PENSIONI D'ORO, ADEGUAMENTO PARZIALE
Marcia indietro sulle pensioni d’oro, i tagli saranno più soft
Quello delle pensioni continua ad essere uno degli argomenti che in queste settimane sta particolarmente a cuore agli italiani.
In base alla Legge finanziaria del 1995 ogni 1 gennaio dell'anno le pensioni vengono rivalutate in base alle variazioni del costo di vita del Paese, rilevate all'Istat. Quindi, stando ai dati riportati dall'Istituto Italiano, per il 2014, ci dovrebbe essere un aumento delle pensioni intorno all'1.50%. Ma questo incremento dell'1.50% non sarà valido per le pensioni d'oro, che superano i 3000 euro lordi al mese.
In merito alla misura della manovra dal primo gennaio 2014 e per un periodo di tre anni, sugli importi delle pensioni sopra i 90mila euro si prenderà un contributo.
COME PROCEDERÁ IL GOVERNO? - Ma il governo è intenzionato a correggere la misura contenuta nella legge di Stabilità che prevede un prelievo sulle pensioni d’oro. «Credo che alla Camera si debba intervenire perchè il taglio è stato eccessivo e pensiamo di rimediare» ha affermato Antonio D'Alì, tra i relatori della manovra che dopo il via libera con la fiducia in Senato è ora all’esame di Montecitorio.
Ma vediamo di quanto verranno tagliate queste pensioni d’oro.
Il prelievo raggiungerà quota 6% sulle pensioni che oscillano tra i 90 e i 128 mila euro lordi annui, mentre per i pensionati il cui reddito oscillerà tra i 130 e i 190 mila euro lordi all'anno, sarà del 12%. Ci sono poi degli economisti che propongono dei prelievi fiscali del 10% circa, anche su quelle pensioni che superano i 3500 euro lordi al mese.
Elemento di novità è il reddito minimo di inserimento che sarà finanziato abbassando da 150mila a 90mila la soglia delle pensioni d’oro da cui attingere il contributo di solidarietà. Queste pensioni verseranno un contributo del 6% se superano 14 volte il minimo (a partire da circa 90mila euro), il 12% quelle tra 14 e 20 volte il minimo (a partire da circa 128 mila euro), il 18% tra 20 e 30 volte il minimo (circa 193 mila euro). La misura varrà per tre anni, dal 2014 al 2016.
SARÁ UN CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÁ - Che fine faranno gli introiti del nuovo prelievo sui pensionati d’oro? La risposta a questa domanda, oltre a corrispondere alla naturale curiosità di sapere come si muove il Legislatore (a chi toglie e per dare a chi), è anche un buon indizio per capire se la nuova misura supererà l’eventuale nuova censura promossa davanti alla corte costituzionale. “Le somme trattenute”, stabilisce il disegno di legge Stabilità 2014, “vengono acquisite dalle competenti gestioni previdenziali obbligatorie, anche al fine di concorrere al finanziamento degli interventi” in materia di prepensionamento degli esodati (si tratta dei 6.000 nuovi soggetti ammessi alla salvaguardia dai nuovi requisiti per la pensione introdotti dalla riforma Fornero): con questi presupposti, il prelievo appare più che solido.
Tali soldi andranno come precisa il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini “a finanziare una nuova social card, cioè una carta-acquisti che ha un funzionamento simile a quella già esistente e che serve per sostenere i consumi dei cittadini meno abbienti, che hanno un reddito inferiore alla soglia di povertà assoluta”; ha fatto però una precisazione tutt'altro che trascurabile: per adesso, il governo non ha intenzione di istituire un vero e proprio reddito minimo garantito , che è un progetto elaborato da un' apposita commissione ministeriale ma resta ancora in cantiere.
La corte costituzionale con sentenza n. 216/13 ha infatti censurato l’ex “contributo di perequazione” della Manovra dell’anno 2011 perché aveva “natura tributaria”, cioè di “imposta” in quanto finalizzata al risparmio di spesa pubblica e così mancava di rispettare i principi di uguaglianza perché applicato a una sola categoria di cittadini, cioè a soli pensionati. Per superare questi rilievi d’incostituzionalità, il nuovo prelievo viene reintrodotto come “contributo di solidarietà”, versato in favore delle stesse gestioni previdenziali obbligatorie e non più alle casse dello Stato.
In tal modo dunque viene considerata la precisazione fatta della Consulta avendo a sostegno, inoltre, una norma della legge Finanziaria del 2007 (il comma 763, dell’art. 1, della legge n. 296/2006). Tale norma viene “riletta” dallo stesso disegno di legge di Stabilità per il 2014: con una norma d’interpretazione autentica, infatti, viene stabilito che la disposizione “si interpreta nel senso che gli atti e le deliberazioni in materia previdenziale adottati dagli enti (…) si intendono legittimi ed efficaci a condizione che siano finalizzati ad assicurare l’equilibrio finanziario di lungo termine”.
PENSIONI D'ORO: I PIANI DEL GOVERNO PER TAGLIARLE - In attesa che si faccia chiarezza sui nuovi sussidi, i tagli alle pensioni d'oro sembrano invece ormai cosa fatta, a meno che non ci sia una nuova bocciatura della Corte Costituzionale, come è già avvenuto nei mesi scorsi. Ma quanto peseranno, questi tagli, sulle tasche dei pensionati più ricchi? Secondo il maxiemendamento alla Legge di Stabilità, approvato in Senato con il voto di fiducia, verrà introdotto un contributo di solidarietà progressivo per gli assegni Inps sopra i 90mila euro circa. In particolare, la parte di pensione compresa fra 14 e 20 volte il trattamento minimo (cioè tra 90.168 e 128.811 euro lordi all'anno) verrà tagliata del 6%. Per gli importi compresi fra 20 e 30 volte il trattamento minimo (cioè tra 128.811 e 193.217 euro lordi annui), il taglio salirà al 12%. Infine, sulla quota di rendita superiore a 193.217 euro (30 volte il minimo) il balzelloarriverà al 18%.
Conti alla mano, ecco alcuni esempi concreti di quanto perderanno i pensionati d'oro:
- Chi riceve una rendita di 100mila euro lordi annui (più di 4.700 euro netti al mese, compresa la tredicesima), deve aspettarsi un taglio dell'assegno di quasi 550 euro all'anno e di 45 euro lordi al mese. Tuttavia, poiché il contributo viene dedotto dal reddito imponibile, il pensionato otterrà un risparmio sulle tasse (e in particolare sull'irpef). Dunque, al netto del prelievo fiscale, la perdita per questo pensionato dovrebbe superare di poco i 25 euro al mese.
- Chi incassa un assegno di 200mila euro lordi annui (quasi 9mila euro netti al mese) dovrebbe perdere invece più di 900 euro lordi mensili che, al netto delle tasse, diventano circa 500 euro.
- Chi oggi percepisce una pensione di 300mila euro lordi (13.200 euro netti circa) subirà un taglio di oltre 2.400 euro lordi mensili, corrispondenti a quasi 1.400 euro netti.
(di Adinà Verì - del 2013-12-06)
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