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L'amore al cinema

L'AMORE AL CINEMA

Da Romeo e Giulietta ai giorni d'oggi, le diverse tipologie e rappresentazioni sul grande schermo. Fonte: www.newscinema.it

L’amore è sempre stato il centro di tutto, di ogni cosa che riguardi la vita, è il motore che fa muovere il mondo e da lì parte e comincia tutto. L’amore ci fa sentire vivi, speciali, desiderarti, leggeri, ma ci rende anche stupidi, a volte, dannandoci l’anima e facendoci soffrire tremendamente. Esistono vari modi d’amare e diversi titpi d’amore, quello tipicamente romantico, che fa sognare, quello carnale e passionale, quello che sfocia nell’odio quando si viene lasciati o, peggio, quando non si è corrisposti, quello platonico, quello contrastato e maledetto, quello perverso e malato, quello disperato ed immortale. Diverse tipologie d’amore che, spesso, vediamo rappresentate sotto forma di storie proprio sul grande schermo. Da sempre infatti l’amore è stato forse il tema più ricorrente e riproposto nei film, e non solo. Forse sarà perchè, in fondo, siamo tutti degli inguaribili romantici, ma i film d’amore hanno sempre riscosso un grande successo da parte del pubblico, anche quando le storie narrate sono malinconiche o prive di uno scontato lieto fine, storie che spesso ci fanno anche sorridere, altre volte invece piangere, rendendoci vulnerabili a tal punto da avvertire sulla pelle le sensazioni provate dai protagonisti della storia.

Sono in molti però a dire che l’amore così come lo si vede nei film in realtà non esiste e che nella vita reale è tutto ben diverso. Sì, questo è vero, il cinema e la tv ci presentano quasi sempre storie d’amore che nella realtà non potrebbero mai avere un riscontro reale, perchè troppo favolistiche e positive, ottimistiche e meravigliose, ma non sempre è così, perchè a volte capita di assistere a delle storie d’amore che rasentano la realtà, perchè tratte dal reale e che sono talmente coinvolgenti e disperate da spezzare il fiato in gola, perchè, alla fine, in qualunque modo lo si rappresenti, l’amore è e resterà sempre l’unico sentimento in grado di farci emozionare davvero e che vale la pena di essere vissuto. Ma se nella realtà i sentimenti non sono mai spiegabili, scindibili, decifrabili o afferrabili, sul grande schermo invece gli amori appaiono e vengono rappresentati sempre come unici e per questo più intensi di quelli vissuti nella realtà.

Potremmo citare e ricordare numerosi film che fanno parte della storia del cinema e che parlano d’amore, partendo dal celeberrimo Romeo e Giulietta, un film del 1968 diretto dal grande Franco Zeffirelli, che potremmo definire la storia d’amore per eccellenza, la più struggente e tormentata che sia mai esistita, per poi passare al classico Via col vento, diretto dal regista Victor Fleming nel 1939 ed interpretato da Clark Gable e da Vivien Leigh. Due pellicole di straordinaria bellezza, riconosciute come le più famose della storia del cinema, anche se ognuna a suo modo e con un diverso stile cinematografico. Due pellicole classicamente romantiche, che mostrano il lato più umano e vero dell’amore, quello disperato e viscerale dei due innamorati di Verona e quello tormentato e non corrisposto dei protagonisti di Via col vento, che si ritrovano ad amare qualcuno che non li ama a loro volta.

Ma ci sono anche film che non raccontano l’amore nel modo classico e convenzionale, quello maggiormente rappresentato al cinema, andando quasi controcorrente, nel tentativo di mostrandocelo da diverse angolazioni e punti di vista. É questo il caso di un film diretto dal regista Premio Oscar Paolo Sorrentino, uscito nelle sale nel 2004, che parte da un presupposto molto semplice e chiaro: non bisogna mai innamorarsi per mantenere i propri segreti. Le conseguenze dell’amore, presentato in concorso al 57° Festival di Cannes e plurivincitore ai David di Donatello del 2005, è infatti un film che cerca di capire quali possono essere le conseguenze devastanti che un innamoramento può avere su una persona, perchè, se è vero che la solitudine stanca è anche vero che la coppia innamorata, col passare del tempo, diventa una vera e propria ragnatela, che comincia ad assorbire ogni tipo di confidenza. E se poi, ad un certo punto, decidi di non amare più perchè l’amore finisce? o il giorno in cui l’amore ti stravolgerà completamente facendoti perdere ogni controllo? cosa succederà? Perchè, in realtà, anche nel delirio e nella sofferenza più estrema noi amiamo, amiamo comunque e come folli, amiamo da ammalati, amiamo andando anche incontro a ciò che non ci riporterà mai indietro, amiamo nonostante tutto e anche contro il nostro stesso interesse. Stiamo sprofondando eppure continuiamo ad amare lo stesso e più amiamo la persona sbagliata più sappiamo che questa ci distruggerà con un passo, un soffio, una carezza o un semplice sguardo e noi ci distruggeremo e ci spezzeremo il cuore. È solo questione di tempo. Ê questa la prospettiva dalla quale Sorrentino ci fa vedere l’amore, da un’angolazione diversa da tutte quelle viste fino ad ora.

