Un gruppo che ha espresso la frustrazione e il disagio di un’intera generazione. La playlist de L’Opinionista con i migliori pezzi della band che ha fondato il Grunge
I loro veri fan sono consapevoli del peso che ebbero come gruppo: anche se ai più i Nirvana possono sembrare solo e soltanto una delle tante band che, nel tempo, ha influenzato più o meno superficialmente la musica occidentale, lasciando in eredità alle radio solo Smells Like Teen Spirit.
Tuttavia i Nirvana sono stati molto di più: un gruppo che ha fatto da apripista ad una nuova corrente identitaria che, partendo dagli Stati Uniti, ha poi conquistato anche il Vecchio continente. Non si può quindi parlare dei Nirvana come di una delle tante e famose rock band dell’età d’oro, sebbene il loro nome sia effettivamente diventato noto al pari delle band ‘mitiche’ degli anni precedenti. Il Grunge, genere di cui i Nirvana furono i massimi esponenti, deriverebbe da “grungy” – “sporco” – e nacque, verso la fine degli anni ’80, nelle periferie di Seattle.
Effettivamente, va detto che la musica ruvida e dissonante dei Nirvana riporta il rock nel suo elemento principale: le sonorità dure e i testi rabbiosi – scritti dai giovani della X generation per veicolare la rabbia e il disagio degli strati più fragili della società – hanno traghettato il rock negli anni ’90 e lo hanno purgato dai lustrini e dai biondi capelli cotonati da cui si era assuefatto nel giro di un decennio.
Kurt Cobain era ritenuto, già prima della sua tragica dipartita, un vero guru: maglieria oversize consunta, pantaloni lisi e larghi, camicioni di flanella con fantasia a quadri. Era lontano anni luce, decisamente, dal look glam e attillato che le rockstar degli anni ’80 ostentavano: il Grunge ha colpito il rock del suo tempo come uno schiaffo, e gli ha iniettato nuova linfa vitale.
E arriviamo quindi alla nostra top 10: ecco una selezione dei brani, secondo noi, più rappresentativi dei Nirvana.
HEART SHAPED BOX
Brano appartenente all’album In Utero, del 1993, è certamente uno dei più criptici ed oscuri mai scritti da Kurt Cobain. L’intrepretazione non è univoca: alcuni sostengono che, in base a quanto suggerisce il titolo, la canzone tratti della tematica dell’aborto. Invece, stando a quanto dichiarò Courtney Love, il brano tratterebbe della relazione sentimentale – a tratti morbosa e complicata – che quest’ultima intratteneva con Cobain. In ogni caso, quel che emerge chiaramente è la personalità dell’autore: una personalità introspettiva e problematica che alimenta le strofe ed il ritornello, cantilenante ed ossessivo. A fare da sottofondo gli arpeggi ed i power chord distorti tipici del genere Grunge.
SMELLS LIKE TEEN SPIRIT
Vero cavallo di battaglia della band, il più famoso ed apprezzato: un vero e proprio inno per i fan della band. Si tratta del primo estratto del secondo album studio del gruppo, uscito nel 1991. Molto apprezzato dalla critica internazionale, Smells Like Teen Spirit è infatti nella top 10 di Rolling Stone come miglior brano di tutti i tempi, ed il nono secondo Kerrang, la celebre rivista di musica rock. Brano caratterizzato da un riff semplice ed essenziale, prende il nome da un semplice deodorante che Cobain era solito utilizzare e a causa del quale, pare, l’autore stesso era schernito dall’amica Kathleen Hanna.
RAPE ME
Come si può facilmente intuire dal titolo, Rape Me affronta il tema dello stupro con gli occhi della vittima ed è inclusa sempre nell’album In Utero. La chitarra sostiene la malinconica voce di Cobain che, nella prima parte della canzone, mantiene un timbro basso ed affranto. In chiusura il timbro vocale diventa decisamente più aggressivo e vigoroso, assumendo quasi un tono di sfida nei confronti dell’aggressore.
BREED
Altro brano riconducibile alla tematica dell’istinto riproduttivo e dello stato umano della pre natalità, tanto caro a Kurt Cobain. Le interpretazioni del testo sono molteplici, come spesso accade per i Nirvana; pertanto non è necessario tentare di essere esaustivi: il testo è caotico e confusionario, ben associato al suono sporco, furioso, e a tratti vagamente impreciso della chitarra elettrica.
MR. MOUSTACHE
Altro brano altamente identificativo dello stile Nirvana, sia per la musica, sia per il testo: estratto dall’album Bleach, uscito nel 1989, il testo di Mr. Moustache gioca sarcasticamente con gli stereotipi ed i ruoli sociali imposti dalla società americana della seconda metà degli anni ’80. L’autore racconta del suo passato in una squadra di wrestling: secondo alcuni, infatti, negli anni in cui viveva nella natale Aberdeen, il giovane Kurt avrebbe finto di essere omosessuale, in modo da scandalizzare ed allontanare quanti la ritenevano una confessione oltraggiosa. Portatrice di un messaggio rivoluzionario – Mr. Moustache – è anche una delle canzoni dal riff più caratteristico della band.
Nella nostra playlist anche i seguenti brani.
- COME AS YOU ARE
- ANEURYSM
- ABOUT A GIRL
- SCHOOL
- ALL APOLOGIES