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I luoghi dell’anima di Anna Notarantonio, quando il paesaggio perde i confini con la realtà ed entra nell’immaginario dell’Espressionismo

La contemplazione della natura e di tutto ciò che circonda l’essere umano nella sua quotidianità esercita da sempre un fascino speciale negli artisti, in virtù della loro sensibilità e della capacità di porsi in posizione di ascolto di quelle energie che appartengono all’esterno e che inevitabilmente si manifestano, seppur non in maniera evidente e tangibile; il percorso di approfondimento verso la connessione che esiste tra l’uomo e l’ambiente che lo ospita genera un tipo di riflessione che presuppone la tendenza a perdersi dentro i paesaggi, lasciando vagare lo sguardo che cattura e poi reinterpreta il visibile secondo lo stile pittorico scelto da ogni singolo autore.

La protagonista di oggi oltrepassa la realtà osservabile con gli occhi per dare una versione lirica, poetica e fortemente emozionale di panorami che appartengono a nessun luogo come a qualunque, perché si fondono con le corde interiori legate al sogno, all’immaginario, alle sensazioni.

I primi decenni dell’Ottocento furono contraddistinti dal desiderio da parte degli artisti di uscire dai confini del ritratto e dell’arte religiosa per andare a esplorare ambiti in cui l’essere umano entrava in profonda connessione con se stesso nel momento in cui andava a confrontarsi con la natura e con la sua forza che poteva manifestarsi con fenomeni anche distruttivi, facendo così emergere il tema dell’esiguità dell’individuo di fronte alla maestosità e alla potenza di un mondo che potesse indurre a riflettere sul rapporto profondo con tutto quell’infinito dentro cui l’uomo si trova a vivere per un breve tratto.

Questa attitudine pittorica prese il nome di Romanticismo e assunse connotazioni diverse sulla base della nazione di appartenenza degli autori; laddove nei tedeschi, che ebbero tra i maggiori interpreti Caspar David Friedrich, l’uomo era presente come co-protagonista delle opere, gli inglesi invece si concentrarono prevalentemente sull’effetto suggestivo degli elementi naturali, come nel sublime di William Turner dove la presenza umana è solo accennata in piccoli dettagli proprio per sottolineare la maestosità delle mareggiate e dei temporali rappresentati, oppure nella serenità delle scene della campagna inglese di John Constable, in cui l’uomo è inserito nel contesto e ritratto nella sua quotidianità. Fu però Turner a scoprire un nuovo modo di rappresentare la luce, la natura, dissolvendo i dettagli per dar vita ad atmosfere rarefatte eppure di grande impatto emotivo; qualche decennio dopo gli impressionisti attinsero esattamente alla ricerca del maestro inglese per elaborare le loro innovazioni pittoriche che li condussero a esaltare e a enfatizzare le sue caratteristiche espressive.

I paesaggi di Claude Monet, di Alfred Sisley, di Camille Pisarro e di Joaquin Sorolla, erano tutti avvolti da una luce intensa e soffusa che trasformava ogni luogo in qualcosa in grado di andare oltre, di scendere in profondità e di far vibrare le corde più intime dell’osservatore; ciò che fu chiaro a partire da Turner per poi finire all’Impressionismo, al Divisionismo e persino all’Espressionismo, fu che il paesaggio aveva raggiunto un altro livello, era entrato di diritto nella grande pittura, raggiungendo l’importanza dei ritratti e delle nature morte o delle rappresentazioni religiose che fino al Diciannovesimo secolo erano considerati di maggiore importanza.

Quando il Novecento giunse con i suoi venti di ribellione nei confronti dell’arte tradizionale e figurativa, seguendo ed estremizzando il percorso iniziato con l’Espressionismo, si andò a perdere il contatto con la realtà osservata privilegiando una non forma che doveva consentire inizialmente alla mente e alla logica, ma poi anche all’emozione, di essere predominante su qualsiasi riferimento familiare e riscontrabile nella contingenza; l’Espressionismo Astratto raccolse l’invito all’emozionalità introducendo la sensazione e la soggettività dell’autore all’interno di opere a volte completamente prive di un senso riconoscibile, altre invece evocanti panorami contemplativi e suggestivi frutto del filtro del sentire dell’artista.

