Natale 2020, ecco le più amate Christmas Songs in lingua inglese secondo Cambridge Assessment English

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MILANO – Natale è arrivato e, anche se l’atmosfera di questo periodo non è la stessa di sempre per le particolari circostanze che il mondo sta vivendo, ad annunciarlo sono tornate le familiari melodie delle feste. Le canzoni di Natale continuano infatti ad accompagnarci anche in quest’anno diverso da tutti gli altri, regalando in questi tempi difficili un momento di leggerezza. Si tratta di brani che per molti hanno hanno rappresentato, e rappresentano ancora, uno dei primi approcci all’inglese: un modo divertente per esercitare la lingua arricchendo il proprio vocabolario e, allo stesso tempo, scoprire le tradizioni natalizie della cultura anglosassone.

Dalle campanelle, la neve e l’agrifoglio fino all’albero di Natale, dall’arrivo di Santa Claus all’usanza del carolling: l’immaginario natalizio è tutto contenuto nelle parole di queste canzoni. Cambridge Assessment English, che da oltre 80 anni opera nel nostro paese come ente certificatore del livello di lingua inglese, propone allora di scoprire tutte le curiosità sui brani natalizi più amati e più famosi in lingua inglese, ingredienti irrinunciabili di queste festività.

CANTI DELLA TRADIZIONE

We Wish You a Merry Christmas – non solo una delle più celebri, ma anche una delle più antiche Christmas carols. Sembra che già nel 1500 facesse parte del repertorio dei caroller, cantori che si presentavano alla porta di ricchi signori per intonare canti natalizi in cambio di un’offerta o di una fetta del figgy pudding, il dolce della tradizione nominato nel testo della canzone, da cui discende l’attuale Christmas pudding. Sebbene non si conosca l’origine esatta del canto, si può dedurre che il verso «And a happy new year» sia un’aggiunta posteriore al 1752: prima di allora, infatti, il primo giorno dell’anno in Inghilterra coincideva con il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione. La grande popolarità del brano deriva dall’arrangiamento che ne fece, nel 1935, il compositore Arthur Warrell con il coro da lui diretto presso la University of Bristol.

The Twelve Days of Christmas – un canto tradizionale di origine ignota, anche se presumibilmente francese, diffuso in area britannica e scandinava già a partire dal XVI secolo. Il testo del brano appartiene a una filastrocca popolare pubblicata nel 1780 nella raccolta per bambini Mirth Without Mischief, pensata per essere trasformata in un gioco di memoria i cui partecipanti, disposti in circolo, dovevano a turno recitarne un verso. La canzone ha infatti una struttura cumulativa in cui il narratore elenca i doni che ha ricevuto durante i dodici giorni del Natale (dal 25 dicembre fino all’Epifania): ogni verso menziona i doni di quello precedente aggiungendone uno. L’interpretazione del testo non è univoca, e ha portato molti ad esprimersi sulla valenza simbolica dei doni citati.

Silent Night – Tradotto in oltre 300 lingue e dichiarato nel 2011 patrimonio culturale dall’Unesco, questo brano è la versione inglese del canto austriaco ‘Stille Nacht, heilige Nacht’ (1818). I versi sono opera del sacerdote salisburghese Joseph Mohr, che li scrisse per infondere speranza nella popolazione afflitta dalle devastazioni delle guerre napoleoniche e dalla carestia. Mohr ne affidò poi la messa in musica al maestro di scuola e organista Franz Xaver Gruber, affinché il brano potesse essere eseguito durante la messa della vigilia di Natale nella chiesa di San Nicola a Oberndorf. Secondo quanto tramandato, l’arrangiamento originale prevedeva due voci soliste, un coro e una chitarra al posto del tradizionale organo, perché quello presente all’interno della chiesa era guasto, in quanto rosicchiato dai topi o – secondo una versione alternativa – danneggiato da un alluvione.

The First Nowell/The First Noel – Questa carol dedicata al primo Natale, quindi alla nascita di Gesù bambino, è probabilmente originaria della Cornovaglia e datata XVI-XVII secolo, o forse ancor più antica. Nowell è infatti un termine inglese della prima età moderna derivante dal francese noël. La prima pubblicazione del brano risale al 1823, con un arrangiamento e un’integrazione al testo a opera dell’autore Davies Gilbert, già membro della Royal Society, di cui fu poi presidente. Sono numerosissime le versioni del brano incise negli anni da vari interpreti come Nat King Cole, Frank Sinatra, fino a Bob Dylan e Whitney Houston.

