Quest’anno sotto l’albero vincono le tanto amate ricette di famiglia: per 1 millennial su 2 (54%) ciò che ‘fa Natale’ sono proprio la pasta fatta in casa della nonna, o il suo ‘mitico’ arrosto (45%). È la sua cucina la ‘star’ incontrastata del menù delle festività, tanto da essere considerato il momento più atteso del Natale (48%). E la nonna è l’ unica e vera cuoca riconosciuta da parte di tutta la famiglia (39%), capace di accontentare tutte le richieste grazie ad un ricettario personale che farebbe invidia ad uno chef stellato (65%).
Opinione condivisa anche dai masterchef (53%)secondo cui è proprio la sua cucina della nonna ad essere ispirazione per una tendenza che vede al centro la tradizione, rivisitata in chiave contemporanea ed innovativa, ad esempio attraverso la sostituzione con l’olio dei condimenti più calorici (67%), oppure l’aggiunta di spezie con cui rendere i piatti più saporiti e agrodolci(41%).
È quanto emerge da uno studio condotto dallo Story Cooking di Casa Coricelli, l’osservatorio sulle tendenze nel mondo dell’olio e della cucina dell’omonima azienda umbra, condotto mediante la metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1.500 persone di età compresa tra i 16 e i 30 anni e su un panel di 50 masterchef, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate per sondare l’ultima tendenza del Natale in cucina.
La nonna batte l’albero di Natale: è lei il vero simbolo della festa. La sua forza? Richiama intorno a sé tutta la famiglia ed incarna la tradizione a tavola
Nell’era dei social e del digitale, il Natale rappresenta per i millennials una tradizione a cui rimangono sempre molto legati, tanto da essere considerata la festività preferita dell’anno (68%). Qual è il punto di riferimento del Natale? A sorpresa la nonna (51%) batte persino l’albero (48%), in termini di simbologia. È lei la vera star della ricorrenza, capace di far mettere tutti d’accordo (39%), richiamando intorno a sé, almeno per una volta all’anno, l’intera famiglia (42%). È lei la persona con la quale si sono vissuti i momenti più importanti (48%) fin dall’infanzia, tra i quali il Natale, per via dell’atmosfera calorosa che si va a creare in casa.
In particolare è proprio la nonna quella che più di tutti si prodiga affinché ogni Natale sia perfetto per tutti i suoi ‘cari’: profondamente legata alle tradizioni, è lei la prima che organizza le decorazioni in casa (32%), chiama personalmente nipoti e figli per accertarsi che siano presenti quel giorno (31%) e soprattutto pianifica con netto anticipo e con attenzione ai dettagli il menù del pranzo del 25. Dai ricordi dei millennials emergono levatacce all’alba per preparare i manicaretti (67%), preparativi dai giorni precedenti per allestire la tavola con il servizio migliore (59%), fino ad acquisti dei migliori ingredienti con cui realizzare un menù perfetto (76%).
Secondo i masterchef il menù di Natale trae ispirazione dal ricettario della nonna: pasta fatta in casa abbinata a consistenze diverse, secondi di carne, ma riletti in chiave agrodolce, e dolci della tradizione rivisitati in maniera creativa
Cosa non può mancare nel menù di Natale? Secondo gli esperti chef, spiccano i primi piatti a base di pasta fatta in casa, come i ravioli e le tagliatelle (54%), conditi con sughi a base di cacciagione o di pesce; a seguire secondi di carne cotti al forno (45%) o pesce in umido o alla brace (59%) che, soprattutto al sud, sono piatti immancabili. Per finire, non possono essere dimenticati i dolci tradizionali a base di creme (56%), frutta secca (49%) o miele (37%). A scendere sono invece tutti quei piatti considerati orientali (45%), come la cucina giapponese (38%). Sushi e sashimi battuti da cappone e cappelletti per un menù che il 25 dicembre deve essere rigorosamente all’insegna dei sapori del territorio, ma ripensati in chiave 4.0 (53%). Secondo i masterchef italiani è importante sperimentare nel segno dell’innovazione (53%): ad esempio attraverso la sostituzione con l’olio di condimenti più calorici (67%), oppure l’aggiunta di spezie ed aromi con cui rendere i piatti più saporiti o agrodolci (41%), oppure l’introduzione di nuove cotture (32%), come quella a vapore o sotto vuoto.