BIG EYES: LA RECENSIONE
Dal 1° gennaio al cinema il nuovo film di Tim Burton. Fonte: www.newscinema.it
“É una storia che conoscono in pochi. Se non fosse vera, non ci si crederebbe” ha detto Scott Alexander, che ha scritto la sceneggiatura di Big Eyes insieme a Larry Karazewski nel 2003. Al cinema dal 1° Gennaio 2015, il nuovo film di Tim Burton porta sul grande schermo la più incredibile storia di frode artistica a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Walter Keane, interpretato da Christoph Waltz, è stato uno dei pittori che ha venduto di più all’epoca di Andy Warhol, rivoluzionando il mercato dell’arte con gli inquietanti e commoventi ritratti di bambini con gli occhi grandi. Ma il suo successo nascondeva un’assurda verità. La vera artista di casa era la moglie Margaret (Amy Adams), che, debole ed ingenua, si è fatta convincere dal marito a nascondere la paternità dei quadri per poter costruire un impero e guadagnare abbastanza per il benessere della propria famiglia.
Dopo Ed Wood del 1994, Tim Burton torna a raccontare la storia vera di un artista outsider, apparentemente emarginata e controcorrente. Margaret Keane è una donna che ha un dono, un talento che suscita invidia nelle persone che ne sono prive. Walter Keane vive in una grande e continua bugia che costruisce pezzo dopo pezzo ogni giorno, fino a rimanere prigioniero dei suoi stessi vaneggiamenti, anche a causa dell’ incapacità di relazionarsi con gli altri con animo sincero. Christoph Waltz è irresistibile nel ruolo di quest’uomo folle, logorroico e influente, che, nonostante le sue azioni ambigue e nocive, mantiene per tutto il film una certa carica di umorismo. Burton non avrebbe potuto pensare ad una “faccia da schiaffi” migliori di Waltz, come ne ha dato prova già in altri film. Ogni inquadratura è avvolta dai colori e dall’atmosfera tipica di quegli anni in cui cominciava a diffondersi lo spirito del Movimento Femminista e Margaret Keane ne diventa simbolo, dimostrando alla fine che anche la donna come artista ha un suo valore e può dire qualcosa al mondo. Tuttavia l’aspetto estetico di Big Eyes non appare in linea con il cinema burtoniano più classico, anche se non mancano delle impronte stilistiche con cui il regista lascia la sua firma.
Big Eyes è un film lineare, con un buon ritmo sostenuto e una sceneggiatura frizzante che mantiene viva l’attenzione. Si avverte la cura e l’interesse in prima persona di Tim Burton per questo suo progetto, vista la sua natura di artista e la sua devozione a Margaret Keane, della quale ha acquistato diverse opere nel corso degli anni. “Tim mi ha commissionato alcuni ritratti e ha comprato diversi miei quadri. Mi è piaciuto molto e non riesco ad immaginare nessuno che fosse più adatto a dirigere questo film” ha affermato l’artista che oggi dipinge ancora nella sua casa alle Hawaii.
Senza farsi prendere troppo dalla sua creatività sfrenata, Burton convince comunque con un film più diretto e asciutto, che punta tutto sui due protagonisti e le loro emozioni. I confronti tra Amy Adams e Christoph Waltz animano e tirano i fili dell’intera struttura narrativa, coinvolgendo lo spettatore e svelando la verità che si cela dietro a quei grandi occhi malinconci.
(di Letizia Rogolino - del 2014-12-28)
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