BOLOGNA – «Sono diventato molto amico di Nek. Ci conoscevamo già e siamo emiliani tutti e due, ma la vera amicizia è nata da poco. Abbiamo avuto entrambi un grave incidente alle mani, quasi nello stesso periodo e quando io ero ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena, una sera tardi mi arrivò un suo messaggio che mi chiedeva come stavo, aveva saputo della mia ustione procurata dalla caduta sul fuoco. Lo chiamai, lo ringraziai e mi raccontò che anche lui, lavorando in campagna, si era squarciata la sua mano sinistra, con una sega circolare tagliandosi (meglio dire amputandosi), quasi completamente due dita, l’anulare e il medio. Da quella sera ci sentiamo spesso e ci scambiamo notizie sullo stato di salute delle nostre mani, parliamo di pazienza, di cure, di fisioterapia e anche di dolore ma finiamo sempre esclamando insieme: “Ci è andata bene, lassù qualcuno ci ama…”. Adesso leggerò questo libro che Filippo ha scritto, ‘A mani nude’».
Lo scrive su Facebook Gianni Morandi.
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