Scoperto laboratorio per la coltivazione della marijuana: 12 arresti e 21 denunce
MANTOVA – Nel corso del fine settimana, militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Mantova della Guardia di Finanza e poliziotti della Squadra Mobile della locale Questura hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminare presso il Tribunale di Mantova, applicativa di misura cautelare personale nei confronti di una serie di soggetti (alcuni dei quali già in stato di detenzione per i medesimi fatti), responsabili a vario titolo nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, in Lombardia e in Emilia Romagna.
Le citate misure cautelari, complessivamente 8, di cui 7 in carcere e 1 agli arresti domiciliari, sono state emesse nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Mantova a contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, conclusasi con la denuncia di 21 soggetti coinvolti a vario titolo nell’attività illecita.
Le indagini, avviate alla fine dello scorso mese di settembre e svolte preliminarmente attraverso l’effettuazione di intercettazioni telefoniche, attività di pedinamento, appostamento e osservazione, coniugate all’esecuzione, in una seconda fase investigativa, di specifiche perquisizioni e sequestri, hanno consentito di smascherare un sodalizio criminale composto da soggetti di etnia tunisina e marocchina, coadiuvati da cittadini italiani, dedito allo spaccio di sostanza stupefacente (prevalentemente hashish), con canali di rifornimento individuati nella città di Bergamo e in Mantova, e mercato di destinazione la città di Parma e lo stesso capoluogo virgiliano.
Figura centrale del sodalizio criminale è risultato essere D.M., tunisino, classe 1982, clandestino sul territorio nazionale, già noto alla polizia giudiziaria operante in quanto coinvolto in altro contesto investigativo nel cui ambito è stato condannato – in primo grado – dal Tribunale di Bergamo alla pena di 8 anni di reclusione e a una multa di 30.000 euro, per gravi precedenti sempre in materia di stupefacenti.
Il tunisino, con l’ausilio di uomini fidati (in primis H.S., tunisino, classe 1992), ha organizzato un continuativo traffico di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina, rifornendosi, dapprima, nella città di Bergamo (dai fratelli E.H.), marocchini, rispettivamente classe 1974 e 1982, parimenti colpiti dal provvedimento) e, successivamente, nella stessa città di Mantova, in questo caso acquistando la sostanza stupefacente da R.S. (marocchino, classe 1990) anch’egli già indagato per reati attinenti le sostanze stupefacenti.
I sodali, oltre a servirsi degli espedienti tipici di chi è avvezzo a commettere reati della specie (utilizzo di utenze telefoniche in uso a soggetti fittizi e ricorso all’uso di slang criptico), al fine di ostacolare i controlli da parte delle forze di polizia, avevano ideato una consolidata procedura per il rifornimento della sostanza, consistente nell’organizzazione di viaggi verso Bergamo mediante l’utilizzo di una o più vetture come staffette, con il chiaro fine di individuare eventuali controlli di polizia, e contestuale ricorso, per il trasporto della sostanza stupefacente, a potenti motociclette (due Kawasaki, una Ninja e una ER-6N), con le quali potersi dileguare velocemente nel traffico, facendo perdere le proprie tracce in caso di eventuali tentativi di fermo.
I veicoli venivano messi a disposizione del sodalizio da altri soggetti, che si sono prestati, in alcuni casi, anche a guidare i mezzi o ad accompagnare i principali artefici dell’attività delittuosa; tra questi, si annoverano, oltre a H.S., gli altri destinatari di misure cautelari personali, da individuarsi in M.M. (mantovano, classe 1986), P.R. (nato a Suzzara, classe 1981), G.E. (nata in Polonia, classe 1987).
Nel corso delle indagini sono stati, tra l’altro, tratti in arresto, in quanto trovati in possesso di sostanze stupefacenti destinate allo spaccio, oltre a F.P. (foggiano, classe 1978 fermato, sulla base degli elementi emersi nel corso delle indagini, nello scorso mese di ottobre con 20 Kg di hashish, di ritorno da un carico fatto a Bergamo, su disposizione del D.M.; B.A. (tunisino, classe 1987) colto, nel medesimo contesto investigativo, nella fragranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di 50 grammi circa di cocaina e di 5 kg di hashish, unitamente ad H.S. ed a D.M.; M.M. (mantovano, classe 1974) e V.A. (mantovano, classe 1975): il primo è stato trovato in possesso di oltre 100 grammi di hashish, mentre nell’abitazione di V.A. sono stati rinvenuti 665 grammi di marijuana, 38 gr. di hashish, 21mila semi circa di canapa indiana, nonché un laboratorio indoor munito di tutto il materiale necessario alla coltivazione intramuraria di marijuana.
Nel corso delle indagini è emerso, inoltre, che D.M. era anche dedito al reato di ricettazione, in quanto solito raccogliere materiali di provenienza illecita da inviare successivamente verso il paese di origine.
Durante le perquisizioni operate nel corso dell’attività sono state reperiti all’interno di garage in uso a capo del sodalizio oggetti di illecita provenienza tra cui un compressore del valore di 8000 euro e un generatore di proprietà del comune di Mantova del valore di 10000 euro.