Il mondo evanescente ed evocativo di Lina Forsdahl, quando il Simbolismo si insinua nell’Astrattismo

Le energie che circondano l’essere umano costituiscono una dimensione frequentemente inconosciuta perché non tangibile e difficilmente riscontrabile in quel mondo pragmatico e pratico che appartiene alla società contemporanea; eppure aleggiano intorno all’esistenza quasi a volerne divenire una guida, un monito, un’esortazione per l’individuo a uscire dal proprio realismo che lo rende incapace di porsi in posizione di sottile ascolto per cogliere tutto quell’impercettibile inspiegabilmente in grado di modificare il corso del flusso interiore di chi ha la sensibilità di percepirlo. È esattamente a questo imperscrutabile che si sono ispirate alcune correnti artistiche del passato lasciando una traccia importante successivamente raccolta e reinterpretata, secondo l’esistenzialismo attuale, dai protagonisti della pittura contemporanea; l’artista di cui vi racconterò oggi infonde nelle sue tele un equilibrio tra astrazione e figurazione per irradiarle di quell’aura spiritualista e quasi mistica che le è necessaria per approfondire i concetti che desidera esternare.

Dopo un periodo fortemente legato alla riproduzione dell’osservato che aveva costituito il fine principale del Realismo, con un inedito interesse verso le classi meno abbienti e dei lavoratori dei campi sottolineando così la crudezza di una vita ai margini, emerse un movimento che al contrario si proponeva di abbandonare quel legame assoluto con tutto ciò che era oggettivamente riscontrabile per mettere in evidenza la forte influenza delle energie della natura, o quelle dell’indecifrabile che corre al di sotto della realtà ma che di fatto non trova riscontro se non attraverso la presa di coscienza che qualcosa vi sia al di là del fatto che possa essere comprovato. Il Simbolismo fu il movimento che riprese e ampliò le intuizioni già emerse nel Romanticismo Inglese di William Turner, il cui sublime era funzionale proprio a mettere in evidenza l’esiguità dell’essere umano di fronte a forze travolgenti e incontrollabili; i simbolisti osservarono quel concetto in maniera più profonda, più legata a tutte quelle energie che scorrono sotto la contingenza ma che di fatto mostrano la loro presenza in maniera sfuggente eppure in grado di emergere davanti a un’attenta osservazione. Le atmosfere a metà tra mitologia e fiaba di Gaston Bussière e quelle misteriose e ultraterrene del mondo dell’oltretomba narrato da Arnold Böcklin furono manifestazioni dello stesso movimento che mise al centro tutto ciò che non poteva essere colto attraverso la razionalità e la logica ormai imperanti nell’Europa post rivoluzione industriale. Successivamente fu da un lato il Surrealismo a raccogliere l’eredità simbolista intesa come indagine su tutto ciò che fuoriusciva dalla parte inconscia della mente, e dall’altro l’Espressionismo che si concentrò invece su tutto quell’universo interiore che aveva bisogno di manifestare se stesso senza alcun vincolo estetico e formale; entrambi virarono verso un Esistenzialismo che mise al centro l’uomo e le sue sensazioni, spostando così il centro di interesse e di ricerca dell’arte. A seguito della fine dei due conflitti mondiali, intorno agli anni Cinquanta del Novecento, anche l’Astrattismo comprese l’importanza di permettere agli autori delle opere di immettere in esse un mondo interiore incapace di restare in silenzio, rompendo ogni schema di rigorosa e razionale geometricità per entrare nella sfera del sentire, dando così origine all’Espressionismo Astratto in cui le energie esterne incontravano le corde interiori degli artisti che poi riversavano sulla tela quelle percezioni inconsce ma reali. L’artista Lina Forsdahl, nata in Polonia ma ormai da molti decenni residente in un piccolo paesino di mare sulla costa della Svezia, mescola le esperienze del Simbolismo a quelle dell’Espressionismo Astratto per dar vita a uno stile in cui la realtà è nascosta dalle pennellate indefinite e casuali pur riuscendo in qualche modo a emergere, a far sentire la sua voce nello stesso modo in cui Brussière e Böcklin permettevano all’imperscrutabile di invadere le loro tele;

la parte figurativa viene dunque assorbita da quella informale quasi volesse nascondersi, o forse sarebbe meglio dire rivelando quella corrente impalpabile che scorre silenziosamente sotto il rumore della vita.

