ROMA – Balzo delle nuove partite Iva ad agosto. Secondo i dati dell’Osservatorio del dipartimento finanze, rispetto ad agosto 2015 sono state aperte 18.097 partite Iva con un incremento del 9,2% definito “significativo” in una nota del Mef, in cui si spiega anche che “il 20,3% di coloro che hanno aperto una partita Iva e’ nato all’estero” e che hanno aderito al regime agevolato forfetario in “6.006, pari a circa il 33% del totale delle nuove aperture, con un aumento dell’11,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”.
Il 75,1% delle nuove partite Iva e’ stato aperte da persone fisiche (+6% su agosto 2015), il 19,6% da societa’ di capitali (+23,4% rispetto al 2015), 4,3% da parte delle societa’ di persone (+12,2%) e 1,1% di “non residenti” e “altre forme giuridiche”. E’ ancora una volta il commercio a registrare il maggior numero di aperture (22,2% del totale). Aumenti sensibili per l’agricoltura (circa il 50% in piu’ rispetto ad agosto 2015 e il 14,5% del totale).
Aumenti sensibili, si legge nella nota del Mef, anche per per la sanita’ (+25,5%) e per le attivita’ immobiliari (+18,9%), mentre le flessioni piu’ evidenti si registrano nei settori dei servizi alle imprese (-8,9%), commercio (-4,5%) e istruzione (-1,3%). Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso e’ sostanzialmente stabile, con il 61,3% delle partite Iva aperte da soggetti di sesso maschile. Il 47,8% delle aperture e’ attribuibile ai giovani fino a 35 anni e il 32,9% a soggetti tra 36 e 50 anni.
Rispetto al corrispondente mese dello scorso anno tutte le classi di eta’ registrano aumenti di aperture in particolare quelle da 51 a 65 anni (+13%) e oltre i 65 anni (+7,9%). Riguardo alla ripartizione territoriale, circa il 42% delle nuove aperture e’ localizzato al Nord, il 21,7% al Centro e il 36,1% al Sud e nelle Isole.
Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, quasi tutte le Regioni mostrano un incremento di aperture di partita Iva: i piu’ rilevanti in Sardegna (+41,6%), Calabria (+21,8%) e Valle d’Aosta (+15,6%). Soltanto la provincia autonoma di Trento e l’Abruzzo registrano un calo di avviamenti (tra il 5 e il 6%).