“MOI 392”, a Roma il lungometraggio su Camille Claudel

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Il 21 ottobre presso i locali della Casa dell’Architettura, a Roma, sarà proiettato il film dedicato alla scultura  francese

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GENOVA – Sabato 21 ottobre, con inizio alle ore 20, presso i locali della Casa dell’Architettura (sala centrale) in Piazza Manfredi Fanti, 47 a Roma, sarà proiettato il lungometraggio MOI 392. La proiezione, inserita nel palinsesto della rassegna di cinema e architettura “Proiezioni di parole”, sarà preceduta alla 19.30 dalla presentazione da parte di Chiara Pasetti di “Mademoiselle Claude Claudel e  Moi” e da una breve introduzione curata dalla stessa Chiara Pasetti e Mario Molinari.

MOI 392 é un progetto cinematografico dedicato alla scultrice francese Camille Claudel (1864-1943), nato durante la seconda ondata dell’epidemia da covid-19. interpretato da Lisa Galantini per la regia di Mario Molinari. 

Accanto a Lisa Galantini, Massimo Popolizio dà voce a due lettere di Auguste Rodin a Camille negli anni del loro amore; Anna Bonaiuto recita la lettera di condoglianze per la sua morte, inviata dal cappellano del manicomio di Montdevergues al fratello Paul Claudel il 20 ottobre del 1943.

Il testo è di Chiara Pasetti, liberamente tratto dalla Correspondance di Camille Claudel e pubblicato nel libro Mademoiselle Camille Claudel e Moi (ed. Aragno 2016, II ristampa marzo 2023).

È stato concepito per il monologo teatrale MOI, che vede in scena Lisa Galantini diretta da Alberto Giusta. Lo spettacolo ha debuttato nel settembre del 2016 nell’ex ospedale psichiatrico di Quarto-Genova e da allora è stato sui palcoscenici di numerosi teatri italiani e in Svizzera. È tuttora in scena.

La storia di Camille Claudel è tanto appassionante quanto drammatica, e ancora troppo poco conosciuta specialmente in Italia. Scultrice e artista di eccezionale talento, frequentò l’Accademia Colarossi a Parigi dove conobbe Auguste Rodin, di cui divenne allieva e modella e con il quale intrecciò una relazione tormentata, dall’epilogo doloroso per entrambi. Agli inizi del Novecento, nonostante fosse all’apice del successo, si isolò sempre di più fino a condurre una vita estremamente solitaria. Nel marzo del 1913, pochi giorni dopo la morte del padre, venne internata presso la clinica psichiatrica di Ville-Évrard su richiesta della madre e del fratello Paul. L’anno successivo venne trasferita presso l’asilo pubblico per alienati mentali di Montdevergues presso Avignone, dove restò fino alla morte avvenuta a quasi settantanove anni, il 19 ottobre del 1943. Morì sola, abbandonata da tutti, dopo trent’anni di internamento in manicomio. Venne sepolta nel cimitero dell’ospedale in una fossa comune. Nemmeno il suo nome sulla lapide, ma l’anno del decesso e il suo numero di matricola: 392.

Da quest’ultimo particolare biografico, tragico e commovente, prende spunto il titolo del progetto cinematografico MOI 392, condotto sullo stesso testo del monologo teatrale, per la regia di Mario Molinari.

Lisa Galantini qui non è un corpo ma una voce.

La voce di Camille Claudel, che il mondo ha smesso di ascoltare e ha voluto spegnere lasciando «marcire un’artista in un manicomio come una criminale» (sono parole della stessa Claudel).

In alcune enciclopedie dell’epoca viene indicato il 1920 come anno della sua morte…

Nel lungometraggio figurano dei disegni di Mimmo Lombezzi e dei filmati realizzati da Giacomo Doni in diversi ex manicomi italiani dal 2007 al 2016.

Né film né teatro, né documentario né video, è un esperimento cinematografico condotto con la volontà di continuare a parlare di questa grande artista anche in un momento come quello attuale, in cui i teatri e i luoghi di cultura sono chiusi al pubblico, e con l’intento di fornire al pubblico stesso un lavoro che dimostra il valore, ma anche il pericolo, di un’esistenza dedicata all’arte, in un’epoca storica che emarginava il talento femminile o non lo sapeva accettare. Una storia di violenza, quella di Camille Claudel, di reclusione forzata e di isolamento voluti dalla sua stessa famiglia. Una storia temporalmente distante da noi ma in fondo non così diversa da tante, troppe, che accadono ancora oggi, non soltanto alle donne.

Io non voglio essere aiutata, voglio essere riconosciuta”. (Camille Claudel)

Questo lungometraggio è stato realizzato con il contributo promozionale di Nidodiragno-Produzioni.

Ne ha parlato Sky Arte in una puntata di The Square-Spazio alla cultura (7 gennaio 2021).

Qui un’intervista per Rete Due RSI, programma “Diderot, le voci dell’attualità”:
https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/diderot/%E2%80%9CMOI%E2%80%9D-je-suis-Camille-Claudel-13763479.html?f=podcast-xml&popup=html

Trailer MOI : https://youtu.be/HlMSRg1-5IY