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Il Neoimpressionismo di Rossella Ghigliotti, quando il visibile si dissolve e si mescola con l’intensità della percezione

Tutto ciò che ruota intorno all’essere umano può essere semplicemente visto, in modo quasi sfuggente perché la distrazione del vivere tende a distogliere dall’istinto di approfondimento, oppure può divenire stimolo a una più attenta osservazione che non viene compiuta solo con lo sguardo, bensì ha bisogno di attivare una connessione intimista con l’interiorità in virtù della quale a emergere sarà non più l’oggettività bensì tutto ciò che si lega alla memoria del cuore, a quel percepire sottile di ogni aspetto della realtà che inevitabilmente entra all’interno dell’emotività. La protagonista di oggi reinterpreta secondo questa linea guida espressiva un movimento artistico del passato che aveva rotto gli argini con l’arte tradizionale, e lo rende soggettivo attraverso una forte sensibilità che le permette di porsi in posizione di ascolto di un’interiorità costantemente sollecitata da ciò che appare davanti ai suoi occhi.

Quando il Realismo aveva preso in mano le redini dell’arte della metà dell’Ottocento, eliminando la soggettività per soffermarsi solo e unicamente sulla riproduzione della realtà nella sua veste più formale, un gruppo di artisti cominciarono invece ad avvertire un’esigenza differente, quella cioè di darne una versione più intensa, più orientata a riprodurne l’incanto della luce, dei sottili movimenti delle superfici acquatiche, del leggero vento che spostava i cespugli rinunciando alla perfetta definizione, al disegno preparatorio e affidando la descrizione solo e unicamente al colore e al suo accostamento sulla tela. Gli artisti che aderirono a questo nuovo concetto di arte diedero vita all’Impressionismo, ispirandosi all’opera di Claude Monet che fu considerata il simbolo in cui erano contenute tutte le linee guida del movimento, Impressions, soleil levant, in cui rielaborarono le ricerche sulla luce e sul colore compiute dal più pioneristico tra gli esponenti dell’Arte Romantica, l’inglese William Turner. Le impressioni erano dunque quelle ricevute attraverso la contemplazione dei paesaggi e delle scene di vita quotidiana, catturate contestualmente all’osservazione poiché una delle caratteristiche essenziali dell’Impressionismo era proprio la velocità esecutiva, l’immediatezza che includeva la necessità di fermare rapidamente attraverso tocchi pittorici brevi e veloci, tutta la bellezza e la perfezione che si manifestava davanti agli occhi dell’esecutore dell’opera. Le tele di Camille Pissarro, Alfred Sisley e Jean-Baptiste Camille Corot, oltre ovviamente a Claude Monet, mostravano quanto la luminosità fosse predominante nei loro paesaggi poetici e impalpabili, quasi invasi dalla leggerezza pittorica attraverso cui questi grandi autori si concentravano sull’equilibrio estetico, sulla riproduzione oggettiva di ciò che veniva visto arricchendolo con le sensazioni generate da una particolare luce, da un momento irripetibile in cui un filo di vento o l’arrivo di un fenomeno atmosferico come un temporale o la neve trasformavano un panorama ordinario in qualcosa di straordinario. La soggettività però era ancora una volta lasciata in disparte in nome di una ricerca del perfetto equilibrio estetico, sebbene a differenza del Realismo, gli impressionisti non riuscirono a lasciare fuori quell’interpretazione poetica e melodica che inevitabilmente fuoriusciva da ciascuna delle loro tele, persino nel momento in cui si confrontavano con i ritratti, come emerge dalle donne protagoniste dei dipinti di Berthe Morisot e di Mary Cassat.

