LA RICOSTRUZIONE A L'AQUILA: CIALENTE FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Il primo cittadino del capoluogo abruzzese in esclusiva racconta le fasi operative tra difficoltà, mancate promesse e speranze
L'AQUILA - Circondata dalle catene del Sirente e del Velino da un lato e dalla catena del Gran Sasso d’Italia e dai monti della Laga dall’altra, a 721 metri sul livello del mare, nel cuore dell’Abruzzo, sorge la città Capoluogo L’Aquila. La città fu colpita il 6 aprile del 2009 da un violento sisma del 6° grado della scala Mercalli, intere frazioni come quelle di Onna, Roio Poggio, S. Gregorio, Santa Rufina e Tempera sono state gran parte distrutte se non cancellate come è accaduto ad Onna, dove del paese vecchio non è rimasto più nulla.
Anche nella città dell’Aquila, soprattutto l’intero centro storico è andato distrutto alcuni edifici sono da ristrutturare altri invece dovranno essere abbattuti e ricostruiti di nuovo; ancora oggi, l’Aquila presenta le sue “ ferite”, quelle che il terremoto insieme alle sue 309 vittime ha lasciato in città; in via XX Settembre c’è ancora la CASA DELLO STUDENTE, rimasta in piedi solo un ala l’altra quella crollata ha portato via con sé 27 ragazzi studenti universitari che erano a l’Aquila per costruire il proprio futuro.
Lì sulle transenne che circonda la casa per ricordare la memoria di questi “ angeli” sono depositate magliette, fiori e fotografie in ricordo delle vittime; lì in quella via sono ancora presenti intere palazzine squarciate dal sisma in alcuni punti sono presenti ancora le macerie delle abitazioni.
Da via XX Settembre risalendo più su si arriva a CSO Federico, la via che porta alla pzza del duomo, qui molti edifici si sono trasformati in cantieri di ricostruzione; nella chiesa del Duomo manca la Cupola crollata dopo il sisma.
Lungo il corso gli esercizi commerciali non ci sono più presenti solo alcuni bar ed un piccolo market dove si vendono prodotti tipici locali, sulla piazza Duomo si notano alcuni gazebo in legno dove si vendono ricordini; l'Aquila, è un cantiere aperto in ogni angolo della città si vedono gru che lavorano per rimettere su ciò che il sisma ha buttato giù.
Dopo aver gestito la prima fase di “ emergenza”, l’Aquila è alle prese con la lenta e difficile “ ricostruzione”, periodo quest’ ultimo,apparso più volte travagliato dalla burocrazia e dalla mancanza di “ soldi” che arrivano a singhiozzo dal “ Governo”.
Il Piano di Ricostruzione fu introdotto dalla legge 77/2009, con i contenuti elencati dal Decreto commissariale n.3/ 2010; questa norma ha dato la possibilità per i Sindaci di procedere alla ricostruzione. Con la delibera n.35 del 30 aprile 2010, l’Amministrazione ha approvato la perimetrazione del capoluogo e delle frazioni, è stato il primo atto del processo di ricostruzione.
Nel caso del capoluogo la perimetrazione individua tre ambiti di ricostruzione: l’Ambito A corrisponde all’area più antica della città; l’ambito “ B” definito (aree a breve) comprende i quartieri di Santa Maria di Farfa, S.Bernardino/ Via Veneto, Porta Napoli Est ed Ovest, Banca d’Italia , Belvedere, Lauretana ed ex San Salvatore; ed infine l’Ambito “C” definito come “ Aree di Frontiera”,comprende l’aerea dell’ex Polo Ospedaliero di Collemaggio, il quartiere di Valle Pretara , gli uffici della Provincia e la Corte d’Appello, le aree che lambiscono Viale della Croce Rossa e l’area della Stazione Ferroviaria.
A parlarci dello stato della ricostruzione della città dell’Aquila, è il primo cittadino Massimo Cialente, che nell’intervista che segue ci racconta non solo della ricostruzione ma, anche di altro.
INTERVISTA AL SINDACO DELLA CITTA’ DELL’AQUILA: MASSIMO CIALENTE
A quattro anni e mezzo dal terremoto, a che punto si trova la ricostruzione riguardante i diversi ambiti della città e quanto costano gli interventi per riportare un contesto sociale vero a L’Aquila?
