Nella sua ultima raccolta il poeta siciliano racconta la Sicilia del tempo chè fu, già al centro dei dipinti di Lorenzo Chinnici
Si intitola Mediterranima – Calì racconta Chinnici, l’ultima opera, edita da Kimerik, del poeta siciliano Vincenzo Calì, già autore delle raccolte “Vincikalos” ed “Intro” e vincitore del premio “M.T Bignelli” per la poesia d’Amore in occasione della XXI Edizione del Concorso Nazionale “Garcia Lorca” 2010/2011. Raccontando in versi l’essenza dei dipinti di Lorenzo Chinnici, suo contemporaneo, Calì dà vita a una narrazione descrittiva e storica, perchè offre lo spaccato di una Sicilia di tanti anni fa ma al contempo introspettiva, perchè ne coglie sentimenti, stati d’animo, desideri, pensieri, usi e costumi degli abitanti.
Così recita la prefazione del libro, curata dalla dottoressa Annalina Grasso: “La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede”.
“La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca”, come sosteneva Leonardo da Vinci, nel suo Trattato della pittura, e mai queste parole risultano tanto opportune per il libro scritto dal poeta siciliano Vincenzo Calì dal suggestivo titolo “Mediterranima”, che richiama la sua terra, comune all’artista Lorenzo Chinnici (intervistato dal poeta stesso), il quale ritrae paesaggi assolati e fulgenti e figure di lavoratori che ricordano il suo passato. Si tratta di un libro che racconta in versi l’essenza delle opere del maestro Chinnici: la sicilianità, la fatica, l’inquietudine, la forza, l’amore, il ritrarsi in se stesso, la paura di mostrarsi. Calì dunque fa molto di più che accostare delle semplici didascalie poetiche ai dipinti di Chinnici, ne coglie l’anima, trasformando la sua poesia in pittura, in una pittura che parla…..
Le poesie che figurano in questo libro, concepite per accompagnare le opere dell’artista di Merì, narrano senza orpelli e retorica la Sicilia, i suoi abitanti, le loro emozioni, il loro modo di stare al mondo, i loro desideri, i loro pensieri. Nel cogliere questi elementi, il poeta, allo stesso tempo, si ritrova e si perde mostrando come solo l’arte rende possibile tale situazione. Come Chinnici ci mostra la fatica e il dramma dei lavoratori, Calì ci fa leggere i loro pensieri. Come il pittore ritrae la natura incontaminata, il poeta vuole farci percepire l’essenza della natura, la sua forza ineludibile che deforma le cose…”.
Di seguito alcuni estratti dal libro Mediterranima:
Festa d’Autunno
Dei mosti l’odore,
di rosso e di bianco è l’aspro sapore.
Oniriche danze, di satiri cinti, da tralci di vite.
Le ninfe leggere, ai flauti acuti.
Al suolo la coltre, ha il giallo e il bruno,
di fresco ne odora, di foglie, di terre.
Solstizio d’amore, quel tiepido fuoco,
all’anima scalda, la brezza già fredda,
che è nuova stagione.
Lavandaie al sole
Nubili o madri o meno che tali,
poco desta le genti,
dei ricchi signori i panni a sbiancare,
cufini trabordi a ruota alla gebbia,
con pietra di calce,
di ceneri e scorze di mandorli antichi.
Svagate a tiritera,
filastrocche e cuttigghi,
le lingue limate alle ossa squassate.
Dai corpi chinati,
le gonne levate dal velo bagnato
è furba innocenza si svelano al sole,
segrete virtù.
Il canto rafforza la lena,
vertigine e dolore, passione che lega alla terra.
I giovani sguardi sgranati,
la bava negli occhi,
ardenti emozioni,
radice alla vita…