“Il mondo della scuola sta per affrontare uno dei rientri più difficili nella storia italiana dal Dopoguerra a oggi e all’appello manca tutto: strutture adeguate, insegnanti, risorse. Solo i banchi non mancano, anzi, di quelli ce ne sono anche troppi. Quando a metà settembre 6 milioni di studenti dovranno tornare a scuola sapranno dove sedersi anche se forse non ci saranno aule a sufficienza, edifici sicuri e insegnanti in numero adeguato per gestire la didattica in ottemperanza alle normative di sicurezza anti-covid. Eppure al Commissario Arcuri questi temi sembrano non interessare: intervenuto ieri in Commissione Cultura alla Camera, l’ipotetico deus ex machina della ripartenza del Paese, ha ascoltato le domande che noi parlamentari abbiamo posto e non ha risposto a quesiti nodali su risorse, strutture, edilizia scolastica.
L’unica risposta che abbiamo ottenuto è relativa alla domanda sulle clausole capestro per la partecipazione al bando per i famigerati banchi – che probabilmente non serviranno, vale la pena ricordarlo –: alla mia richiesta di sapere quante imprese italiane potrebbero avere i requisiti per partecipare al bando, Arcuri si è limitato a dire che basterebbe associarsi per rientrare nei parametri ma che le imprese italiane non hanno la capacità di mettersi insieme. Trovo gravissimo che invece che rispondere a domande chiare e circostanziate il commissario Arcuri riesca solo ad accusare le aziende, vero motore economico del Paese e fra le vittime principali della pandemia”. Così Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia e sindaco di Tredozio (FC).