Jingle Bells – È un imprescindibile brano della colonna sonora natalizia, grazie al suo motivo accattivante che si imprime nella memoria al primo ascolto. Stando a una targa commemorativa affissa su un edificio di Medford (Massachusetts), la canzone è da attribuire a James Lord Pierpont, che la compose nel 1850 in una taverna della città, ispirandosi alle corse sulle slitte che si svolgevano agli inizi del 1800. Ecco spiegato motivo per cui era in origine intitolata One Horse Open Sleigh. I campanellini tintinnanti, citati nel ritornello, sarebbero proprio quelli con cui venivano adornati i cavalli, il cui ritmo trottante caratterizza anche l’andamento della canzone. Dapprima pensata per essere eseguita nel giorno del Ringraziamento, Jingle Bells divenne ben presto un simbolo delle festività natalizie, ispirando numerose cover, imitazioni e omaggi musicali, tra cui Jingle Bell Rock di Bobby Helms, del 1957, diventata un classico del Natale. Jingle Bells ha acquisito perfino lo status di prima canzone trasmessa nello spazio, quando, nel 1965 fu intonata dagli astronauti Wally Schirra e Tom Stafford della Gemini 6.

Deck the Halls – una tradizionale ‘Christmas carol’ che ha raccolto elementi culturali dei diversi paesi dell’attuale Gran Bretagna: nasce dall’unione di un’antica melodia, appartenente al canto invernale gallese Nos Galan (“Vigilia di Capodanno”) del XVI secolo, con i versi scritti in lingua inglese, nel 1862, dal musicista scozzese Thomas Oliphant. Il testo della canzone «deck the halls with boughs of holly» fa riferimento alla tradizione del decorare le stanze con l’agrifoglio. Il suo noto refrain fa la la la la si ipotizza possa risalire alle ballate medievali gallesi. Come gli altri antichi canti natalizi, anche Deck the Halls è stata negli anni riproposta da artisti di ogni genere musicale.

CLASSICI DI NATALE

Santa Claus Is Coming to Town – un brano natalizio scritto dagli autori statunitensi Haven Gillespie e J. Fred Coots, che divenne una vera e propria hit dopo essere stato cantato per la prima volta, nel 1934, da Eddie Cantor, durante una trasmissione radiofonica. Nelle ventiquattro ore successive alla performance dell’attore americano, la reazione all’ascolto del brano fu sensazionale: il bilancio parla infatti di 500.000 partiture ordinate e più di 30.000 copie vendute. Ad oggi si conta un totale di oltre 200 cover realizzate. I versi della canzone narrano uno dei miti del Natale: l’arrivo di Santa Claus con i doni da portare casa per casa.

White Christmas – una canzone di Irving Berlin del 1942, divenuta, nella versione cantata da Bing Crosby, il singolo più venduto in tutto il mondo con oltre 50 milioni di copie. La cifra supera i 100 milioni, secondo quanto riferisce il Guinness World Records, se si considerano anche le versioni degli altri interpreti. Un enorme successo dovuto alla vena nostalgica e sognatrice che avvolge questa canzone dedicata all’intramontabile fascino del Natale innevato.

Let it snow! Let it snow! Let it snow! – Conosciuto semplicemente come ‘Let it snow!’, è un brano scritto dal paroliere Sammy Cahn e dal compositore Jule Styne nel 1945, interpretato in origine da Vaughn Monroe. Nonostante il testo non faccia direttamente riferimento alle festività, la canzone ha assunto una connotazione natalizia nel Nord America per via della sua ambientazione invernale, e della consuetudine che la vede trasmessa alla radio durante le vacanze di Natale. Il brano si è imposto come uno dei più importanti classici natalizi del XX secolo. Tra le prime cover incise spicca quella di Frank Sinatra.

Rocking around the Christmas Tree – Composta nel 1958 da Johnny Marks, la canzone è interpretata dalla teenager Brenda Lee. Si tratta di uno dei canti natalizi più amati, soprattutto per il suo andamento festoso e ritmato. Il testo, oltre a omaggiare il ritornello di Deck the Halls, citandolo, evoca alcune delle maggiori tradizioni natalizie: dal bacio sotto al vischio al carolling.