Due nuove date per “Moi”, spettacolo sulla scultrice Camille Claudel

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Lo spettacolo di Chiara Pasetti, interpretato da Lisa Galantini, andrà in scena a Genova il 7 luglio e a Milano il 19 luglio

MOI – Lisa Galantini, Savona 2024
Ph Rosanna Ghigo

NOVARA – Nuove tappe per lo spettacolo teatrale “Moi”, di Chiara Pasetti, liberamente tratto dalla corrispondenza di Camille Claudel.

Domenica 7 luglio MOI sarà a Genova presso l‘Auditorium Municipale di Molassana (Via Molassana, 74) alle ore 21. Ingresso libero. La serata è inserita all’interno del Festival dell’acquedotto a cura del Teatro dell’Ortica.

Venerdì 19 luglio, per il programma “Menotti in Sormani”, sarà nel cortile della Biblioteca Sormani alle ore 19.30. Biglietti disponibili sul sito del Teatro Menotti di Milano.

Nel ruolo della protagonista l’attrice di teatro e cinema Lisa Galantini, diretta da Alberto Giusta. La rappresentazione é stata realizzata dall’Associazione culturale “Le Rêve et la vie” in collaborazione con Tieffeteatro Milano.

La storia della scultrice Camille Claudel (1864-1943) è tanto appassionante quanto drammatica e ancora troppo poco conosciuta specialmente in Italia. Scultrice e artista di eccezionale talento, frequentò l’Accademia Colarossi a Parigi dove conobbe Auguste Rodin, di cui divenne allieva e modella e con il quale intrecciò una relazione tormentata, dall’epilogo doloroso per entrambi. Agli inizi del Novecento, nonostante fosse all’apice del successo, si isolò sempre di più fino a condurre una vita estremamente solitaria. Nel marzo del 1913, pochi giorni dopo la morte del padre, venne internata presso la clinica psichiatrica di Ville-Évrard su richiesta della madre e del fratello Paul, con la diagnosi di paranoia delirante. L’anno successivo venne trasferita presso l’asilo pubblico per alienati mentali di Montdevergues presso Avignone, dove restò fino alla morte avvenuta a quasi settantanove anni, il 19 ottobre del 1943. Morì sola, abbandonata da tutti, dopo trent’anni di internamento in manicomio. Venne sepolta nel cimitero dell’ospedale in una fossa comune.

Nemmeno il suo nome sulla lapide, ma l’anno del decesso e il suo numero di matricola: 392. Soltanto negli anni Ottanta del Novecento le sue opere hanno cominciato a essere studiate e valorizzate come meritano e la sua figura è stata oggetto di mostre, biografie, cataloghi ragionati. Nel 2017 ha aperto il primo museo a lei interamente dedicato (il Musée Camille Claudel, a Nogent-sur-Seine).

Chiara Pasetti nel 2013 ha visto le sue splendide opere a Montfavet, presso Avignone, all’interno del manicomio dove Camille ha vissuto gli ultimi trent’anni della sua vita. Ha deciso di scrivere un libro su di lei e un monologo teatrale, intitolato MOI. Il libro è stato pubblicato da Aragno editore nel 2016 con il titolo di Mademoiselle Camille Claudel e Moi (testo vincitore del II premio sezione “arti visive” presso La Casa delle Donne di Roma, ristampato in seconda edizione a marzo 2023); il monologo è stato realizzato con la collaborazione del Teatro della Tosse e ha debuttato nel settembre del 2016 presso l’ex ospedale psichiatrico di Quarto (Genova); da allora lo spettacolo è stato sui palcoscenici di numerosi teatri italiani e in Svizzera. Ha vinto il Premio Patrizia Romei indetto dalla Fondazione Mario Tobino di Maggiano (Lucca) per la drammaturgia.

Una storia di violenza, quella di Camille Claudel, di reclusione forzata e di isolamento voluti dalla sua stessa famiglia. Una storia temporalmente distante da noi ma in fondo non così diversa da tante, troppe, che accadono ancora oggi, non soltanto alle donne.

“Io non voglio essere aiutata, voglio essere riconosciuta”. (Camille Claudel)