1 Paesaggio 1 – acrilico su cartone telato, 15x20cm

La pittrice romana Anna Notarantonio nella sua nuova produzione rompe a sua volta gli schemi scegliendo il paesaggio come punto di ispirazione, dove la luce è intensa e dominante, sfumata esattamente come nelle tele di Turner e di Sorolla, ma la sua pennellata non è frastagliata bensì si distende ampia e sfumata quasi a voler imprimere le sensazioni che si sovrappongono, ricordo dopo ricordo, evocazione dopo evocazione, lasciandosi travolgere dall’impulso poetico di poter volare sopra la realtà per spingersi verso un mondo ideale dove la voce è lasciata alle tonalità morbide e avvolgenti; dunque l’aspetto finale delle opere è un Espressionismo paesaggistico non lontano da quello stile a suo tempo innovativo che aveva caratterizzato l’artista romano del Novecento Paolo Salvati.

2 Mare rosso – tecnica mista su tela, 100x100cm

La gamma cromatica diviene pertanto irreale, i colori si accordano al sentire interiore che fuoriesce dal ricordo delle emozioni provate davanti a un panorama naturale e che inducono l’osservatore a lasciar vagare lo sguardo quasi a tentare di riconoscere i luoghi raccontati per poi lasciarsi semplicemente andare alla morbida avvolgenza di scene in cui in fondo non è poi così importante cercare riferimenti logici e razionali perché ciò che conta è il vibrare di quelle corde che si muovono al ritmo poetico evocato da Anna Notarantonio.

3 Paesaggio 2 – acrilico su cartone telato, 15x20cm

Così l’Espressionismo tende verso l’Astrattismo, quasi a voler sottolineare quanto poco sia richiesto l’intervento della realtà all’interno di quel mondo ideale e delicato che si racconta attraverso confini sfumati tra terra e cielo, tra mare e luminosità intensa del sole, tra sensazioni immaginarie e percezioni più concrete in cui l’occhio riconosce elementi senza riuscire a ricollegarli a qualcosa di familiare o, al contrario si perde dentro la possibilità che siano la somma di molti posti che potrebbero essere qui e ora oppure in qualsiasi altro luogo del presente e del passato.

4 Bassa marea – tecnica mista su tela, 80x80cm

Bassa marea è forse l’opera meno astratta, quella in cui Anna Notarantonio guida il fruitore all’interno del suo universo poetico, come se il riferimento con una realtà possibile fosse il preludio all’approfondimento di molte altre tele in cui l’Espressionismo si enfatizza e mostra tutto il suo lato emozionale e completamente irrazionale; qui invece la gamma cromatica è riconoscibile, sembra appartenere a una delle tante spiagge del nostro paese in cui la presenza dell’uomo non ha invaso il panorama, lasciando che la natura esprima la sua bellezza al meglio. Il dipinto infonde una sensazione di pace, di ordine sereno e disteso proprio in virtù della calma che quel mare indietreggiato evoca, come se volesse lasciare spazio a una terra che troppo spesso lambisce anche in maniera violenta.

5 Riflessi – olio su tela, 80x80cm

L’opera Riflessi invece tende verso una maggiore decontestualizzazione, verso un abbandono della forma che tuttavia ancora si intravede in particolar modo nei confini tra le variazioni di colore che qui appare totalmente irreale perché appartenente a quell’anima con cui Anna Notarantonio non può fare a meno di mettersi in comunicazione; il sogno, la vitalità e l’introspezione positiva fuoriescono in maniera decisa eppure morbida dalla tela, come se l’artista volesse sottolineare l’importanza di un’attitudine al sogno in grado di rendere la vita molto più piacevole e piena di spunti. Le tonalità si sviluppano sulla gamma dei rosa, degli azzurri, dei gialli, andando a stimolare quelle emozioni che permettono di aprirsi all’immaginazione e al desiderio utopico di poter appartenere a quell’atmosfera invitante e soave.

6 Spiaggia rossa – tecnica mista su tela, 100x80cm

In Spiaggia rossa invece Anna Notarantonio sottolinea la forza, l’energia, che la terra deve impiegare per resistere all’impetuosità del mare e alla travolgenza dell’acqua, quasi volesse suggerire quanto la resilienza sia fondamentale in un’esistenza contemporanea dove tutto sembra sopraggiungere per destabilizzare un individuo ormai incapace di trovare appigli e riferimenti; attraverso la comunicatività del rosso l’artista invita a trovare dentro il proprio sé quel coraggio per affrontare le piccole e grandi mareggiate che sopraggiungono nel corso della vita, che giorno dopo giorno mettono alla prova e da cui si può scegliere di lasciarsi sopraffare oppure di imparare a ballare su un mondo instabile che però costituirà sempre la base sulla quale tenersi in piedi o rialzarsi dopo essere stati travolti dalle circostanze.

