L'Opinionista Giornale Online - Notizie del giorno in tempo reale
Aggiornato a:
 

PERCHÉ I BAMBINI LITIGANO

Cosa è giusto fare? Intervenire oppure lasciare che se la sbrighino da soli?

“I miei figli litigano di continuo, non ce la faccio più”, “Litigano per qualsiasi cosa!”. Queste sono alcune delle frasi tipiche che ogni genitore dice spesso, soprattutto quando in casa ci sono bambini piccoli. Ma perché i bambini litigano? Cosa è giusto fare? Intervenire oppure lasciare che se la sbrighino da soli?
I litigi dei bambini sono molto comuni e possono nascere per svariati motivi, come il voler giocare a tutti i costi con lo stesso giocattolo, stabilire le regole di un gioco, il contendersi le attenzioni di un genitore, svolgere per primo una certa attività. Tuttti i genitori, o quasi, sanno che durante questi litigi non mancano urli, calci, tirate di capelli e chi più ne ha più ne metta.
Seppur difficile da tollerare per il genitore, il litigio offre al bambino un momento per relazionarsi con se stesso e con gli altri, permettendogli di sperimentare quali sono i propri limiti e le proprie debolezze, ma anche i suoi punti di forza e le sue capacità. Osservando i bambini possiamo comprendere come il litigio rappresenta uno strumento di comunicazione e un mezzo attraverso il quale iniziano a costruire la loro prima vita sociale . Il bambino inizierà a capire che al mondo non si è soli e confrontarsi con i coetanei fa parte del compito di crescere e diventare grandi. Ad esempio in un contesto come quello dell'asilo, entrando in relazione con gli altri bambini e dovendo condividere degli spazi comuni, capirà che i giochi non sono tutti suoi, ma dovrà imparare a condividerli con gli altri bambini e si ritroverà a volte dover cedere un giocattolo o a rivendicarne l’appartenenza, attraverso un litigio o disaccordo fondamentale per la sua crescita.
Cosa fare durante un litigio? I litigi tra fratelli o sorelle lasciano spesso i genitori disorientati e impreparati nell’affrontarli. Tuttavia evitare i litigi è impossibile! Iniziano durante la prima infanzia e proseguono durante l'adolescenza, e i genitori dovrebbero accettarli cercando di gestire la situazione nel migliore dei modi.
Accettare il litigio. I rapporti tra fratelli, sia dello stesso sesso che non, sono caratterizzati come qualsiasi tipo di relazione da disaccordi, tensioni e talvolta veri e propri scontri. Le interazioni con i fratelli permettono di sperimentare le prime relazioni con i pari, fondamentali per lo sviluppo della competenza sociale del bambino, ossia nella comprensione e in un adeguato utilizzo di tutte quelle regole che riguardano le interazioni sociali, da un punto di vista affettivo, relazionale e cognitivo.
Non intromettersi. Quando i bambini litigano i genitori, spesso esasperati dalla situazione, tendono ad intromettersi per cercare di calmare i bollenti spiriti, poichè le urla, i pianti e il picchiarsi sono difficili da tollerare soprattutto dopo una lunga giornata di lavoro. Spesso è proprio quando i genitori sono intenti a fare qualcos'altro oppure dopo una giornata che sono stati assenti per lavoro che si scatenano i litigi migliori. Questa è una modalità messa in atto dai bambini per richiamare l'attenzione e per mettersi in mostra. In linea generale i genitori dovrebbero accogliere il bisogno del bambino espresso attraverso il litigio, e limitarsi a vigilare dall'alto in modo da evitare la messa in atto di comportamenti pericolosi. Nel caso in cui la situazione dovesse degenerare, arrivando allo scontro fisico, sarebbe opportuno allontanare i fratelli, magari collocandoli in stanze diverse. Nel caso in cui i bambini non riescano a risolvere il conflitto da soli e hanno difficoltà a trovare un accordo , l’intervento del genitore dovrebbe essere il più possibile neutrale, assumendo il ruolo di mediatore e mai di giudice, in modo da evitare che si creino alleanze con un figlio a scapito dell’altro.
Il genitore nell’intervenire dovrebbe evitare di alzare la voce e soprattutto le mani. Bisognerebbe ricordarsi che per i bambini i genitori rappresentano dei modelli da imitare e attraverso loro apprendono qual è il giusto comportamento da adottare. E se fossero proprio i genitori ad urlare e ad alzare le mani, il bambino avrebbe difficoltà ad adottare un comportamento diverso con il fratello e i coetanei, e chiedere loro di non farlo sarebbe paradossale, e invierebbe un messaggio ambiguo che renderebbe insicuro e potrebbe disorientare il bambino.
Non cercare un colpevole. Da parte del genitore è fondamentale non cercare il colpevole, oppure il chi ha iniziato per primo perché cosi facendo il bambino sperimenterà delle emozioni negative sentendosi inadeguato e in lui aumenterebbero rabbia e risentimento. Nel tentativo di far terminare il prima possibile il litigio sarebbe utile cercare di sviluppare un clima di confronto e di dialogo, in cui poter esprimere le proprie motivazioni e i propri pensieri al diretto interessato, in modo tale che ognuno dei due verrà a conoscenza del punto di vista dell'altro. I bambini piccoli non sono ancora in grado di verbalizzare le proprie emozioni, pensieri e sentimenti ed è per questo motivo che spesso "arrivano alle mani", dunque il compito del genitore dovrebbe essere quello di riformulare tutto ciò che è stato detto dai bambini, verbalizzando le emozioni con frasi tipo "capisco quello che stai provando e come ti sei sentito ...".
Evitare confronti. Frasi come " sei sempre tu il solito che inizia", "sei il solito prepotente", "guarda com’ è stato bravo tuo fratello", possono ferire profondamente il bambino, generando rabbia che potrebbe aggravare il litigio in corso. Un bambino messo continuamente a confronto con i fratelli, ma anche con i coetanei non si sentirà mai all'altezza delle aspettative dei propri genitori. Il compito fondamentale di ogni genitore dovrebbe essere quello di valorizzare i lati positivi e le capacità di ciascun figlio, cercare di decodificare in maniera neutrale le situazioni e orientare il bambino verso una soluzione costruttiva, cercando di far passare il messaggio di quanto sia importante il rispetto degli spazi e dei bisogni degli altri.
Per quanto questi suggerimenti siamo delle piccole linee guida per affrontare i litigi tra i figli, sarebbe riduttivo pensare di risolvere i conflitti quotidiani con delle semplici regole educative. Ciascun genitore si trova costantemente immerso nella relazione con i propri figli, e agire in maniera neutrale non sempre è così facile. Tuttavia un buon allenamento nel cercare di accettare il litigio, nel tentare di lasciare gestire l situazione ai figli senza intromettersi, ed evitare di cercare un colpevole e fare, potrebbe aiutare a gestire in modo più funzionale il caos creato dai litigi e discussioni tra fratelli.
(di Dott.ssa Chiara Alcini, Dott.ssa Di Blasio Carmela e Dott.ssa Grazia Angelucci - Associazione Forensics Psychè - del 2013-07-08) articolo visto 7569 volte
sponsor