Il mondo della danza ha da sempre affascinato gli artisti di ogni epoca, il movimento plastico dei corpi ha conquistato la sensibilità creativa di un’ampia schiera di pittori che hanno sentito il forte impulso di riprodurre la magia che percepivano nell’incontro tra musica e movimenti; alcuni di essi addirittura ne hanno fatto il proprio tratto distintivo. La protagonista di oggi ne dà un’interpretazione decisamente attuale pur mantenendo il romanticismo affascinato dei pittori che l’hanno preceduta.
La fine dell’Ottocento è stata contraddistinta da un movimento artistico fondamentale, di fatto la base per gran parte delle correnti che si sono susseguite nel secolo successivo, l’Impressionismo, che è stato capace di liberare letteralmente il pittore dagli ambienti chiusi degli interni nobiliari o dall’arte più legata ai soggetti religiosi, permettendogli di scoprire, e raccontare, i paesaggi open air, gli scorci sulla vita comune vissuti nelle strade, nei prati, nei locali dove, durante la Belle Epoque le persone si intrattenevano per socializzare. Fu proprio quel movimento a svelare il particolare fascino che il ballo esercitava su molti grandi pittori del tempo, da Renoir a Matisse, da Henri Toulouse-Lautrec passando per Degas che aveva scelto i palcoscenici e le quinte come suo luogo preferito per osservare e poi riprodurre la grazia e la leggerezza delle ballerine. Questi grandi maestri dell’impressione e del colore, dell’atmosfera viva che riuscivano a infondere alle loro opere, sono stati fonte di ispirazione per molti artisti contemporanei, a loro volta rapiti e affascinati dall’alchimia del ballo. Gli argentini Colin Staples e Fabian Perez, entrambi autori di splendidi dipinti dedicati al tango, lo scozzese Jack Vettriano e l’americana Trish Biddle, che hanno invece immortalato la danza più romantica, stanno lasciando un profondo segno nell’arte contemporanea mondiale. Angela Cutolo si inserisce nel medesimo contesto sia dal punto di vista stilistico, decisamente Neorealista ma con richiami anche all’Impressionismo Contemporaneo che si manifesta ed evidenzia soprattutto sugli sfondi che contribuiscono a creare atmosfera e a dare risalto alle figure dei ballerini la cui energia sembra fuoriuscire dalla tela per travolgere l’osservatore.
Attenta osservatrice e appassionata di ogni forma di ballo, l’artista pone l’accento sulle pose plastiche, sui muscoli in movimento, sulla capacità di seguire il ritmo musicale dei protagonisti delle sue tele, di cui non desidera sottolineare i dettagli dei volti, delle identità, perché le stesse si rivelano nell’atto della danza, è quello il momento in cui ogni ballerino si trasforma in un individuo unico, capace di interpretare l’intensità delle note attraverso movimenti apparentemente fluidi ma in realtà minuziosamente studiati.
La serie Aria, Terra e Fuoco è esempio evidente di quanto sia fondamentale per la Cutolo catturare l’attimo più intenso, più personale, dell’interpretazione del danzatore impegnato nella danza contemporanea, fortemente energetica, in cui l’esibizione diventa monologo figurativo su note spesso indefinite eppure assolutamente armoniche; è forse per questa energia percepita durante l’osservazione dei movimenti che l’artista sceglie di associare quel ballo ai quattro elementi primordiali, base della natura così come della vita.
Ancor più energia si sprigiona, e viene raccontata, nel dipinto Hip Hop, in cui l’artista sceglie di dare voce a uno stile non convenzionale, o almeno non tanto comunemente immortalato, in cui le figure divengono espressioni acrobatiche di un corpo votato all’esibizione della forza, ed è questo l’attimo catturato dall’artista, quello in cui la manifestazione interiore si fonde con il fuoriuscire di tutto ciò che fino a poco prima era stato trattenuto.
Nell’opera La farfalla invece si sposta sulla leggerezza della danza classica, avvolgente, morbida allo sguardo eppure frutto di un controllo del corpo risultato di durissimi allenamenti e Angela Cutolo è bravissima a sottolineare anche la forza e l’energia della ballerina. Dettagli che si svelano dalle punte perfettamente curvate, dalle braccia magistralmente sostenute, un attimo dopo un’evoluzione di cui la posa narrata costituisce l’epilogo, la chiusura. Ma l’artista è affascinata anche da ciò che si vive dietro le quinte, quel timore di entrare in scena e dare vita alla musica, descriverla, rappresentarla, entrarvi dentro per esprimere un io differente, quello artistico, che spesso rimane inespresso fino a quando l’interprete non si trova sul palcoscenico.
Il timore, la timidezza è perfettamente descritto dalla Cutolo nell’opera Il debutto, in cui la bambina non può fare a meno di spiare dalle quinte quante persone saranno davanti a lei nel momento in cui il sipario si aprirà, spaventata eppure inconsapevole dell’impresa che sta per compiere, avvolta da un soffice tutù che la fa sentire una principessa per un giorno. La delicatezza dello sguardo dell’artista rende forse più tenero quel misto tra curiosità, impazienza e insicurezza della bimba che, per la prima volta, calcherà la scena. Approda tardi alla pittura Angela Cutolo, pur avendo da sempre coltivato la passione per l’espressione creativa, ma dal 2016 a oggi ha partecipato a diverse mostre collettive nel Lazio e a molte esposizioni storiche dell’importante Associazione dei Cento Pittori di via Margutta di Roma.
ANGELA CUTOLO-CONTATTI
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