Da venerdì 22 aprile è disponibile in radio “Nel centro di New York”, il nuovo singolo della cantautrice piemontese Elisabetta Gagliardi, già disponibile su tutte le piattaforme streaming e in digital download. “Nel centro di New York”, scritta con il bassista Nicola Bruno e prodotta da Producer Erik Bosio, è una canzone d’amore anche se racconta gli ultimi momenti di un rapporto giunto ormai al termine. È un atto di amore nei confronti di sé stessi, un inno disperato a lasciare andare le cose quando si prende coscienza che nulla potrà evolversi in qualcosa di vero, concreto, duraturo. Perché l’amore lo si fa e lo si costruisce in due.
Elisabetta Gagliardi ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Nel centro di New York” è il tuo nuovo singolo, come nasce?
“Nel centro di New York” nasce da una suggestione durante il mio viaggio nella grande mela. Guardavo tutti questi grattacieli e la vastità dello skyline newyorkese. Mi chiedevo quando potesse costare un appartamento nel centro di New York. Non riuscivo a quantificare, a pensare ad una cifra. Qualche mese dopo, in Italia, nella mia camera-studio misi le mani sul piano e scrissi: “Se solo potessi vendere tutto l’amore che ho per te Vivrei in un attico nel centro di New York” pensando a quanto amore avessi in corpo per una persona che aveva vissuto parte della mia vita. Anche questo amore non quantificabile. Proprio come l’appartamento di New York. Nacque così in una sera questa canzone. Partendo proprio da quella suggestione.
L’hai definita una canzone per lottatori, perché?
Perché bisogna lottatore nella vita per stare bene. Bisogna avere coraggio di lasciare andare le situazioni che non ci portano a nulla di buono. Bisogna lottare per il nostro benessere, è più importante di qualsiasi altra cosa.
C’è anche un lyric video, come si caratterizza?
Il video lyric di “Nel centro di New York” è stato curato da Marcello Geraci. Sono poche immagini ma essenziali che accompagnano il testo. Lo volevamo così: essenziale e minimale.
Come hai scoperto la tua passione per la musica?
Da piccina, studiando pianoforte al Conservatorio e nei lunghi viaggi in treno. Mi piaceva isolarmi con le cuffie e ascoltare musica scrivendo su un quaderno quelli che poi sarebbero diventanti versi delle mie canzoni. Quello mi piaceva fare: scrivere e raccontare storie condivisibili.
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