1 Impressioni di ottobre – tecnica mista su tela, 60x80cm

L’artista triestina Rossella Ghigliotti rielabora l’Impressionismo adattandolo a quella che è la sua poetica espressiva che non rinuncia a infondere nelle sue opere sensazioni ed emozioni soggettive, perché tutto ciò che la induce a dipingere è esattamente quell’impulso interiore che viene sollecitato dall’osservazione e che si lega indissolubilmente al percorso introspettivo che il contatto visivo con la natura va a generare; dunque la linea base impressionista viene mantenuta per tutto ciò che concerne la dissoluzione dei contorni delle immagini, l’utilizzo impalpabile del colore che diviene essenziale per mettere in evidenza la luce, l’alternarsi con le ombre che irradiano i suoi paesaggi di un aspetto plasticamente reale, ma viene poi oltrepassata perché ciò che emerge in modo chiaro dalle tele è l’impatto, l’interazione con la sua sensibilità, l’interpretazione che lei dà di quel ricordo, di quel frangente intravisto in un solo istante e che ha dovuto poi immortalare lasciando fuoriuscire le emozioni.

2 Qui e altrove – olio su tela, 70x50cm
3 Anime a nudo – acrilico su tela, 100x100cm

Essendo la sua arte così legata al sentire personale, anche la gamma cromatica è differenziata e dunque le opere assumono un aspetto cangiante sulla base del trasformarsi della narrazione oggettiva e soggettiva; i colori più cupi e polverosi descrivono atmosfere che inducono alla riflessione, quelle in cui a emergere è la meditazione su tutto ciò che è inarrivabile, o che semplicemente indica un declino della natura, come nel caso della stagione autunnale, mentre quelli più chiari e delicati appartengono alle sensazioni morbide e avvolgenti stimolate da panorami in cui la luce diviene predominante sull’ombra. In entrambi i casi Rossella Ghigliotti non rinuncia a permeare le sue tele di una luminosità più predominante o solo funzionale a esaltare il buio eppure in ogni caso portatrice di quell’energia positiva funzionale a intravedere possibilità di risalita, di uscita da una nebbia della coscienza che spesso ha bisogno di attraversare la consapevolezza dell’ombra per trovare una sua più evoluta dimensione.

4 Abissi – olio su tela, 70x100cm

L’opera Abissi è rappresentativa di questo concetto perché oggettivamente sembra raccontare le profondità marine, ma metaforicamente immortala quella fase dell’essere umano in cui tutto sembra essere avvolto dalle tenebre delle insicurezze, dalla paura di ciò che sarà, almeno fino al momento in cui sopraggiunge una rivelazione, intesa nel senso spirituale del termine, che permette di comprendere quanto invece sia possibile rialzarsi e risalire per ricominciare a camminare verso la luce. Le parti più scure del dipinto presentano dei graffi, quasi Rossella Ghigliotti volesse sottolineare quanto possa essere difficile dove attraversare una fase difficile, mentre invece la parte chiara sulla parte sinistra sembra irrompere a squarciare l’oscurità cancellandone le ferite inferte.

5 Infinito – acrilico su tela, 120x80cm

In Infinito la riflessione si sofferma sull’immensità del paesaggio, su quella natura che circonda l’uomo e che spesso è lasciata in secondo piano rispetto alla velocità e all’impellenza del vivere ma che di fatto rappresenta il legame più ancestrale al quale non è possibile rinunciare se si vuole ritrovare un contatto profondo con se stessi; l’infinito del titolo costituisce dunque quelle innumerevoli possibilità che si dispiegano quando si è capaci di alzare lo sguardo, oltrepassare l’urgenza dell’esistenza ordinaria per lasciarsi andare a una riflessione più elevata, più universale, che conduce perciò a comprendere che quella che si stava vivendo è solo una delle opzioni che possono essere scelte. Questo tipo di conoscenza superiore è narrata da Rossella Ghigliotti attraverso il colore marrone, coniugato verso il grigio ma poi sfumato fino ad avvicinarsi al bianco, una tonalità cromatica associata alla leggerezza e alla capacità di innalzarsi e dunque un silenzioso invito da parte dell’artista a lasciarsi andare e spingersi lontani rispetto a quanto immaginato o previsto, perché è solo così che può essere possibile giungere verso traguardi insperati.

