L’album del musicista senegalese, che vive a Catania, Abramo Laye Senè è No Fear, uscito per l’etichetta bolognese Three Hands Records, un disco world music che racchiude tanti stili e generi, culture diverse, tutto mischiato alla perfezione. Il disco è disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Abdoulaye Sene (o Abramo Laye Sene, italianizzando), nasce a Dakar, in Senegal, nel 1981, membro di una famiglia “Griot”. Nella cultura di alcuni popoli dell’Africa occidentale il Griot è un poeta, un cantore che custodisce e tramanda la tradizione orale degli avi e, in alcuni contesti storici pre-coloniali, aveva anche il ruolo di interprete e ambasciatore (ancora oggi in alcune comunità dell’Africa sub-sahariana conserva queste funzioni). L’arte e la musica sono sempre state uno strumento indispensabile per tramandare la storia e la tradizione dei popoli, dunque le famiglie Griot sono da sempre a stretto contatto con esse.
Abramo mostra il suo interesse verso le percussioni fin dalla tenera età di tre anni, quando il padre sistema per lui quello che sarà il suo primo tamburo. Ben presto il piccolo Laye dimostrerà che nelle sue vene scorre sangue Griot.
Da giovanissimo inizia a seguire papà Ousseynou ovunque suonasse (durante i primi spettacoli a cui prende parte, essendo così piccolo, ha addirittura bisogno di uno sgabello!).
Durante l’adolescenza partecipa a veri e propri tour in Senegal, Gambia, Mauritania, Guinea e a 19 anni parte in tournée per l’Europa (Svizzera, Francia, Italia, Malta).
Alla fine del suo ultimo tour italiano, nel 2001, decide di rimanere a Catania e proseguire qui la sua attività di artista e compositore continuando a fare tournée in molte città italiane.
La sua lunga esperienza gli ha permesso di imparare negli anni a suonare una moltitudine di percussioni africane, che vanno dal jambe, al sabar, alle congas, ai djum djum, al sorouba, ai bougarabou, al tabala, ma anche altri strumenti di effettistica come vari tipi di maracas africane.
A Catania Laye suona collaborando con diversi gruppi e artisti, italiani e non (tra cui Mario Biondi e il maestro Alessandro Garofalo).
«Credo fermamente che la musica» racconta Abramo, «sia un mezzo attraverso cui condividere il proprio bagaglio, ma anche un’occasione per fondere insieme diverse culture creando ritmi e melodie sempre nuovi e originali».
Nel 2010 crea insieme ad altri musicisti il gruppo Afro Family, di stampo siculo-africano. Oggi però lo vediamo fortemente impegnato nel suo ultimo progetto, Gaalgui Nguewel. Il nome di questo progetto è stato ben studiato: In Wolof, “Gaalgui” significa “barca” (nello specifico una piccola imbarcazione da pesca destinata a percorrere lunghi tragitti) e “Nguewel” “famiglia”. Metaforicamente “Gaalgui Nguewel” è dunque una barca con a bordo vari artisti diversi, di diverse culture e origini, che viaggia in mare aperto. E il mare, infinito e profondo, è come la musica: un mezzo di espressione artistica senza limiti né barriere.
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