Le atmosfere evocate da Lina Forsdahl sono delicate, tenui, quasi la sua stessa interiorità avesse bisogno di immergersi nella sofficità delle sensazioni giunte dall’esterno e poi assorbite dall’anima prima di fuoriuscire di nuovo ma in modo rielaborato attraverso la magia dell’arte; la gamma cromatica è dunque affine alla leggerezza di cui ha bisogno per perdersi dentro il mondo delle intuizioni che sembra rendere tutto indefinito se non quelle variopinte emozioni che si stagliano dagli sfondi prevalentemente neutri e sfumati, quasi a evidenziare l’incisività che esse posseggono in quel processo di emersione dalla confusione iniziale.

In alcune tele invece, a fuoriuscire in modo discreto e velato dagli sfondi è una delicata figurazione, appena accennata, solo suggerita da Lina Forsdahl ma funzionale a dare un senso più concreto all’intento espressivo a cui il titolo fa sempre riferimento; in questi casi il Simbolismo predomina sull’Espressionismo Astratto, pur essendo quest’ultimo la base da cui tutto il resto si genera, lasciando nell’osservatore la sensazione che il messaggio segreto dell’autrice affiori in maniera soffusa per infondere quel tocco di consapevolezza intuitiva che ha poi bisogno di essere approfondito attraverso la riflessione. Dreams about you appartiene esattamente a questa serie di opere, infatti il volto della donna è appena tratteggiato per evocare la dimensione del sogno, o del ricordo, nascosto da tutto quell’oceano di sentimenti ed emozioni che quella memoria porta con sé; il tu a cui fa riferimento il titolo può essere qualcuno, e dunque il dipinto assume una connotazione romantica divisa tra nostalgia e desiderio di un ritorno, oppure la stessa protagonista, quasi ella stesse immaginando una sé diversa, più consapevole e desiderosa di trovare il coraggio di prendere in mano la propria vita e di scrivere una storia inedita e più appagante. Le tonalità predominanti sono dunque quelle dell’aria e dell’acqua, in qualche modo legate allo scorrere dell’esistenza e all’inafferrabilità di ciò che si è allontanato, eppure il profilo della donna non appare triste, piuttosto raccolto in se stesso mentre si immerge nelle proprie sensazioni.

In Universe balance, di nuovo l’evanescente figurazione riesce a essere protagonista del dipinto, quasi fosse esattamente quell’impalpabilità a enfatizzare la presenza appena accennata in trasparenza; le gambe di una donna in tacchi alti cercano un equilibrio improbabile sul terreno rigido e scosceso degli scogli bagnati dal mare, rendendo altamente possibile una caduta, eppure la postura sembra solida, inattaccabile dalle intemperie. È una metafora del vivere contemporaneo quella di Lina Forsdahl, va a indagare su quanto complesso sia riuscire a rimanere stabili in un mondo in cui tutto sembra spesso dissolversi, su come sia fondamentale credere saldamente nelle proprie possibilità a dispetto della presa di coscienza delle difficoltà che quotidianamente si è costretti ad affrontare. Tuttavia forse il segreto è proprio quello suggerito dall’autrice, imparare a ballare sulla vita malgrado tutto.

La tela Whispers during the dance appartiene invece completamente all’Espressionismo Astratto, sono i colori a raccontare il senso del movimento del titolo, come se essi stessi fossero incapaci di rimanere fissi e uguali a se stessi e pertanto hanno bisogno di lasciarsi andare alle emozioni generate dalla musica; il momento evocato da Lina Forsdhal è quello della magia di un ballo che ha generato un caleidoscopio di emozioni alle quali non ha potuto fare a meno di abbandonarsi, come se l’istante si fosse fissato indelebilmente nel suo scrigno interiore fino al momento in cui ha spinto per fuoriuscire sotto forma di pittura. L’utilizzo della spatola le permette di dare una struttura larga e densa alle variazioni cromatiche giocate essenzialmente sui toni del rosa, colore legato all’anima e al romanticismo, e a quelle del celeste, tonalità della spiritualità ma anche del sogno, quasi i sospiri di cui narra nel titolo continuassero a far sentire la loro voce, un’eco che si propaga dal momento vissuto fino a giungere intatto a quello presente.