6 Di nuvole – tecnica mista su tela, 50x70cm

La tela Di nuvole presenta invece una gamma cromatica decisamente più tendente ai colori freddi seppure l’immagine finale appaia calda, accogliente in virtù della sua rassicurante evocazione di un periodo di rinascita della natura, quello della primavera che è preludio di cieli sereni, di temperature più miti e dunque di nuove possibilità di impiegare i propri momenti liberi all’aperto proprio in contatto con paesaggi avvolgenti e rasserenanti come quello descritto da Rossella Ghigliotti. Lo sguardo vaga a cercare il confine tra terra e cielo anche se poi in fondo sembra non essere importante poiché ciò che conta davvero è l’impulso a entrare dentro quell’atmosfera impalpabile concedendosi il tempo di una pausa, contemplativa ma di fatto anche meditativa, in grado di ricaricare le energie per affrontare la contingenza. Il linguaggio pittorico dell’artista diviene così spunto per esplorare l’esistenza, le sue atmosfere soffici e intense sono connessioni profonde tra il percepire attraverso la fase osservativa e il sentire con la fase introspettiva, coinvolgendo il fruitore proprio in virtù di quella comunicatività leggera e delicata che ne fuoriesce.

7 Anime a nudo – tecnica mista su tela, 24x24cm

Rossella Ghigliotti, pittrice e scrittrice, ha al suo attivo la partecipazione a mostre collettive e personali in tutta Italia – Trieste, Venezia, Milano, Treviso, Udine, Pordenone, Roma -, le sue opere sono state premiate in occasione di concorsi d’arte e dal 2020 è membro del progetto culturale Ars in Tempore.

ROSSELLA GHIGLIOTTI-CONTATTI

Email: rossellaghigliotti@gmail.com

Sito web: www.rossellaghigliotti.com/

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Instagram: www.instagram.com/rossella_ghigliotti/

Rossella Ghigliotti’s Neo-impressionism, when the visible dissolves and mixes with the intensity of perception

Everything that revolves around the human being can be simply seen, in an almost fleeting way because the distraction of living tends to distract from the instinct of deepening, or it can become a stimulus to a more attentive observation that is not only carried out with the gaze, but needs to activate an intimist connection with interiority in virtue of which what emerges is no longer objectivity but everything that is linked to the memory of the heart, to that subtle perception of every aspect of reality that inevitably enters into the emotionality. Today’s protagonist reinterprets according to this expressive guideline an artistic movement of the past that had broken the boundaries with traditional art, and makes it subjective through a strong sensitivity that allows her to place herself in a position of listening to an interiority that is constantly stimulated by what appears before her eyes.

When Realism had taken over the reins of art in the mid-19th century, eliminating subjectivity to dwell solely and exclusively on the reproduction of reality in its most formal guise, a group of artists began to feel a different need, namely to give a more intense version of it, more oriented towards reproducing the enchantment of the light, the subtle movements of the aquatic surfaces, the light wind that moved the bushes, renouncing perfect definition and preparatory drawing and entrusting the description solely and exclusively to the colour and its combination on the canvas. The artists who adhered to this new concept of art gave life to Impressionism, inspired by Claude Monet‘s work that was considered the symbol in which all the guidelines of the movement were contained, Impressions, soleil levant, in which they reworked the research on light and colour carried out by the most pioneering of the exponents of Romantic Art, the English William Turner. The impressions were therefore those received through the contemplation of landscapes and scenes of everyday life, captured at the same time as the observation, since one of the essential characteristics of Impressionism was precisely the speed of execution, the immediacy that included the need to quickly stop, through short and rapid pictorial touches, all the beauty and perfection that was manifested before the eyes of the artwork’s executor.

The canvases of Camille Pissarro, Alfred Sisley and Jean-Baptiste Camille Corot, as well as Claude Monet of course, showed how luminosity was predominant in their poetic and impalpable landscapes, almost invaded by the pictorial lightness through which these great painters focused on aesthetic balance, on the objective reproduction of what was seen, enriching it with the sensations generated by a particular light, by an unrepeatable moment in which a gust of wind or the arrival of an atmospheric phenomenon such as a thunderstorm or snow transformed an ordinary landscape into something extraordinary. Subjectivity, however, was once again left aside in the name of a quest for perfect aesthetic balance, although unlike Realism, the Impressionists were unable to leave out the poetic and melodic interpretation that inevitably emerged from each of their canvases, even when confronted with portraits, as emerges from the women protagonists in the paintings of Berthe Morisot and Mary Cassat.

