Lo scorso anno a prevalere erano stati, a pari merito, Brunori Sas con “A casa tutto bene” e Caparezza con “Prisoner 709”. Quest’anno è stata anche introdotta anche la categoria delle opere prime, che vede in finale (in ordine alfabetico) Giuseppe Anastasi con “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo”, i Dunk con l’album omonimo, Generic Animal con l’album omonimo, i Maneskin con “Il ballo della vita”, Paola Rossato con “Facile”.
Sono stati quasi 100 i giornalisti e critici musicali coinvolti nel voto (rappresentanti di testate di vario tipo, dai quotidiani alle webzine, sino alle radio). Con altri che si aggiungeranno, sceglieranno ora nelle rose dei finalisti i vincitori nelle due categorie.
Fra gli album più votati ci sono stati anche, nelle posizioni immediatamente successive ai primi cinque: i Baustelle con “L’amore e la violenza – Vol. 2”, Calcutta con “Evergreen”, i Calibro 35 con “Decade”, Carlot-ta con “Murmure”, i Nu Guinea con “Nuova Napoli”, i Subsonica con “8”.
Nei dischi d’esordio dopo i finalisti si sono classificati Francesco Anselmo con “Il gioco della sorte”, Gigante con “Himalaya”, Mèsa con l’album omonimo, Viito con “Troppoforte”, Wrongonyou con “Rebirth”.
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