In Life’s mistery invece Forsdahl ritorna al Simbolismo, sottolineando quanto l’acqua sia un elemento fondamentale e ricorrente nella sua produzione artistica, metafora dello scorrere e della costante trasformazione eraclitea, quel fluire che non può essere arrestato proprio perché parte stessa del senso della vita. Qui a essere protagonista è una cascata, dunque un’energia zampillante e rigeneratrice che però può essere intesa anche come energia che scaturisce nel preciso istante in cui le circostanze lo richiedono necessario perché in fondo il mistero è proprio quello di riuscire a comprendere la possibilità di trovare un’inattesa forza che rende possibile superare l’ostacolo momentaneo per evolvere e formarsi come individui.

Lina Forsdahl è un’artista internazionalmente riconosciuta, ha al suo attivo la partecipazione a mostre collettive in gallerie, musei e spazi espositivi pubblici, e fiere internazionali a Tokyo, Copenaghen, New York, Parigi, Roma, Venezia, e alcune sue opere sono in collezioni permanenti di musei in Danimarca, Corea e Italia. È inserita nelle più importanti pubblicazioni d’arte e nel 2025 sarà tra gli artisti dell’Atlante dell’Arte Contemporanea Giunti edizione MoMa.

LINA FORSDHAL-CONTATTI

Email: lina-f@outlook.com

Facebook: www.facebook.com/lina.forsdahl.9

The evanescent and evocative world by Lina Forsdahl, when Symbolism insinuates within Abstractionism

The energies that surround the human being constitute a dimension that is frequently unrecognized because it is not tangible and can hardly be found in that pragmatic and practical world that belongs to contemporary society; yet they hover around existence almost as if to become a guide, a warning, an exhortation for the individual to step out of his own realism that renders him incapable of placing himself in a position of subtle listening in order to grasp all that imperceptible inexplicably capable of altering the course of the inner flow of those who have the sensitivity to perceive it. It is exactly to this inscrutable that some artistic currents of the past have been inspired, leaving an important trace subsequently collected and reinterpreted, according to current existentialism, by the protagonists of contemporary painting; the artist I will tell you about today infuses her canvases with a balance between abstraction and figuration to radiate them with that spiritualist and almost mystical aura that is necessary for her to deepen the concepts she wishes to externalize.

After a period strongly linked to the reproduction of the observed that had constituted the main aim of Realism, with an unprecedented interest in the lower classes and field workers thus emphasizing the rawness of a life on the margins, there emerged a movement that on the contrary set out to abandon that absolute link with all that was objectively ascertainable in order to emphasize the strong influence of the energies of nature, or those of the indecipherable that runs beneath reality but which in fact finds no confirmation except through the realization that something is there beyond the fact that it can be substantiated. Symbolism was the movement that took up and expanded the insights that had already emerged in the English Romanticism of William Turner, whose sublime was functional precisely in highlighting the smallness of the human being in the face of overwhelming and uncontrollable forces; the Symbolists observed that concept in a deeper way, more related to all those energies that run beneath contingency but in fact show their presence in an elusive way yet able to emerge before careful observation. The atmospheres somewhere between mythology and fairy tale of Gaston Bussière and the mysterious, otherworldly ones of the otherworldly world narrated by Arnold Böcklin were manifestations of the same movement that focused on everything that could not be grasped through the rationality and logic prevailing in post-Industrial Revolution Europe. Later it was on the one hand Surrealism that took up the Symbolist legacy understood as an investigation of all that leaked from the unconscious part of the mind, and on the other hand Expressionism that focused instead on all that inner universe that needed to manifest itself without any aesthetic or formal constraints; both veered toward an Existentialism that placed man and his sensations at the center, thus shifting the focus of interest and research in art.

Following the end of the two world wars, around the 1950s, Abstractionism also understood the importance of allowing the authors of the artworks to inject into them an inner world incapable of remaining silent, breaking all patterns of strict and rational geometricity to enter the sphere of feeling, thus giving rise to Abstract Expressionism in which external energies met the inner chords of the artists who then poured those unconscious but real perceptions onto the canvas. The artist Lina Forsdahl, born in Poland but now living for many decades in a small seaside town on the coast of Sweden, mixes the experiences of Symbolism with those of Abstract Expressionism to give rise to a style in which reality is hidden by the indefinite and random brushstrokes while somehow managing to emerge, to make its voice heard in the same way that Brussière and Böcklin allowed the inscrutable to invade their canvases; the figurative part is thus absorbed by the informal one as if it wanted to hide itself, or perhaps it would be better to say reveal that impalpable current that flows silently beneath the noise of life.

