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Sei vie per Santiago

SEI VIE PER SANTIAGO: LA RECENSIONE

I moderni pellegrini lungo un antico percorso. Fonte: www.newscinema.it

Letti a castello, vesciche ai piedi, zaini in spalla e paesaggi mozzafiato. Queste sono le prime cose che vengono in mente pensando al film documentario di Lydia B. Smith, Sei Vie per Santiago. Per molti secoli, la gente ha viaggiato dal nord della Spagna lungo questo cammino. Le persone che intraprendono tale percorso sono principalmente pellegrini, ma anche qualcuno in cerca di qualcosa, magari di una propria crescita interiore. Questo pluripremiato documentario della regista e produttrice americana, potrebbe far emergere il desiderio di intraprendere questo pellegrinaggio, anche a chi non ripone molta fiducia nella religione. La sua realizzazione è avvenuta grazie a delle donazioni fatte da privati, è un lavoro filmico interamente no-profit e ha raggiunto i primi posti nella classifica dei documentari più visti in America nel 2014.

I protagonisti sono persone normali con tanta forza di volontà e una voglia immensa di arrivare alla meta, godendosi però ogni attimo del cammino. Ognuno è dotato di ragioni e motivazioni differenti, ma nel film in qualche modo qualcosa li accomuna, e non si tratta solo dello zaino in spalla e degli stivali ai piedi, ma molto di più: tutti hanno una mente libera e aperta. Il documentario è in parte autobiografico, infatti, nella primavera del 2008 la Smith scelse per ragioni personali di intraprendere il cammino e questa esperienza pare averle cambiato totalmente la vita. Non per questo, il vero protagonista del film è il Cammino, colto in ogni suo singolo aspetto da una fotografia che cattura il bellissimo paesaggio e i suoi panorami mozzafiato. Il film cattura le personalità e le sfide di ciascun pellegrino e la loro trasformazione lungo il percorso. Il cast del film è composto da persone di diversa età, nazionalità e cultura. Tra loro c’è Annie da Los Angeles, che ha intrapreso il cammino per ragioni spirituali e per migliorare se stessa, cercando di soffocare la competitività che da sempre caratterizza il suo carattere. Poi ci sono Jack e Wayne, due pensionati canadesi. Quest’ultimo ha scelto di camminare per la moglie, scomparsa quattro anni prima, per lui il cammino rappresenta il passaggio dal passato al futuro. Le ragioni di Jack sono diverse, la sua scelta di camminare deriva dalla passione per la storia. Misa è un’altra protagonista del film, viene dalla Danimarca e studia scienze motorie all’università. Ha scelto di viaggiare da sola, così da essere più in sintonia con se stessa, per questo non ha portato con se nemmeno il cellulare.

Questo finché non incontra Wiliam, che le farà cambiare totalmente la sua idea sul viaggio. Sam è una donna brasiliana con un passato difficile. Una brutta relazione alle spalle e gravi problemi sul lavoro l’hanno portata alla depressione. Lei, però, non si è data per vinta e prima di iniziare a prendere gli antidepressivi, ha preferito fare un tentativo e intraprendere il cammino, cercando di capire se stessa. Tomas ha 30 anni, è un ragazzo affascinante e giovane, viene da Madrid. Da sempre, è abituato ad avere ciò che vuole, ma il Cammino lo metterà a dura prova, soprattutto a causa dei forti dolori fisici. Infine c’è Tatiana, una madre single di 26 anni. Cammina per la sua devozione a Dio ed è accompagnata da suo fratello ateo, Alexis, e il figlioletto di tre anni. Durante il percorso cercherà sempre di entrare in contatto con Dio sentendolo più vicino, ma i continui litigi con il fratello non renderanno semplice il raggiungimento del suo scopo. Sei storie, una diversa dall’altra, che appassionano costantemente lo spettatore, che senza trucchi riesce a intravedere le difficoltà affrontate da questi moderni pellegrini durante l’antico percorso, il Cammino di Santiago.
(di Francesca R. Gentile - del 2015-05-29) articolo visto 5397 volte

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