ROMA – La mappa dei disastri causati dal maltempo si allarga ogni settimana, senza risparmiare alcuna regione della Penisola. Questa volta è l’Emilia Romagna, e in particolare la provincia di Modena, ad avere avuto la peggio con l’esondazione del Panaro. Ma anche in alcune zone del Friuli Venezia Giulia e in Veneto la situazione è altrettanto grave.
In Veneto, le province di Padova, Vicenza – evidenzia Confagricoltura – sono state devastate da nubifragi che hanno causato smottamenti, crolli di infrastrutture e rovinato migliaia di ettari di coltivazioni, compresi vigneti e frutteti. Anche il metro e mezzo abbondante di neve caduto nel Bellunese rende al momento molto difficoltoso l’approvvigionamento del foraggio per gli animali.
Il governatore Zaia ha parlato di oltre mezzo miliardo di danni nel complesso.
Poi ci sono le strutture: ovunque, nelle zone colpite, ci sono agriturismi, punti vendita, cantine, magazzini completamente alluvionati, proprio in questi giorni in cui ci sono le consegne di Natale, in un anno già difficile per il Covid.
In Emilia Romagna, in provincia di Modena, sono andati sott’acqua migliaia di ettari di frutteti, campi coltivati a cereali autunno-vernini e vigneti.
“É impossibile, oggi, fare una corretta quantificazione dei danni, – afferma Confagricoltura – ma basti pensare che molti degli alberi da frutto sono da ripiantumare, con un costo di oltre 50.000 euro a ettaro. É ora di intervenire in modo serio, a 360 gradi, per evitare disastri sempre più frequenti – avverte Confagricoltura – Non ultima, in questo contesto, è anche la gestione della fauna selvatica: nel Modenese, ad esempio, gli esperti evidenziano che gli argini dei fiumi sono rovinati dalle gallerie sotterranee scavate dalle nutrie, presenti in numero sempre crescente. La tenuta degli argini è fondamentale per la sicurezza di intere popolazioni, e non può essere messa in secondo piano. Non è più tempo di aspettare ulteriori disastri.