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Privacy

LA PRIVACY È UN DIRITTO DI TUTTI, MA COME COMPORTARSI QUANDO DI MEZZO PUÒ ESSERCI IL TERRORISMO?

Saltato comunque il cosiddetto ‘trojan di stato’

Si può parlare di vera privacy per i cittadini, quando si devono combattere evasione fiscale e terrorismo? Un tema che si è fatto via via più caldo, e che ha soprattutto fatto focalizzare l’attenzione su quanto sia delicata la linea di demarcazione che la legge può tracciare tra i diritti non violabili, e quelli sui quali è possibile ‘chiudere un occhio’ in seguito alle contingenze.

La norma che ha fatto di fatto cancellare il segreto bancario così come lo conoscevamo fino a un pò di tempo fa non ha suscitato grandi polemiche o azioni di protesta, anche se rimangono aperte alcune perplessità sull’efficacia del meccanismo. Ma la norma su quello che è stato ribattezzato il Trojan dello Stato, se non ci fosse stata la giusta dose di attenzione da parte di chi di internet, per fortuna ne capisce, come il deputato Stefano Quintarelli, sarebbe passata in modo praticamente inosservato, senza sollevare il giusto clamore mediatico.

Praticamente con questo provvedimento, tramite remoto, alla polizia sarebbe stata data la possibilità di violare il domicilio informatico dei cittadini italiani, come sottolineato dallo stesso Quintarelli, per qualsiasi azione, tramite appositi programmi, in modo del tutto occulto. A detta di Quintarelli, ma non solo, non ci sarebbe stata la proporzione tra la necessità di violare la privacy per azioni riconducibili al “terrorismo”, e qualsiasi altro impiego di internet captato come una qualsiasi violazione del suo utilizzo, fornendo alla polizia uno strumento senza limitazioni di indagine.

Ma il problema della privacy sarebbe più profondo, come fatto notare dal garante della privacy Soro, anche per il mantenimento dei dati di navigazione da parte dei provider, che è stato esteso a 24 mesi dai 13 attuali. Le perplessità di Antonello Soro sono state bypassate dal governo, arrivando all’approvazione dell’estensione della durata, mentre le preoccupazioni di Quintarelli, echeggiate a tempo di record sul web, hanno ottenuto al momento l’effetto desiderato: lo stralcio della norma dal decreto antiterrorismo.

Gli internauti possono tirare un sospiro di sollievo, e non doversi preoccupare per il futuro? Non sembrerebbe che ci si possa rilassare ancora, in quanto lo stesso portavoce del governo ha fatto sapere che la disposizione sarà ripresa per il decreto sulle intercettazioni, che al momento è ancora al vaglio, affrontando il tema in modo meno pressante. L’augurio è che si ragioni meglio sulle implicazioni e sulla portata che si vorrà dare allo strumento di indagine della polizia, perché non ci sia più il rischio di violazione del domicilio informatico, se non nei casi di chiaro pericolo legato ad azioni terroristiche.

In questo modo l’Italia, oltre ad essere stata a lungo il fanalino di coda per il problema del digital divide (a riguardo scopri le ultime novità su miglioriofferteadsl.com/fastweb-joy.html), metterebbe a segno un altro record negativo: quello del primo paese europeo dove sarebbe legalizzata, in modo indiscriminato, la violazione del domicilio informatico.
(di Redazione - del 2015-04-13) articolo visto 1937 volte

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