Menopausa, l’importanza di un corretto apporto di acqua

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bicchiere acqua

Secondo il professor Umberto Solimene dell’Osservatorio San Pellegrino aiuta a prevenire effetti spiacevoli del blocco del ciclo mestruale come pelle secca e cistiti

MILANO – Ogni donna durante la sua crescita affronta delle fasi in cui una corretta idratazione risulta essere più necessaria che mai. Ne sono un esempio la gravidanza, insieme all’allattamento, ma anche la menopausa. Assumere un maggiore quantitativo di liquidi in questo momento così delicato, infatti, aiuta a prevenire alcuni dei fastidi che si manifestano più frequentemente come la pelle secca, le vampate di calore o disturbi all’apparato urinario.

Le donne si trovano spesso impreparate ad affrontare i cambiamenti fisiologici, psicologici e fisici che comporta questo periodo e l’acqua può essere un’importante alleata per gestirli. Con l’arrivo della menopausa, infatti, i reni iniziano a rispondere con meno reattività all’ormone deputato al controllo della diuresi causando forte disidratazione, perciò aumentare i litri d’acqua assunti giornalmente diventa cruciale al fine di prevenire possibili disturbi all’apparato urinario come, ad esempio, le cistiti, una delle infezioni più diffuse (1).

Ma un’adeguata idratazione può aiutare anche da altri importanti punti di vista. Secondo il Professor Umberto Solimene dell’Università degli studi di Milano ed esperto dell’Osservatorio San Pellegrino: “Bere di più, insieme naturalmente ad una sana alimentazione e al movimento, aiuta a ridurre i gonfiori e la ritenzione idrica. Ma non solo: assumere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno, contribuisce a limitare la manifestazione di uno dei problemi maggiormente riscontrati dalle donne in menopausa: le vampate di calore”.

Mantenere idratati i tessuti cutanei, inoltre, rallenta i primi segni dell’invecchiamento. È proprio la secchezza della pelle uno dei fastidi più difficili da combattere dopo il blocco del ciclo. Ciò è dovuto in larga parte ad una diminuzione del collagene interno alle cellule. In media, una donna in menopausa ne perde il 2,1% l’anno, soprattutto durante nei primi cinque anni, quando si raggiunge un calo del 30%. Questa riduzione comincia intorno ai 40 anni e si accentua proprio dopo l’inizio di questa fase.

“Più il nostro corpo invecchia, maggiore è la perdita di liquidi: basti pensare che il corpo di un adulto medio è composto al 70% d’acqua, percentuale che scende fino al 50% con l’avanzare dell’età. Tenuto conto che l’organismo femminile tende a disidratarsi maggiormente di quello maschile, assumere circa 2 litri di acqua al giorno, soprattutto in menopausa, è un rimedio efficace per mantenere sani il nostro corpo e la nostra pelle”, continua il Professor Solimene (2). “In particolar modo, si consiglia di optare per acque mediamente mineralizzate (specialmente le bicarbonate-calciche, che contengono oltre 200-300 mg /litro di calcio altamente assimilabile, con percentuali che vanno dal 25% fino al 40%), le quali non svolgono solo una funzione idratante per l’organismo, ma contribuiscono a raggiungere anche l’apporto giornaliero di calcio (3)”.