ROMA – Il Piano per il Sud 2030 è un segnale positivo, ma per avere successo deve rappresentare una priorità per l’intero Paese. Annullare la divaricazione tra il Nord e il Mezzogiorno è la pre-condizione per una piena integrazione con il resto dell’Europa e per rimettere in moto l’Italia. È quanto ha sottolineato il Vice presidente della CNA con delega al Mezzogiorno, Giuseppe Cascone, nel corso dell’incontro con il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano (foto).
“Lo schema proposto dal Piano – ha aggiunto Cascone – si fonda su una maggiore integrazione tra i diversi livelli istituzionali, ma necessita di un raccordo permanente con gli stakeholders più significativi a partire dalle Associazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori per individuare e selezionare priorità e interventi”.
Per la CNA occorre partire dalle infrastrutture, ma al tempo stesso si deve superare definitivamente il modello di industrializzazione degli anni 50-70 incentrato su grandi stabilimenti, sostenendo processi di innovazione e internazionalizzazione.
Cascone ha indicato l’esigenza di un vigoroso programma di investimenti infrastrutturali per trasformare il Sud in fattore di connessione tra l’Europa, Mediterraneo e Asia. Prioritario il potenziamento della rete ferroviaria ad alta velocità e la diffusione della banda larga. Non meno rilevante il rafforzamento delle infrastrutture sociali quali scuole, ospedali e asili nido.
Il Vice Presidente della CNA si è poi soffermato sugli strumenti per le imprese sottolineando la necessità di semplificare le procedure. Inoltre serve ridare centralità a micro e piccole imprese superando la logica degli incentivi a taglia unica e favorendo strumenti automatici a partire dal credito d’imposta e i voucher per le micro imprese. L’efficacia degli interventi necessita tuttavia di continuità temporale delle misure. Il Vice Presidente della CNA inoltre ha segnalato che le difficoltà di accesso al credito per micro e piccole imprese al Sud continuano ad essere maggiori rispetto al resto del Paese e al riguardo deve essere promosso un ruolo più incisivo dei Confidi.
Infine Cascone ha indicato che il turismo e la cultura “possono diventare la nuova frontiera per lo sviluppo del Sud” ed ha auspicato il rafforzamento della Strategia nazionale per le aree interne.