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GIANFRANCO FERRÈ SS 14: IL CULTO DELLA PERFEZIONE PARALIZZA

MFW: Gianfranco Ferrè, alterigia ammaliatrice ed elegantissima

Un'eleganza altera e sofisticata, scultorea, solo apparentemente minimale. Ancora sensibile, sensuale ed eterea la donna di Gianfranco Ferrè, ancora essenziale nell’elemento maschile, ancora perfetta.
Proprio così la nuova collezione primavera/estate 2014 firmata dal duo di stilisti Piaggi-Citron: un certo gusto maschile veste ancora una donna forte e glamour, di un rigore estetico dai risvolti architettonici inaspettati che nascondono sotto la loro leggerezza un concetto sartoriale raffinato.
Rispettare il DNA della maison Ferrè oggi "è più una questione di attitudine che di fedeltà all'eredità dell'architetto della moda", dicono Federico Piaggi e Stefano Citron. Eppure la collezione da loro disegnata per il marchio ricorda da vicino lo stile del suo fondatore per il suo senso di purezza e di amore per le linee architettoniche. L’essenza della maison non è tradita ma esaltata e sublimata.
La pulizia geometrica e il design austero trovano conferma nella palette cromatica assolutamente centrata: bianco ottico e bianco naturale, nero assoluto, blu notte, cipria in tutte le nuance, grigio perla. Ruvide e poetiche le luminescenze lurex per abiti da sera e tute. Le cromie ben si plasmano su abiti dalle linee geometriche e dai tagli netti.
La nuova linea s’ispira alle campagne pubblicitarie realizzate dal fotografo statunitense Herb Ritts, i cui scatti esaltavano il taglio costruito delle creazioni della maison. Ecco quindi che l’omaggio a Gianfranco Ferré si nota, ed è chiaro durante tutta la sfilata. Quel glamour architettonico trasuda in questa ultima collezione: la pulizia formale richiama il più rigoroso dei progetti e stupisce nello sviluppo interno.
Alla mente subito richiamati gli origami: i tessuti si spiegano e sovrappongono, ora si aprono attraverso tagli grafici su spacchi e scollature, ora si slanciano diagonalmente sviluppando silhouette dal carattere modernista assecondando volumi esagerati. Tutto suggerisce una femminilità consapevole di sé grazie anche al consueto piglio composto dei capi.
I volumi sono ora morbidi, ora strutturati, non discostandosi mai dalla volontà di elevare il profilo femminile: i punti vita sono ancora fortemente esaltati, la visione della linea vuole essere cristallina. Da qui maxi cinte Obi e nastri impunturati annodati accentuano la figura stringendo il punto vita, raffinati bracciali dorati a premiare i polsi.
Panneggi, pannelli, maniche ampie e lunghi gilets sono riportati all'ordine grazie a una vitale cintura di reminiscenza nipponica. Una pulizia geometrica che viene arricchita da fiori in pelle su scarpe dal design rigoroso, insieme ai colori trova spazio e diventa lei stessa decorazione principale.
La collezione comprende abiti, camicie, pantaloni in cady di seta, in gazar, in seta martellata e in satin, dalla amatissima pulizia formale scivolano cascanti come strutture fluide prendendo vita quando il corpo è in movimento.
I capi si spiegano di fronte allo sguardo con l’aerea tridimensionalità degli origami, creando con i tessuti ingegnose sovrapposizioni asimmetriche: pieghe, tagli, giunture, tutto è in equilibrio, tutto sta in piedi grazie agli incastri, allo studio delle proporzioni.
La collezione di Gianfranco Ferrè è davvero superba ed elegantissima. La fluidità strutturale va oltre il minimalismo, è cultura antica tradotta in modernità.
Credits: © Courtesy of Barbieri & Ridet
(di Rosalba Radica - del 2013-11-22) articolo visto 5804 volte
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