7 Cromatismi floreali – acrilico su tela, 40x40cm

Anche quando si distacca dal paesaggio ed entra nello spazio della natura morta, Anna Notarantonio non riesce ad allontanarsi troppo dalle sfumature che sono fondamentali per infondere la sensazione di impalpabilità delle atmosfere narrate, decontestualizzando di fatto tutto ciò che circonda il centro della tela, come nell’opera Cromatismi floreali che coinvolge l’osservatore esattamente in virtù della vitalità che i fiori con i loro colori intensi e vivaci riescono a infondere. Anna Notarantonio è socia ed espone con le principali associazioni laziali di arte su strada, come l’Associazione Cento Pittori di via Margutta, con cui ha esposto in diverse edizioni come ospite e diventandone socia nel 2024, il Circolo Artistico Lorenzo Viani di Ostia, l’Associazione Art Studio Tre e l’Associazione Escidicasa; nel mese di maggio 2017 ha ricevuto il premio onorifico della giuria popolare ottenuto in occasione della V° edizione premio 2017 Le Tre Signorie Di Calcata.

ANNA NOTARANTONIO-CONTATTI

Email: notarantonio.anna@libero.it

Facebook: www.facebook.com/anna.notarantonio.7

Instagram: www.instagram.com/notarantonioanna/

Anna Notarantonio’s places of the soul, when the landscape loses its boundaries with reality and enters the imagination of Expressionism

The contemplation of nature and everything that surrounds human beings in their daily lives has always exerted a special fascination in artists, by virtue of their sensitivity and ability to place themselves in a position of listening to those energies that belong to the outside world and that inevitably manifest themselves, even if not in an evident and tangible manner; the path of exploration towards the connection that exists between man and the environment that hosts him generates a type of reflection that presupposes a tendency to lose oneself within the landscapes, letting the gaze wander that captures and then reinterprets the visible according to the pictorial style chosen by each individual author. Today’s protagonist goes beyond the reality observable with the eyes to give a lyrical, poetic and strongly emotional version of landscapes that belong to no place as to any place, because they merge with the inner chords linked to dreams, imagination and sensations.

The first decades of the 19th century were marked by a desire on the part of artists to break out of the confines of portraiture and religious art to explore areas in which the human being came into profound connection with himself when confronted with nature and its power that could manifest itself in even destructive phenomena, thus bringing out the theme of the meagreness of the individual in the face of the majesty and power of a world that could lead to reflect on the profound relationship with all that infinity within which man finds himself living for a short time.

This pictorial attitude took on the name of Romanticism and assumed different connotations depending on the nation to which the authors belonged; while the Germans, whose greatest exponents were Caspar David Friedrich, saw man as the co-protagonist of their works, the English focused mainly on the evocative effect of the natural elements, as in William Turner‘s sublime, where the human presence is only hinted at in small details to emphasise the majesty of the sea storms and thunderstorms depicted, or in the serenity of John Constable‘s English countryside scenes, where man is set in context and portrayed in his everyday life. It was Turner, however, who discovered a new way of representing light and nature, dissolving details to create rarefied atmospheres of great emotional impact; a few decades later, the Impressionists drew precisely on the English master’s research to elaborate their pictorial innovations that led them to enhance and emphasise its expressive characteristics.

The landscapes of Claude Monet, Alfred Sisley, Camille Pisarro and Joaquin Sorolla, were all enveloped in an intense, suffused light that transformed each place into something capable of going beyond, descending into the depths and vibrating the most intimate chords of the observer; what was clear from Turner onwards to Impressionism, Divisionism and even Expressionism, was that the landscape had reached another level, had entered great painting by right, achieving the importance of portraits and still lifes or religious representations that until the 19th century were considered of greater importance. When the 20th century arrived with its winds of rebellion against traditional and figurative art, following and taking to extremes the path begun with Expressionism, contact with observed reality was lost, privileging a non-form that was to allow initially the mind and logic, but later also emotion, to be predominant over any familiar and contingent reference; Abstract Expressionism took up the invitation to emotionality by introducing the sensation and subjectivity of the author within works sometimes completely devoid of a recognisable sense, others instead evoke contemplative and evocative landscapes resulting from the filter of the artist’s feeling.

