“Malattia del viaggiatore”: consigli pratici per superarla

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Un tempo il principale problema al rientro delle ferie era il recuperare i consueti ritmi di vita (22%): adesso gli italiani al rientro delle vacanze avvertono principalmente il bisogno di “vagabondare” (32%) tipico del periodo estivo

Cambiano le modalità della vacanze, e di conseguenza anche l’approccio delle persone al rientro dalle ferie. Quasi ad un italiano su 3 (32%) al rientro in città ammette che la sua mancanza principale è quella di non poter programmare una nuova vacanza a breve. Si tratta di una necessità viscerale di viaggiare, conoscere posti e gente nuova, fare esperienze inconsuete che gli esperti riassumono nella cosiddetta sindrome di wanderlust, anche conosciuta come la malattia del viaggiatore. La possibilità di spostarsi da una località all’altra (65%) è una mancanza più sentita rispetto al relax (59%) e al tempo libero (44%) tipico del periodo estivo. I rimedi? Arrivare in città non all’ultimo giorno, recuperare alcune sane abitudini del periodo estivo per inserirle nel quotidiano e una corretta idratazione legata ad una sana alimentazione rappresentano le armi in più per affrontare al meglio il ritorno in città.

È quanto emerge da uno studio di In a Bottle (www.inabottle.it), condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analisys) su circa 1500 italiani, uomini e donne, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, forum e community digitali per raccogliere ansie e paure sul ritorno in città e su circa 20 esperti tra psicologi, sociologi e nutrizionisti, che spiegano come approcciare il post-vacanze.

Come ci si sente al rientro dalle ferie? La fine delle vacanze estive lascia come ogni anno un mix di sentimenti contrastati: alcuni tra coloro che ammettono di essere depressi (64%) e nostalgici (55%), nel complesso in netta maggioranza, ammettono anche di sentirsi al tempo stesso ricaricati (49%) e rilassati (44%). Quali sono le preoccupazioni principali? Il non programmare una nuova vacanza a breve rappresenta motivo di insoddisfazione per quasi un italiano su 3 (32%), seguito dal ritorno al lavoro (24%), dalla ripresa dei consueti ritmi di vita (22%) e dal conto in banca (14%), spesso in rosso al rientro dalle ferie.

Il non riuscire a stare mai fermi in un posto sentendo l’irrefrenabile desiderio di esplorare il mondo, di vedere luoghi nuovi e di conoscere nuove culture, è stato ribattezzato dagli esperti sindrome di wanderlust, anche conosciuta come la malattia del viaggiatore. Il termine wanderlust è di origini tedesche e significa letteralmente “desiderio di vagabondare”.

“Sapere di non poter fare più vacanze per un periodo di tempo abbastanza lungo comporta malinconia e il rifiuto della realtà quotidiana – afferma la psicologa Vera Slepoj – Lo stress da rientro era in passato dato dal ricordo delle vacanze, alla libertà e al non essere vincolato ad orari, mentre adesso è legata alla nostalgia della frammentarietà, alla difficoltà di stare fermi e stabili, al non poter prevedere o programmare uno spostamento”.

Ad incidere sullo stato d’animo in questo particolare periodo dell’anno è anche il momento nel quale si decide di rientrare dalle ferie. Quasi un italiano su due (46%) decide di rientrare un giorno prima rispetto al “back to work”, mentre uno su tre (34%) rientra un paio di giorni prima in modo da adattarsi ai nuovi (vecchi) ritmi di vita e predisporci più gradualmente alla stabilità, e c’è addirittura chi decide di rientrare in città una settimana prima (18%).

Cosa fare per vivere meglio questo particolare periodo dell’anno? É proprio il non arrivare all’ultimo momento in città e disfare la valigia il giorno prima di riprendere l’attività lavorativa la prima cosa da fare secondo un esperto su tre (33%) per attenuare lo stress da rientro. Un altro consiglio consiste nell’acquisire l’atteggiamento mentale corretto (25%): occorre essere contenti di ciò si ha vissuto in vacanza, e predisporsi ad un periodo di stabilità che comprende il proprio quotidiano e i rispettivi impegni lavorativi. E consigliata inoltre una “vacanza mentale”, ovvero riprendere abitudini vacanziere e inserirle nel quotidiano (21%) come il passare più tempo con il partner, leggere un libro, dedicare più tempo ai figli.

Anche il riprendere un regime alimentare sano contribuisce in questo momento al benessere non solo fisico ma anche psicologico legato all’alimentazione e alla nutrizione.

“Si rischia di tornare dalle vacanze con qualche chilo di troppo, si tende ad ingrassare e a non mantenere un corretto regime alimentare – afferma Luca Piretta, nutrizionista e docente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – È fondamentale per permettere un corretto afflusso di sangue ai tessuti e quindi agli antiossidanti di raggiungere tutte le cellule e recuperarle dagli insulti dei radicali liberi. Inoltre è importante ricordare che tutte le reazioni chimiche cellulari avvengono solo se è presente l’acqua e questo ci deve far comprendere quanto sia essenziale questo elemento anche per ammortizzare lo stress da rientro”.