M5S, Toninelli: “Giuseppe Conte vuole un partito in cui un capo decide”

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ROMA – “Giuseppe Conte vuole un partito in cui un capo decide. La democrazia diretta degli iscritti non conta più nulla e i politici possono fare una carriera politica a vita. Questo non è il Movimento 5 Stelle”. Lo ha affermato l’ex ministro dei trasporti, Danilo Toninelli, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” (Radio 1 Rai), condotta da Marcello Foa e dedicata al tema “Polvere di… (5) stelle?”.

“Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio erano i leader compatti del movimento, ma in un momento storico diverso e comunque si affidavano alla democrazia diretta, alla rete degli iscritti e se facevano accordi”, ha ricordato lo storico esponente del Movimento 5 Stelle, “Noi eravamo un metodo. Nel 2013 Gianroberto Casaleggio ci disse in un hotel a Roma: “Voi sarete l’unico grande vostro nemico. E io metto due regole: i due mandati e la democrazia diretta”. Che cosa stanno facendo adesso?”.

Per Roberto Toninelli “Conte è un amico ed è giusto che si faccia il suo partito. E’ ingiusto però che si cerchi di fare fuori la persona che lo ha reso tale. Conte è Conte grazie a Grillo. E’ inaccettabile un processo costituente gestito dallo stesso Conte”.

Toninelli ha poi affermato di accettare qualunque risultato uscirà dalle ripetizioni delle votazioni statutarie previste il 5 dicembre e di essere disposto “restare nel Movimento. Anche se mi cacceranno come cacceranno tutti coloro che non sono d’accordo con questa roba progressista. Conte, e lo dico con profondo rispetto, sta dimezzando a ogni votazione l’elettorato del Movimento 5 Stelle. Non si è mai visto un leader politico che più perde e più si consolida”.

Per Toninelli “non c’è più una comunità appassionata del progetto, unita che si muove per fare delle battaglie. Conte è un uomo di sistema. Si muove come gli altri leader di partito. Spero che il Movimento possa morire dignitosamente come è nato. Sapete quante persone mi hanno scritto in queste settimane e che stanno soffrendo? Meglio lasciare un vuoto politico che andare avanti con un finto pieno. Molto meglio un vuoto per cui tanta gente si troverà senza un punto di riferimento e probabilmente tra qualche anno potrà nascere qualcosa di nuovo antisistema”.