Fu grazie a Sergio Leone, padre cinematografico di Verdone, che quest’ultimo fece il colpaccio. “Io un esordiente con la colonna sonora del maestro Morricone”, racconta. “Mentre finivo la preparazione di Un sacco bello, il mio primo film Leone mi disse ‘tutto pronto? La troupe è completa?’, ‘sì’, risposi io, ma lui insistendo disse ‘no, ecco cosa ti manca’ e mi portò a casa di Morricone, per poco non mi viene un infarto per l’emozione. Ma non finì lì: il maestro voleva saperne di più e così per due ore interpretai tutti i personaggi di Un sacco bello davanti ad Ennio che non era neppure troppo convinto, neanche li capiva benissimo ma Leone insistette. Poi fece delle musiche immense. Ancora oggi il fischio finale con il protagonista che se ne va è qualcosa di emozionante, struggente, una cifra immortale del film”.
Verdone parla di una grande generosità: “È vero, c’era di mezzo Sergio Leone e lui evidentemente si fidava, ma io ero pur sempre un esordiente, al massimo mi aspettavo l’utilizzo di un pezzo del suo repertorio. Invece con quelle composizioni Ennio diede la grazia a quel film e anche a ‘Bianco Rosso Verdone’, ancora oggi il tema del migrante, la musica al cimitero nella scena con sora Lella, sono musiche che restano nel mio cuore e non solo nel mio”.
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