“Si tratta di una proiezione molto tragica – sottolinea Rossato – in cui si percepiscono le conseguenze dell’emergenza sanitaria. Ma, come sostiene INAIL, le morti per Covid sono un terzo dei decessi sul lavoro. Quindi è evidente che la situazione più grave vada al di là del contagio. La quotidianità lavorativa tra muletti, impalcature e carichi, uccide di più del Coronavirus sul posto di lavoro. E il vaccino, in questo caso, si chiama formazione continua”.
Intanto a guidare la classifica nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro da gennaio a marzo 2021 è la Lombardia con 22 vittime. Seguono: Campania (18), Lazio (16), Emilia Romagna (15), Piemonte (14), Veneto (11), Puglia (10), Abruzzo (9), Toscana (8), Calabria e Sicilia (6), Molise (5), Trentino Alto Adige (4), Umbria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Marche (2), Basilicata e Sardegna (1). Per quanto riguarda invece l’incidenza di mortalità sulla popolazione lavorativa, è il Molise a guidare la classifica con un indice di 47,7 contro una media nazionale pari a 6,7. Seguono Abruzzo (18,3) e Calabria (11,2). Le province in cui si muore di più in occasione di lavoro in Italia sono Napoli e Roma (9 decessi). Seguono Milano (7), Bologna, Brescia e Torino (6) e Salerno (5).
Il settore Costruzioni quello che conta più vittime (21 decessi). Seguono: Attività Manifatturiere (14), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (13), Servizi di Informazione e Comunicazione che come Trasporto e Magazzinaggio contano 7 vittime; Noleggio, Agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (4). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro totali è tra i 45 e i 64 anni (103 su un totale di 154). Le donne che hanno perso la vita nel 2021 sono 11 su 154. Gli stranieri deceduti sul lavoro nei mesi da gennaio e marzo 2021 sono 23. Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi tre mesi dell’anno.
“Contemporaneamente – conclude Mauro Rossato – non possiamo non sottolineare i numeri dei decessi sul lavoro dovuti al Covid. Sono infatti 551 le vittime rilevate da gennaio 2020 a marzo 2021. Tra le incidenze meno elevate di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, che ha una media nazionale di 23,9, troviamo Sardegna (3,6), Basilicata (5,3), Friuli Venezia Giulia (7,9), e Veneto (8,9)”. Sempre alla Lombardia spetta la maglia nera per quanto riguarda i numeri assoluti, con 175 decessi; seguita da Campania (61 decessi), Lazio (49 decessi), Piemonte (47), Emilia Romagna (40 decessi), Puglia (33 decessi). E la triste graduatoria prosegue con la Sicilia (23), la Liguria (21 decessi), il Veneto e l’Abruzzo (19), la Toscana (17), le Marche (16), il Molise e la Calabria (7), l’Umbria (5 decessi), il Friuli Venezia Giulia (4), la provincia autonoma di Trento (3), la Valle d’Aosta e la Sardegna (2), la Basilicata (1).
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