Trieste artist Rossella Ghigliotti re-elaborates Impressionism, adapting it to her expressive poetics that do not renounce infusing her artworks with subjective sensations and emotions, because all that induces her to paint is exactly that interior impulse that is solicited by observation and that is inextricably linked to the introspective path that visual contact with nature generates; thus, the Impressionist base line is maintained for all that concerns the dissolution of the image contours, the impalpable use of colour that becomes essential to highlight the light, the alternation with the shadows that give her landscapes a plastically real aspect, but is then transcended because what emerges clearly from the canvases is the impact, the interaction with her sensitivity, the interpretation that she gives of that memory, of that juncture glimpsed in a single instant and which she then had to immortalise, letting her emotions escape. Because her art is so closely linked to personal feeling, the colour palette is also differentiated, and thus the paintings take on an changing appearance based on the transformation of objective and subjective narrative; the darker and dustier colours describe atmospheres that induce reflection, those in which what emerges is meditation on all that is unattainable, or which simply indicate a decline in nature, as in the case of the autumn season, while the lighter and more delicate ones belong to the soft and enveloping sensations stimulated by landscapes in which light becomes predominant over shadow.

In both cases, Rossella Ghigliotti does not renounce permeating her canvases with a luminosity that is more predominant or only functional to exalt the darkness, yet in any case bearer of that positive energy functional to glimpsing possibilities of ascent, of escape from a fog of conscience that often needs to cross the awareness of shadow to find its own more evolved dimension. The work Abissi is representative of this concept because objectively it seems to recount the depths of the sea, but metaphorically it immortalises that phase of the human being in which everything seems to be enveloped by the darkness of insecurities, by the fear of what will be, at least until the moment when a revelation occurs, understood in the spiritual sense of the term, which allows to understand how it is possible to get back up and start walking towards the light again. The darker parts of the painting show scratches, almost as if Rossella Ghigliotti wanted to emphasise how difficult it can be to go through a difficult phase, while the lighter part on the left side seems to break through the darkness, erasing the wounds inflicted. In Infinity, the reflection dwells on the immensity of the landscape, on that nature that surrounds man and which is often left in the background compared to the speed and urgency of living, but which in fact represents the most ancestral bond that cannot be renounced if one wants to rediscover a profound contact with oneself; the infinity of the title thus constitutes those innumerable possibilities that unfold when one is able to raise one’s gaze, to go beyond the urgency of ordinary existence to let oneself go to a higher, more universal reflection, which therefore leads to understand that what is experienced is only one of the options that can be chosen.

This type of superior knowledge is narrated by Rossella Ghigliotti through the colour brown, conjugated towards grey but then fading down to approach white, a chromatic shade associated with lightness and the ability to rise and thus a silent invitation by the artist to let oneself go and go further than imagined or foreseen, because it is only in this way that it may be possible to reach unexpected goals. The canvas Di nuvole (Of Clouds), on the other hand, presents a chromatic range decidedly more inclined towards cold colours, even though the final image appears warm, welcoming by virtue of its reassuring evocation of a period of nature’s rebirth, that of springtime which is a prelude to clear skies, milder temperatures and therefore new possibilities of using one’s free time outdoors in contact with enveloping and soothing landscapes such as the one described by Rossella Ghigliotti. The gaze wanders in search of the boundary between earth and sky, even if in the end it does not seem to be important because what really counts is the impulse to enter into that impalpable atmosphere, allowing oneself the time for a pause, contemplative but in fact also meditative, capable of recharging one’s energy to face contingency. The artist’s pictorial language thus becomes a cue to explore existence, her soft and intense atmospheres are profound connections between perceiving through the observational phase and feeling through the introspective one, involving the viewer precisely by virtue of the light and delicate communicativeness that emerges. Rossella Ghigliotti, a painter and writer, has participated in group and solo exhibitions throughout Italy – Trieste, Venice, Milan, Treviso, Udine, Pordenone, Rome – to her credit, her paintings have been awarded prizes in art competitions and since 2020 she has been a member of the Ars in Tempore cultural project.

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Pubblicato da
Marta Lock

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