La Commissione europea intende riservare una parte dei fondi per le produzioni biologiche (circa il 30%) sia nei programmi di promozione Ue sia per i finanziamenti per la ricerca agricola. L’Esecutivo propone poi di integrare i prodotti biologici nei criteri minimi obbligatori per gli appalti pubblici sostenibili e suggerisce ai paesi di utilizzare la leva fiscale, come la riduzione dell’Iva sull’ortofrutta, per incentivarne lo sviluppo.
Il piano Ue ha lo scopo di contribuire a raggiungere l’obiettivo del Green Deal, cioè arrivare al 25% delle superfici agricole dell’Unione a bio entro il 2030 contro l’8,5% attuale. La situazione nei paesi membri è molto eterogenea: si va da Austria, Svezia, Estonia, Cechia e Italia, che hanno una quote tra il 15 e il 25% di aree bio, a Olanda, Polonia, Bulgaria e Romania, che sono al di sotto del 4%.
“Per raggiungere l’obiettivo del 25% dell’agricoltura biologica, dobbiamo garantire che la domanda stimoli la crescita del settore, tenendo conto delle differenze significative tra gli Stati membri – ha detto il commissario Ue all’agricoltura Janusz Wojciechowski – e il piano di azione per il biologico fornisce strumenti e idee per accompagnare una crescita equilibrata del settore” grazie alla “politica agricola comune, alla ricerca e dall’innovazione” e alla “collaborazione a livello dell’Ue, nazionale e locale”.
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