Scritto da Chiara Pasetti e interpretato da da Lisa Galantini e Massimo Rigo con la regia di Alberto Giusta, andrà in scena l’8 marzo
QUILIANO (SV) – Dopo il grande successo dello scorso anno con “Moi” storia di Camille Claudel, anche quest’anno sarà un’opera scritta da Chiara Pasetti ad aprire la stagione teatrale “Parole e musica” curata da Roberto Grossi in collaborazione con il Comune di Quiliano e il Teatro Nuovo di Valleggia.
Sabato 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne. alle ore 21, al Teatro Nuovo di Valleggia di Quiliano (SV), andrà in scena ,sotto la direzione di Alberto Giusta, “Madame Bovary c’est moi?,” con Lisa Galantini e Massimo Rigo.
I biglietti sono disponibili online sul sito eventbrite.it.
“Siamo molto contenti di tornare a Quiliano per il secondo anno consecutivo -ha dichiarato Chiara Pasetti– Lo scorso anno avevamo aperto la stagione sempre l’otto marzo con Moi, storia di Camille Claudel. Quest’anno con una figura letteraria nata dal genio di Gustave Flaubert, Emma Bovary. Simbolo di un’anima inquieta, che ha sfidato le convenzioni del suo tempo. Perché l’otto marzo è un giorno importante, in cui bisogna ricordare alle donne di non smettere di credere nei propri sogni, per quanto possa essere difficile ancora oggi realizzarli…”.
“La lettura teatrale Madame Bovary c’est Moi? -prosegue la Pasetti-vuole raccontare la genesi del capolavoro di Gustave Flaubert. Nato sulle ceneri del fallimento della Tentazione di Sant’Antonio, bocciata senza riserve dagli amici letterati, il romanzo più famoso dell’Ottocento francese prende spunto da un fatto di cronaca dell’epoca. Flaubert impiega quasi cinque anni per portarlo a termine, tra mille ripensamenti e fatiche “enormi”. L’autore finisce a processo con l’accusa di oltraggio alla morale, alla religione e ai buoni costumi (gli atti originali sono citati nello spettacolo) e viene assolto. Il libro ottiene una popolarità inaspettata e da quel momento la sua protagonista, Emma Bovary, diventerà il simbolo dell’insoddisfazione e di un’anima che si nutre di sogni.
Il titolo Madame Bovary c’est moi? è tratto da una frase, in realtà apocrifa, che viene attribuita a Gustave Flaubert. Ma quanto c’è di vero in questa affermazione? E, soprattutto, possiamo dire che, in fondo, Madame Bovary è un po’ tutti noi?”