“Milena”, il singolo d’esordio di Sofia Buscè: l’intervista

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sofia busce milena

“Chi non ha mai conosciuto una Milena in vita sua? Milena può essere chiunque, anche noi stessi a volte possiamo assumere i suoi atteggiamenti”

Da venerdì 15 gennaio è in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “Milena”, il singolo d’esordio di Sofia Buscè. Milena è una maschera e chi sceglie di indossarla non ha più una visione chiara dei rapporti, c’è ma non c’è realmente, non si interessa realmente all’altro, prevale la falsità come sola via di uscita. Si tratta di un atteggiamento vigliacco di chi non sa chiudere un rapporto per evitare la “tanto temuta” solitudine.

Sofia Buscè ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Milena” è il tuo singolo d’esordio, come nasce?

Milena nasce in una sera di riflessioni di un anno fa circa, ho scritto di getto il testo e poi accompagnandomi al pianoforte ho creato la melodia, ricordo bene che è stata molto veloce la sua stesura, infatti l’ho registrata nei memo vocali del telefono, non ne ho mai registrata una versione “di qualità” nonostante io a casa abbia gli strumenti per poterlo fare. Ho aspettato di arrivare in studio anche per capire se fosse accettabile o meno come canzone e alla fine è stata accolta, arrangiata e scelta!

Che cosa vuoi trasmettere con questo brano brano?

Sicuramente vorrei portare a riflettere sugli atteggiamenti di “Milena” che sono comportamenti che tutti noi assumiamo ogni tanto, in maniera consapevole o non, o che comunque possiamo ritrovare in qualcuno. Non è forse meglio chiudere un rapporto invece di protrarlo per paura di restare soli?

Il singolo ha anche un videoclip, com’è impostato?

Il videoclip, a cura dei Visionari Lab, nasce da un’idea di Emanuel Lo, il regista, che insieme a me e al team ha ideato questa idea di video come backstage del backstage, un po’ per raccontare come è nata l’idea, che nasce in maniera molto personale e naturale fino poi a diventare “seria e professionale” ed è in quel momento che il video diventa ufficiale.

Come ti sei avvicinata al mondo musicale?

Ho iniziato a studiare pianoforte molto presto da bambina, poi, nonostante la mia timidezza remasse contro, si sono accorti che avevo “una voce”. è stato proprio dopo un’esibizione a 16 anni che dalla reazione del pubblico ho capito che non potevo di certo ignorare la cosa, quindi ho preso delle lezioni di canto e poi di musica iniziando a crederci sempre di più. Mentre vivevo in Francia ho anche scoperto di riuscire a scrivere canzoni e mi sono lasciata ispirare molto dal modello francese nel modo di cantare. Poi sicuramente è stato decisivo l’incontro con Massimo Calabrese nel 2019, che mi ha introdotta nel suo mondo musicale iniziando così la produzione dei miei brani insieme a Marco Lecci e Lorenzo Meinardi.