“‘Metallo Pesante’ nasce da una serie sparsa di riflessioni interiori che partono dal concetto di Heimat. Questo concetto, sicuramente molto legato alla cultura dei popoli di lingua germanica, è il porto di partenza e di arrivo (Heimathafen) di ognuno di noi”
È disponibile in libreria e negli store digitali “Metallo Pesante”, il nuovo libro di poesie di Alessandro Angelelli, pubblicato da L’Erudita. Il volume raccoglie i pensieri di un uomo che dialoga con la propria anima su quanto la vita offre finché decide di togliere.
Alessandro Angelelli ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Metallo Pesante” è il suo nuovo libro di poesie, di che cosa si tratta?
Metallo Pesante è una silloge poetica che ha l’ambizione di voler portare il lettore ad immergersi in un mondo di immagini, sentimenti e segmenti di vita che entrano ed escono da un quotidiano, attraversato, di frequente, da un’atmosfera onirica. E’ parte di un universo in cui si rincorrono passato e presente che costruiscono un futuro ignoto ma pieno di speranza. Spero risulti un libro piacevole da leggere e rileggere e che possa raccontare sentimenti per immagini, quasi come se fossero rappresentabili da fotografie.
Cosa vuole trasmettere con questo lavoro?
Vorrei trasmettere il mio amore per la vita che nasce dai momenti importanti che ho vissuto, quelli che contano, quelli che hanno disegnato il mio mondo. Vorrei anche trasmettere, a più persone possibili, il mio consiglio di rallentare, di non perdere l’opportunità di vedere e rivedere quelle “polaroid” che parlano di noi stessi e della nostra esistenza.
Che tipo di ricezione si aspetta?
Non sarebbe onesto, da parte mia, dire che mi “aspetto qualcosa”, direi piuttosto che ho un’ambizione, quella di poter convincere più lettori possibili a intraprendere il mio stesso processo interiore e magari a metterla per iscritto su un pezzo di carta. E’ un esercizio che ho condotto su me stesso che mi ha reso un uomo più consapevole e, spero, migliore.
Come nasce la sua vena poetica?
Nasce da una vita passata in teatro, un percorso lungo e ancora non giunto a conclusione che mi ha portato, negli ultimi anni, a questa nuova esigenza di veicolare le mie energie creative: scrivere, raccontare, dialogare, attraverso i versi delle mie poesie quello che prima trasmettevo con i personaggi da me interpretati.