Nel film Se mi lasci ti cancello, diretto nel 2004 da Michel Gondry ed interpretato da Jim Carrey e da Kate Winslet, viene presentato invece un altro tipo d’amore. Nonostante il titolo faccia pensare ad una commedia più frivola e leggera, si tratta in realtà di un film pieno di pathos ansiogeno, alternato a momenti di vero dolore, il tutto presentato attraverso una visione quasi onirica. Il punto da cui parte il film è che amare talmente tanto qualcuno e con tale trasporto può condurre, a volte, a desiderarne persino la perdita di ogni ricordo che lo riguardi. Ogni storia finita crea infatti una serie di disagi difficilmente superabili e sicuramente non in modo immediato, ma superato finalmente il trauma della perdita, con il tempo, rimangono i bei ricordi. Secondo Michel Gondry non sempre è così, perchè, a volte, se si rimane testardamente troppo legati al passato, alla realtà di ciò che sarebbe potuto essere e all’idea di un futuro di coppia che in realtà non ci sarà mai, perchè l’amore è ormai finito, in quel caso sarà difficile anche uscirne vivi e come accade nel film, per guarire definitvamente ci si rivolgere addirittura ad un’agenzia per la cancellazione settoriale della memoria e dei ricordi legati a quella storia d’amore difficile da dimenticare. Ma anche in questo caso se ciò che definiamo e consideriamo amore, amore vero, esiste davvero, niente e nessuno potrà mai salvarci dal destino o da una macchina tecnologica, perchè alla fine ci sarà sempre qualcosa, un profumo o una sensazione rimossa, che ci farà tornare nei nostri luoghi del passato, alla nostra vita precendente, facendoci riscoprire così la bellezza di un volto che avremmo voluto invece dimenticare per sempre.

E, infine, come non citare il film per eccellenza, che è al tempo stesso l’esempio più evidente del grande amore che tutto distrugge: Le relazioni pericolose, pellicola del 1988 diretta dal regista Stephen Frears, tratta dall’omonimo romanzo scritto da Choderlos de Laclos e con un cast d’eccezione in cui primeggia, nel ruolo dell’elegante, spudorato e sciupafemmine Visconte di Valmont, un giovane John Malkovich accanto ad una giovanissima Michelle Pfeiffer, che qui interpreta Madame de Tourvel, una donna dall’etica irremovibile e una straordinaria Glenn Close nei panni della Marchesa Isabelle de Merteuil. Il film è ambientato in un contesto pre-rivoluzionario, nella Francia del XVIII secolo, dove regnano il gusto della conquista, gli inganni di corte e una continua e costante noia, che sfocia inevitabilmente nella ricerca di giochi perversi per avere dei diversivi con cui trascorrere le giornate. Forme d’amore estreme, fatte di odio, lussuria, cinismo spregiudicato, passione travolgente, tradimenti, inganni, gelosia spasmodica e atroci vendette messe in atto da una donna per vendicarsi di un abbandono amoroso, quelle rappresentate in questo film meraviglioso nel quale, alla fine, nessuno dei protagonisti si salverà e nessuno vincerà. Un esempio di amore disperato quello provato dalla Marchesa Isabelle de Merteuil, che a causa delle sue assurde e spietate macchinazioni, porterà, alla fine, alla perdita dell’unico uomo di cui fosse veramente innamorata.

Lost In Translation/L’amore tradotto è un film del 2003, considerato tra i più noti ed amati della regista Sofia Coppola, ed è, al tempo stesso, la storia d’amore meno convenzionale tra quelle narrate al cinema. Tema centrale del racconto è la condivisione dell’alienazione e della solitudine subito dopo la fine di un amore. Un film che mostra il percorso da seguire subito dopo la fine di una storia d’amore, per sfuggire ed aggirare la crisi personale che spesso conduce ad una completa alienazione, suggerendo anche, a tutti coloro che si sentono così fuori dal mondo, le possibili soluzioni da seguire per trovarsi, incontrarsi e risolvere insieme le rispettive solitudini.

Ladyhawke è invece un film del 1985, diretto da Richard Donner ed interpretato da Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer. Senza dubbio una delle pellicole più belle che siano mai state fatte, in cui l’amore viene rappresentato nella sua forma più alta e più pura.

L’amore che non si arrende, che sfida il destino, che dura nel tempo e che va oltre il tempo, oltre gli ostacoli e contro tutto, tenace e testardo, rimanendo quindi eterno ed unico. Una maledizione trasforma infatti i due protagonisti uno in lupo e l’altra in falco, ma solo per metà giornata, lui la notte, lei il giorno. L’unico momento in cui possono incontrarsi è all’alba e al tramonto, quando entrambi si trasformano da animale ad umano e per un attimo, un solo attimo, si sfiorano. Uno dei film più poetici ed emozionanti, che rappresenta la vera essenza dell’amore.

L’ultimo, in ordine di tempo, è la pellicola drammatica e sentimentale Un amore senza fine, in uscita nelle sale proprio in questi giorni, che narra la storia d’amore, molto contrasta, tra due adolescenti innamorati. Il film, diretto dalla regista Shana Feste, ha come protagonisti Alex Pettyfer e Gabriella Wilde ed è l’adattamento cinematografico del romanzo scritto da Scott Spencer, nonchè il remake del dramma romantico dal titolo Endless Love, diretto nel 1981 dal grande Franco Zeffirelli. Una favola romantica quindi, sullo stile di Romeo e Giulietta, con risvolti drammatici ed emozionanti colpi di scena. Un film mai banale, che ha già riscontrato in America un discreto successo e pareri positivi da parte della critica. La pellicola originale, alla quale si è ispirata Shana Feste, era interpretata invece da Brooke Shields e da Martin Hewitt, ed è stata candidata anche ad un Premio Oscar per la miglior canzone originale, dal titolo Endless Love, interpretata da Diana Ross e Lionel Richie, ed ha avuto, tra i suoi protagonisti, anche un esordiente Tom Cruise.
(di Ghita Stefania Montalto - del 2014-06-09) articolo visto 8002 volte

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