R - “ Noi, abbiamo avuto questo ritardo bestiale nella ricostruzione per il meccanismo in cui è stato condotto che ci ha fatto perdere tanto di quel tempo. Dopodichè quando è andato via il commissario su scelta chiaramente io chiesi se si poteva giudicare se si poteva andare avanti o meno con questa gestione commissariale; infine di fatto il presidente della Regione, è stato licenziato, che ci fosse un fallimento totale dietro riprova il fatto che il presidente Chiodi con Fontana, mi mandarono all’epoca la bellezza di 447 milioni di € questa è la riprova che non furono capaci di affrontare la situazione. Dopodichè, successivamente il 1 settembre 2012 è andato via Fontana che aveva molto frenato con i piani di ricostruzione;vanno via Chiodi e Fontana, e passa la Legge Barca con il Governo Monti, che mette tutto in mano al Comune e crea gli Uffici speciali.
Andati via questi due ( Chiodi e Fontana) scoppia la ricostruzione, perché la delibera CIPE dà solo per la ricostruzione 985 milioni di € al Comune dell’Aquila, questi soldi arrivano all’Aquila bollinati a Marzo 2013 ebbene dopodomani uscirà l’ultimo elenco con il quale noi complessivamente Comune dell’Aquila e in parte l’ufficio speciale di Aielli abbiamo finanziato contributi per 985 milioni di € più altri 50 milioni di €. Lei, presenta la domanda questa deve passare un esame che dura un tot. di tempo, una volta arrivato l’esame completo il Comune dà il finanziamento ad esempio mettiamo 10 milioni di €. Il Comune dell’Aquila, a questo punto ti dice ok, vai e ti do dieci milioni. Noi, abbiamo inventato un meccanismo con il quale non lè do subito 10 milioni di € ma, lè do il 46% sulla banca più il 2 % sul progettista. Il progettista prende subito il 2 % che già anticipato di lavoro, la sua ditta ha già il 46% , fa partire il cantiere entro un mese per legge e quando avrà consumato il 90 % del 46 % io le metto un altro 46 %. Questo che vuol dire che noi i soldi lì abbiamo triplicati perché abbiamo messo 985 milioni di € partiti tutti per cui noi, alle Banche abbiamo messo circa 460 milioni di €, questi cantieri sono partiti si, perché se lei vede ogni giorno a L’Aquila esce una nuova grù, quindi siamo partiti. Ma, questi soldi che mi hanno dato nel 2013 sono i soldi dei progetti che erano fermi nel 2011 e del 2012 che adesso abbiamo fatto partire. Avremmo finito di ricostruire fra 18 mesi questo in gran parte la periferia.
Che cosa succede? Lo scorso anno non c’erano i soldi per il 2013 ma, nel frattempo il 21 di marzo del 2013 viene all’Aquila, Fabrizio Barca in quell’occasione io, presento un cronoprogramma del 2013. Quando finalmente parte il centro storico mi servono 816 milioni per il Comune dell’Aquila, non mi servono tutti in contanti ma, solo la metà perché io do solo il 46%.
Contemporaneamente noi siamo in grado di esaminare progetti e farli partire per 110 mila € al mese, quindi noi stiamo dentro al Cronoprogramma e un patto che io ho fatto con il Governo, ha detto io ti do i soldi che chiedi ma, tu sei capace di impegnare i soldi che chiedi ed io dico di sì. E lo sto facendo. Adesso che noi dovremmo aggredire la ricostruzione, mi chiama Letta e mi dice che più di 1.200 .000.000 milioni di € non te lo posso dare e poiché non ho liquidità da darti ti metto 200 milioni l’anno per sei anni, ed io rispondo adesso trovo io il modo per farmeli anticipare e trovo il modo attraverso le banche e lavoro col Governo su questo, io in poche parole vado alle banche e gli dico: “ io ho un miliardo e due in sei anni ,”lì devo spendere quest’anno, perché in pancia ad oggi ho già progetti approvati per 650 milioni di € però non ho i soldi e non possono partire.
