Meloni: “Dazi problema ma non catastrofe”. E “frena” sulla risposta dell’Ue

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ROMA – I dazi decisi dal presidente americano Donald Trump sono un “problema” ma non una “catastrofe”. Al termine di una giornata al lavoro sul dossier, insieme a una ‘task force’ di ministri, Giorgia Meloni rilascia un’intervista al Tg1 per rassicurare cittadini e imprese. E il messaggio è anche quello di una ‘frenata’ alle contromisure che sta mettendo a punto l’Unione europea. La premier, dopo un primo commento a caldo su Facebook, ieri ha annullato gli impegni della giornata (era attesa alle 17 in provincia di Vibo Valentia per l’inaugurazione della stazione dei carabinieri di Limbadi) per “poter concentrare la propria attività sulle azioni da intraprendere”.

Subito dopo ha convocato a Palazzo Chigi una riunione a cui hanno partecipato i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, degli Affari europei Tommaso Foti, delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, quest’ultimo collegato da Bruxelles. Proprio il ministro degli Esteri ha relazionato i colleghi sull’incontro che aveva appena avuto con il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, che domani discuterà con il proprio omologo americano, in videoconferenza, sui dazi Usa e sulla risposta dell’Ue. Per la premier, quella degli Usa è una scelta “sbagliata” che danneggia sia l’economia europea che quella americana ma non sarà una “catastrofe” perchè “non smetteremo di esportare negli Stati Uniti”.

Dunque no all'”allarmismo” delle opposizioni che – accusa – “fanno il loro lavoro, però da loro attualmente non è arrivata neanche una proposta”. Il governo, spiega, farà uno “studio sull’impatto reale” delle nuove tariffe settore per settore e la prossima settimana si confronterà con le categorie produttive per “cercare le soluzioni migliori”. Poi le scelte vanno “condivise” con i partner europei (magari con un Consiglio europeo straordinario) e per lei “rispondere ai dazi con altri dazi” non è “la scelta migliore” perché “l’impatto potrebbe essere maggiore sulla nostra economia rispetto a quello che accade fuori dai nostri confini”.

Dunque serve un dibattito “franco” con gli americani con l’obiettivo “di arrivare a rimuovere i dazi, non a moltiplicarli”. Ma da parte sua l’Ue può fare anche altro ovvero “rimuovere i ‘dazi’ che si è autoimposta”. Quindi rivedendo un Grean Deal “ideologico” in particolare sull’automotive; procedendo con la semplificazione perchè “siamo soffocati dalle regole”; agendo con “più coraggio” sull’energia e aprendo a una “revisione” del Patto di stabilità. A Bruxelles, rimarca, “il ruolo dell’Italia è portare gli interessi italiani”. La premier è consapevole che “è possibile” che le sue proposte “non siano perfettamente sovrapponibili con i partner ma abbiamo il dovere di farlo”.