Matusalemme è il personaggio più longevo della Bibbia, che si è distinto dagli altri per sua lunga vita di 969 anni. Il brano è un dialogo dove il protagonista parla in prima persona con il Signore chiedendogli di poter vivere a lungo come Matusalemme. La richiesta è quella di poter “veder la fine delle sue preghiere”, arrivare cioè a capire un giorno se tutto quello fatto fino a quel momento sia veramente servito a qualcosa. Ma c’è una domanda che inizia a tormentare l’uomo nel corso delle strofe: – “Ha veramente senso una vita lunga se ti vengono a mancare tutte quelle cose che riescono a dare un valore a quel tempo?”. Si può morire anche da vivi, e questo il protagonista non lo aveva considerato. Intanto però il tempo scorre, ed è proprio avvicinandosi al momento della sua fine, che forse troverà le risposte a quelle domande, a cui una vita lunga non aveva saputo rispondere.
I Brema ci hanno gentilmente concesso un’intervista.
“Matusalemme” è il vostro nuovo singolo, di che cosa si tratta?
Matusalemme è un brano nato in un pomeriggio d’estate ormai qualche anno fa, è nato da una riflessione probabilmente inconscia riguardo il tempo che abbiamo a disposizione su questa terra. Ce ne siamo innamorati fin da subito per la sua semplicità e il velo di ironia con cui abbiamo voluto trasmettere il nostro pensiero attraverso gli occhi del protagonista.
Cosa volete trasmettere con questo brano?
Sicuramente l’importanza e il valore che dovremmo dare al tempo che abbiamo. Nella canzone cantiamo “qui sono morti tutti e forse ora ho capito che senza quel che serve farò la stessa fine”, non parliamo di una morte biologica ma più di una morte spirituale, dobbiamo cercare continuamente cosa ci fa star bene e sentire vivi altrimenti, come per il protagonista della canzone, non basterebbe vivere 1000 anni per dare un senso a questa vita.
Che tipo di accoglienza vi aspettate?
Sono da poco uscite del date del tour estivo e non vediamo l’ora di tornare live. Dopo questi due anni, tornare a vedere le persone sotto al palco che ballano cantano e si divertono è tutta l’accoglienza di cui abbiamo bisogno.
Come nasce la vostra band?
Le nostre strade si sono incontrate quando Tobias trasferendosi dal Veneto nelle Marche ormai quasi 14 anni fa, in una casa in campagna, ha conosciuto Michele, il vicino della “collina” a fianco. Da quel giorno, iniziato in realtà con un incontro di lotta su un campo, è nata una grande amicizia che dura ormai da anni. Siamo prima di tutto dei grandi amici che condividono un rapporto quasi fraterno. In ambito musicale le esperienze di band che abbiamo fatto ci hanno visto sempre uno a fianco all’altro, finché verso la fine del 2016, dall’incontro nostro con il batterista Giacomo Diamantini, proveniente da un altro gruppo, sono nati I Brema. Da quasi due anni ormai siamo tornati ad essere in due ed abbiamo trovato un ottimo equilibrio per portare avanti il nostro progetto, nonchè la nostra più grande passione.
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