The atmospheres evoked by Lina Forsdahl are delicate, tenuous, almost as if her own interiority needed to immerse in the softness of the sensations arrived from the outside and then absorbed by the soul before escaping again but in a reworked way through the magic of art; the chromatic range is thus akin to the lightness it needs in order to lose itself within the world of intuitions that seems to make everything undefined except for those colorful emotions that stand out from the predominantly neutral and shaded backgrounds, as if to highlight the incisiveness they possess in that process of emerging from initial confusion. In some canvases, on the other hand, to emerge discreetly and veiled from the backgrounds is a delicate figuration, barely hinted at, only suggested by Lina Forsdahl but functional to give a more concrete sense of the expressive intent to which the title always refers; in these cases Symbolism predominates over Abstract Expressionism, although the latter is the basis from which everything else is generated, leaving the viewer with the feeling that the author’s secret message is softly emerging to instill that touch of intuitive awareness that then needs to be deepened through reflection. Dreams about you belongs exactly to this series of artworks, in fact the woman’s face is barely sketched to evoke the dimension of dream, or memory, hidden by all that ocean of feelings and emotions that that memory carries; the you referred to in the title can be someone, and thus the painting takes on a romantic connotation divided between nostalgia and the desire for a return, or the protagonist herself, as if she were imagining a different self, more aware and eager to find the courage to take charge of her life and write a new and more fulfilling story.

Thus, the predominant hues are those of air and water, somehow related to the passing of existence and the elusiveness of what has receded, yet the woman’s profile does not appear sad, rather collected in herself as it immerses in her own sensations. In Universe balance, again the evanescent figuration manages to take center stage in the painting, as if it is exactly that intangibility that emphasizes the presence barely hinted at in transparency; a woman’s legs in high heels seek improbable balance on the stiff and steep terrain of the sea-washed rocks, making a fall highly possible, yet the posture seems solid, impervious to the elements. It is a metaphor for contemporary living that of Lina Forsdahl, goes on to investigate how complex it is to manage to remain stable in a world where everything often seems to dissolve, how crucial it is to believe firmly in one’s own possibilities in spite of becoming aware of the difficulties one is forced to face on a daily basis. Yet perhaps the secret is precisely what the author suggests, learning to dance about life in spite of everything.

The canvas Whispers during the dance, on the other hand, belongs completely to Abstract Expressionism, it is the colors that tell the sense of the movement of the title, as if they were incapable of remaining fixed and equal to themselves and therefore needed to let go of the emotions generated by the music; the moment evoked by Lina Forsdahl is that of the magic of a dance that generated a kaleidoscope of emotions to which she could not help but surrender herself, as if the instant had fixed indelibly in her inner treasure chest until the moment she pushed to come out in the form of painting. The use of the palette knife allows her to give a broad and dense structure to the chromatic variations played essentially on shades of pink, a color linked to the soul and romanticism, and those of light blue, tones of spirituality but also of dream, almost as if the sighs of which she tells in the title continue to make their voice heard, an echo that spreads from the moment experienced until it reaches intact the present one.

In Life’s Mystery, on the other hand, Lina Forsdahl returns to Symbolism, underlining how water is a fundamental and recurring element in her artistic production, a metaphor for the flowing and constant transformation of Heraclitean, that flux that cannot be stopped precisely because it is part of the very meaning of life. Here it is a waterfall that is the protagonist, thus a gushing and regenerative energy, which, however, can also be understood as energy that springs forth at the precise moment when circumstances require it because, after all, the mystery is precisely that of being able to comprehend the possibility of finding an unexpected force that makes it possible to overcome the momentary obstacle in order to evolve and form as individuals. Lina Forsdahl is an internationally recognized artist, has to her credit participation in group exhibitions in galleries, museums and public exhibition spaces, and international fairs in Tokyo, Copenhagen, New York, Paris, Rome, and Venice, and some of her paintings are in permanent museum collections in Denmark, Korea and Italy. She is included in major art publications and in 2025 will be among the artists in the MoMa edition of Atlas of Contemporary Art edited by Giunti.