“N’artra biretta”, Pappa: “Nasce dalla necessità di scardinare i classici luoghi comuni della provincia italiana”

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“Un viaggio al centro di una città ricca di personaggi che ancora vivono tra i fantasmi di un epoca che, purtroppo, ancora si fa sentire”

pappaDa venerdì 28 maggio sarà in rotazione radiofonica “N’artra biretta”, il nuovo singolo di Pappa. N’artra biretta nasce dalla necessità di scardinare i classici luoghi comuni della provincia italiana, in questo caso Latina, dove è molto semplice imbattersi in una quotidianità che fa fatica ad andare oltre la retorica del “Qvando c’era lvi”. Girovagando per le strade di Latina mi sono divertito a fare delle domande e raccogliere delle testimonianze che ho deciso di esasperare nel brano per aggiungere un pizzico di goliardia e leggerezza. Certamente l’ironia è stata fondamentale per affrontare tematiche delicate come questa e rendere il brano più leggero anche se potrebbe essere frainteso. Il mio ruolo in questo caso sicuramente non vuole essere quello di educatore, tant’è vero che il brano non è un manifesto politico, piuttosto ho cercato di ironizzare su una forma mentis e una retorica sbagliata.

Pappa ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“N’artra biretta” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

N’artra biretta nasce dalla necessità di scardinare i classici luoghi comuni della provincia italiana, in questo caso Latina, dove è molto semplice imbattersi in una quotidianità che fa fatica ad andare oltre la retorica del “QVANDO C’ERA LVI”. Girovagando per le strade di Latina mi sono divertito a fare delle domande e raccogliere delle testimonianze che ho deciso di esasperare nel brano per aggiungere un pizzico di goliardia e leggerezza. Un brano, senza ombra di dubbio, schietto, diretto e senza filtri. Un viaggio al centro di una città ricca di personaggi che ancora vivono tra i fantasmi di un epoca che, purtroppo, ancora si fa sentire. Un Lucio nostalgico, una madre quasi succube, un artista confuso ci raccontano quella che è la mentalità di una città “moderna”. Un ritornello che però ha il potere di abbattere tutti i muri e la capacità di unire mille voci in un unico coro.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

Semplicemente uno dei tanti punti di vista che si hanno del luogo in cui si cresce e si vive. Certamente l’ironia è stata fondamentale per affrontare tematiche delicate come questa e rendere il brano più leggero anche se potrebbe essere frainteso. Il mio ruolo in questo caso sicuramente non vuole essere quello di educatore, tant’è vero che il brano non è un manifesto politico, piuttosto ho cercato di ironizzare su una forma mentis e una retorica sbagliata.

Che tipo di accoglienza ti aspetti?

Prima dell’uscita ho cercato di non farmi nessuna aspettativa. Non uscivo con un brano dall’anno scorso, in pieno lockdown, con una canzone che ho caricato solo su youtube dal titolo “Un giorno di merda”. Dopodiché sono stato buono a raccogliere materiale. A distanza di un mese dall’uscita di N’artra biretta non posso che essere contento per come è stata accolta, numeri per me mai visti prima in cosi poco tempo. Sono veramente grato. Mi arrivano messaggi per i complimenti sia dal nord che dal sud, non me l’aspettavo minimamente.

Come nasce il tuo progetto musicale?

Sono cresciuto guardando il mare quindi di base non mi pongo limiti, non mi appartengono, nella musica cosi come nella vita. La passione nasce gia da piccolo, a 2 anni mi addormentavo solo se guardavo una cassetta VHS di un concerto di Umberto Tozzi, non saprei dire il perche in realtà. Fu il mio primo concerto. Poi la chitarra e la tastiera giocattolo in giro per casa, un pianoforte di fine 700 a casa dei nonni, la passione per Renato Zero a 8 anni e poi, verso i 15 anni la prima vera chitarra e la necessità di iniziare a esprimermi tramite parole e melodie. Parte tutto da lì. Dopo le prime esperienze nelle band decisi di intraprendere il percorso da solista e pubblicai nell’ottobre 2017 il mio primo album “Sottoscala”. Da lì in poi capii che volevo fare le cose sul serio.