GRECIA TRA DEBITI E ACCORDI NON RISPETTATI
Rischio default vicino
La situazione finanziaria della Grecia sta diventando sempre più difficile ed insostenibile anche da un punto di vista formale di quella dovuta correttezza diplomatica nonostante i miliardi di euro concessi in prestito e, derivanti dagli sforzi di tutta l'Eurozona ivi comprese Nazioni in difficoltà.
La Grecia vede il rispetto delle regole dei patti ovvero degli accordi intrapresi come un braccio di ferro sotteso ad intaccare i diritti sociali del suo popolo ma non é così. Ma di sicuro anche essa sa che non é così. La difesa dei diritti dei lavoratori non può essere quella linea del Piave del governo greco, quel limite invalicabile che é stato spostato da parte dell' Eurozona diverse volte in favore di tale nazione, l'attuale governo greco non poteva fare delle promesse al suo popolo che in partenza sapeva di non poter mantenere.
L'Europa vuole il rispetto di accordi indispensabile non solo ad una propria credibilità, ma facente parte di quelle regole che sono servite ad oggi a non far fallire una nazione che già da diverso tempo sarebbe fallita. Non si tratta di due visioni politiche, tra due Europe, se l'Europa sta facendo l'impossibile affinché la Grecia non esca dall' euro é per una coesione che fa parte di un programma. La Grecia che ben ha capito bluffa come se stesse ad un tavolo di poker rilanciando di volta in volta il nulla in una mano che sembra interminabile.
La posta in gioco é altissima ovvero il default finanziario della Grecia e la conseguente perdita di prestigio dell'Europa ad una grexit ovvero all' uscita della Grecia dalla zona euro. In siffatta situazione che potrebbe verificarsi si metterebbe in evidenza un Eurozona non più irreversibile, una debolezza di un seppur forte meccanismo di coesione.
L'Europa al momento é stata accondiscendente a tutte quelle possibili soluzioni a fronte di quella restituzione, sia alla continua richiesta di liquidità di tale governo greco per pagare stipendi e pensioni.
Bruxelles non minaccia di affamare la Grecia chiedendo il taglio di stipendi e pensioni e welfare, ma il giusto rigore a cui tutti gli stati membri si sono adeguati Italia compresa. Sembra che si voglia ricorrere ad un referendum se l'esito finale di una trattativa non trattativa dovesse essere negativo, un limite che non può essere superato ancora una volta.
Il referendum sarebbe un espediente politico tattico per allungare i tempi di un possibile default che sembra ora più che mai vicino, il 70% del popolo greco da sondaggi vuole rimanere nell'euro e vuole sostenere quel giusto grado di sacrifici come sta facendo che sa che deve necessariamente fare.
(di Antonello Laiso - del 2015-05-29)
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