di vista differente sulle cose e sull’esistenza. Il toscano Paolo Solei, architetto, disegnatore, illustratore, artigiano e designer di oggetti d’arredamento in legno, svela il suo approccio curioso, allegro e sorridente nei confronti della vita, quella capacità di ironizzare e di sdrammatizzare che traspare da ognuna delle sue opere.

gallo paolo solei
1 Gallo

Allo stile chiaramente Naif nella scelta di rappresentare scene di vita quotidiana, comune, nell’amore la natura e gli animali che rende assoluti protagonisti sostituendoli all’uomo, nella gamma cromatica vivace e intensa, alla mancanza della terza dimensione, associa la decontestualizzazione di oggetti e di soggetti e le atmosfere irreali, quasi come appartenenti al sogno, all’immaginario, tipiche del Surrealismo.

rino favola paolo solei
2 Favola Rino

I colori vitali e allegri conducono l’osservatore nel mondo fantastico di Solei, dove la presenza costante di animali sembra rendere quasi superflua la figura umana, come se in qualche modo l’artista volesse suggerire che a volte l’innocenza e la spontaneità istintiva sono la chiave per un’esistenza meno complicata, più leggera, più serena, più candida.

interno paolo solei
3 Interno

Attinge alla quotidianità e alle sue passioni per dare vita alle opere rigorosamente su legno Paolo Solei, raccontando gli interni delle case della sua amata Toscana e i ricordi dei suoi viaggi in America Latina, da cui si lascia ispirare per le tonalità intense e solari, per la rappresentazione del sole comune a molti suoi dipinti e per la capacità di apprezzare le piccole e semplici cose quotidiane. Narra la vita degli acquari e delle creature che li abitano, i pesci, a cui dedica molti dipinti, abitualmente spostandoli dalla loro collocazione naturale, cioè l’acqua, per idealizzarne l’immagine silenziosa e calma.

minareto paolo solei
4 Minareto
pesci e uccelli paolo solei
5 Pesci e uccelli

Nel lavoro Minareto, sostituisce il sole con un pesce che pone nel cielo per illuminare tutto ciò che vi è sotto, ammiccante e serafico, quasi allietato da tutto ciò che vede; in Pesci e uccelli la composizione finale dà vita a una scena fiabesca e divertente nella quale lo sguardo si perde per individuare le une e le altre figure ironicamente tenute insieme da un sottile filo. Traspare da quest’opera quasi un’impronta allegorica di Solei, in cui svela il suo punto di vista sull’esistenza contemporanea, quell’essere diversi eppure in qualche modo tutti collegati e uniti in un vivere complesso ma al tempo stesso semplificabile, proprio in virtù della capacità di sorridere di noi stessi e con gli altri.

goamade paolo solei
6 Goamade

Quando però non mette in primo piano gli animali l’artista narra l’essere umano sotto forma di maschera, come se fosse un volto senza anima, troppo spesso distante dalla natura che lo accoglie e in cui si trova a vivere; in Goamade incombe silenzioso e cangiante, molteplice nelle sue espressioni affidate a volti bianchi sospesi senza corpo, a vigilare sulla realtà che ha costruito, come se in quella si riconoscesse, si sentisse rassicurato da una solidità che di fatto non appartiene alla sua natura effimera.

re alla mano paolo solei
7 Re alla mano

In Re alla mano Solei gioca con le parole e con le immagini, confermando il suo approccio giocoso nei confronti dell’arte che deve essere un modo per astrarsi dalla quotidianità e lasciarsi trasportare dalla fiaba, dall’evasione e dalla necessità di uno sguardo più lieve, più frivolo quasi, nei confronti di tutto ciò che accade intorno; anche in quest’opera l’artista rinuncia a raffigurare l’uomo forse perché in fondo la capacità di prendersi meno sul serio e di sdrammatizzare non è una qualità comune, non appartiene a molti che, come lui, ne conoscono bene le risorse e i vantaggi. Nel corso della sua eclettica e lunga carriera Paolo Solei ha partecipato a molte mostre collettive in Italia e all’estero, ha all’attivo altrettante personali a Firenze, Milano, Monaco di Baviera, altre località minori della Toscana e ha illustrato fiabe per bambini.

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