Dove stanno questi soldi eccoli sono il miliardo e duecento milioni e le banche mi hanno detto tu, parti te lì anticipo io . Io, sono andato dalle banche ed ho detto me lì anticipi? Le banche lo fanno perché prima di tutto prende il 46% , ma ci vuole tempo gli interessi non sono molto alti le imprese ci possono anche rimettere un 2- 3 % di interesse perché l’appalto lo prendono al 100% quindi è come se vincessero un appalto pubblico con il 97% quindi il gioco era perfetto. Ora che cosa succede, io ho bisogno di 650 milioni di € ed al 31 dicembre 900 milioni per stare nel cronoprogramma che non è una mia invenzione ma, un patto che ho fatto con il Governo. Arriva, il Patto di Stabilità nuovo mi deve dare i soldi per il 2014 e non me lì hanno messi, adesso che si aggredivano i centri storici non si fa. Questa è la situazione i soldi sono finiti ed i lavori, non possono partire”.
Dopo le promesse dei vari Paesi stranieri durante il G8, quali sono stati quelli che hanno mantenuto gli impegni?
R - “Tutti i paesi stranieri hanno mantenuto i propri impegni tranne Stati Uniti ed Inghilterra, però non dissero che non ci avrebbero mai dato niente”.
Quali iniziative sono state adottate dal Comune dell’Aquila per il rilancio dell’economia cittadina? …E’ l’Aeroporto dei Parchi quanto contribuirà al rilancio dell’economia?
R - “L’Aeroporto dei Parchi, è una infrastruttura assolutamente necessaria soprattutto in prospettiva futura, è un' infrastruttura che oggi si fa senza dare fastidio agli altri aeroporti. In questo momento, il problema e che non me lo vogliono far fare ci sono grossissime resistenze miopi soprattutto in Abruzzo, devo dire soprattutto da parte del centrodestra abruzzese. Comunque, per l’Economia stiamo utilizzando il 5% delle risorse della ricostruzione, perché insieme a Lolli abbiamo messo come percentuale della ricostruzione con questo partirà la fabbrica CORFENIX sicuro che parte e stiamo rilanciando sul turismo, sul Gran Sasso e sul discorso delle fabbriche ed aumenteremo anche l’occupazione in modo molto solido”.
Qual è la sua opinione sulla proposta del Pd che, in vista delle prossime elezioni regionali, ha inserito in primo piano nel programma l’attenzione sulla città capoluogo attraverso un’apposita legge regionale sulla ricostruzione?
R - “Vediamo come esce la Legge regionale, io ho molta fiducia perché sono d’accordo su quello che sta dicendo D’Alfonso, vediamo quali saranno i contenuti. Chiaro, che io una legge per l’Aquila la vedo inserita in un progetto più ampio rispetto allo sviluppo dell’intero Abruzzo. La verità è un’altra, perdere occasione che l’aumento del PIL che si aggirerebbe attorno al 3 % per la Regione Abruzzo e la ricostruzione non avere un disegno è un errore imperdonabile”.
L’attuale presidente della Regione, Gianni Chiodi, è stato anche commissario per la ricostruzione: ha qualche sms da inviargli?
R - “No, glieli ha inviati il governo dal momento in cui lo ha licenziato”.
Cosa si aspetta dal futuro presidente della Regione Abruzzo? D’Alfonso o Legnini, lei chi preferisce tra i due?
R - “Legnini, sta facendo il sottosegretario, credo che Luciano D’Alfonso sia una grande risorsa, ognuno di noi ha un ruolo e deve portare al termine ciò che sta facendo”.
Nella classifica nazionale dei sindaci più apprezzati d’Italia, lei risulta essere il primo tra i sindaci abruzzesi: cosa rappresenta per lei, tutto ciò?
R - “Sono contento solo del fatto che riesco a salire nonostante la lista delle città sono tutte città abbastanza tranquille, mantenere la posizione in una situazione come quella dell’Aquila e salire vuol dire che la gente sta capendo ciò che sto facendo”.
Per la realizzazione sullo speciale della Ricostruzione della città dell’Aquila, si ringrazia sentitamente per la gentile collaborazione il Comune della città dell’Aquila, la dottssa Michela Santoro e l’Ufficio Speciale della Ricostruzione.(di Rita Consorte - del 2013-10-29)
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