Niccolò Fabi precisa su Facebook: “Non mi ritiro dalle scene”

80
ROMA – A seguito delle informazioni divulgate nei giorni scorsi sul presunto ritiro dalle scene di Niccolò Fabi, il cantautore romano, direttamente sul suo profilo Facebook, ha chiarito la propria posizione.

«Annunciazió Annunciazió”, scrive Niccolò Fabi sul suo profilo Facebook, “Ma dimmi te se mi tocca commentare un articolo che parla di me. In venti anni è la prima volta. E spero sia l’ultima. In molte delle persone che mi seguono in queste ore si stanno alternando “disperazione” ed accettazione dell’ineluttabile a causa di un superbrillante titolo che riprendeva una frase all’interno di un’intervista. Titolo ripreso a sua volta e declinato a più non posso, che annunciava il mio ritiro definitivo dalle scene. Ora, che ai titolisti dei giornali, soprattutto online, interessi il sensazionalismo acchiappaclick più che la verità e la completezza dell’informazione è una triste evidenza nota a tutti».

«L’abbassamento del livello giornalistico e la pigra fiducia che, malgrado questo, molti continuano ad avere in tutto ciò che si legge on line hanno delle conseguenze gravissime nella nostra vita sociale e culturale soprattutto quando si trattano argomenti ben più rilevanti che il presunto addio alle scene di un cantautore di nicchia. Ma qui la questione per me è delicata e mi tocca intervenire».

Spiega Fabi: «Nell’italiano che frequento, frasi come “considero conclusa una fase artistica della mia carriera”, “non credo di poter andare oltre in un certo tipo di canzone”, “ho bisogno di una bella pausa in cui dedicarmi a progetti diversi” non sono esattamente sinonimi di “addio alla musica” o “ritiro definitivo dalle scene”. O forse sono solo sfumature? Scrivo questo solo per un motivo: a ottobre uscirà un disco raccolta e a novembre avrò un importante concerto a Roma di fine tour. L’idea che qualcuno che non mi conosce bene possa pensare che dietro a quel tipo di esternazioni ci sia il misero progetto di vendere qualche copia o biglietto in più mi fa rabbrividire. Voglio tranquillizzarvi. A chi pensa di acquistarli per assistere alla pantomima di un addio, per guardare da vicino le lacrime di un uomo che se ne va per sempre, o per possedere il suo testamento, a coloro consiglio di non farlo, di non comprarli assolutamente».

«Potrei tornare tra due anni vestito in smoking rosa suonando in un gruppo salsa e merengue o in canotta tatuato di teschi in una band che fa solo cover dei Suicidal Tendencies. La libertà per cui ho lottato non contempla l’obbligo della scelta imperitura. Detesto il bisogno di enfatizzare tutto pur di essere notati, l’epica contemporanea di rendere spettacolo qualsiasi cosa. Di trasformare ogni notizia in un allarme come ogni concerto in un evento».

«Quando me ne andrò per sempre non credo che avrò tempo e voglia di comunicarlo prima di un concerto o prima dell’uscita di un disco. Non è questo quello per cui ho lottato. Che è invece la libertà della scelta. La scelta di tacere o di parlare. E nel caso in cui ci fosse qualcosa da dire di farlo nei tempi e nei modi che si accordano alla mia natura. Nessun atto creativo significativo può dipendere da un contratto o da un’aspettativa. In ogni caso grazie a tutti quelli di voi che mi hanno fatto sentire così importante anche solo per la paura di un mio presunto ritiro nel silenzio. Per il resto vi prego non vi fidate mai dei titoli. Approfondite sempre. Non accontentatevi. Fine del requiem».