The Roman painter Anna Notarantonio in her new production also breaks the mould by choosing the landscape as her point of inspiration, where the light is intense and dominant, shaded exactly as in the paintings of Turner and Sorolla, but her brushstroke is not jagged but rather spreads out wide and nuanced as if to imprint the sensations that overlap, memory after memory, evocation after evocation, letting be overwhelmed by the poetic impulse to fly above reality and push towards an ideal world where the voice is left to the soft, enveloping tones; thus the final aspect of the artworks is a landscape Expressionism not far from the innovative style that characterised the 20th century Roman artist Paolo Salvati. The chromatic range therefore becomes unreal, the colours are in tune with the inner feeling that emerges from the memory of the emotions felt in front of a natural panorama and that induce the observer to let his gaze wander as if trying to recognise the places narrated and then simply letting go to the soft envelopment of scenes in which, after all, it is not so important to look for logical and rational references because what counts is the vibrating of those chords that move to the poetic rhythm evoked by Anna Notarantonio.

Thus, Expressionism tends towards Abstractionism, almost as if to emphasise how little the intervention of reality is required within that ideal and delicate world that is told through blurred boundaries between earth and sky, between sea and intense sunlight, between imaginary sensations and more concrete perceptions in which the eye recognises elements without being able to link them to something familiar or, on the contrary, is lost in the possibility that they are the sum of many places that could be here and now or anywhere else in the present and the past. Bassa marea (Low Tide) is perhaps the least abstract work, the one in which Anna Notarantonio guides the viewer inside her poetic universe, as if the reference with a possible reality were the prelude to the deepening of many other canvases in which Expressionism is emphasised and shows all its emotional and completely irrational side; here, however, the chromatic range is recognisable, it seems to belong to one of the many beaches in our country where the presence of man has not invaded the landscape, allowing nature express its beauty at its best.

The painting instils a feeling of peace, of serene and relaxed order precisely by virtue of the calmness that the receding sea evokes, as if it wanted to make way for an earth that too often lapses into violence. The painting Riflessi (Reflexes), on the other hand, tends towards a greater decontextualisation, towards an abandonment of form that can still be glimpsed, however, particularly in the boundaries between the colour variations that here appear totally unreal because they belong to that soul with which Anna Notarantonio cannot help but communicate; the dream, vitality and positive introspection emerge decisively yet softly from the canvas, as if the artist wanted to emphasise the importance of a dream attitude that can make life much more pleasant and full of cues. The tones are developed in the range of pinks, blues and yellows, stimulating those emotions that allow to open up to the imagination and the utopian desire to belong to that inviting and suave atmosphere. In Spiaggia rossa (Red Beach), Anna Notarantonio emphasises the strength, the energy that the earth must employ to resist the impetuousness of the sea and the overwhelming force of water, almost as if to suggest how resilience is fundamental in a contemporary existence where everything seems to come along to destabilise an individual now unable to find footholds and references; through the communicativeness of red, the artist invites us to find within ourselves the courage to face the small and large storms that come in the course of life, which day after day put us to the test and from which is possibile to choose to let be knowk out or to learn to dance on an unstable world that will always constitute the basis on which to stand or get back up after being overwhelmed by circumstances.

Even when she detaches herself from the landscape and enters the space of still life, Anna Notarantonio does not manage to distance herself too much from the nuances that are fundamental to instil the feeling of impalpability in the narrated atmospheres, in fact decontextualising everything that surrounds the centre of the canvas, as in the work Cromatismi floreali (Floral Chromatisms), which involves the observer precisely by virtue of the vitality that the flowers with their intense and vivid colours manage to instil. Anna Notarantonio is a member of and exhibits with the main Latium street art associations, such as the Associazione Cento Pittori di via Margutta, with which she has exhibited in several editions as a guest and became a member in 2024, the Lorenzo Viani Artistic Circle of Ostia, the Art Studio Tre Association and the Escidicasa Association; in May 2017, he received the popular jury’s honorary award at the 5th edition of the 2017 Le Tre Signorie Di Calcata Prize.

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Pubblicato da
Marta Lock

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