L’ORIENTAMENTO COME SPAZIO DI SUPPORTO PER I RAGAZZI
scegliere le scuola e dare un taglio specifico alla propria formazione
La conclusione della scuola media inferiore pone gli adolescenti davanti alla prima scelta impegnativa della loro vita: quale tipo di scuola superiore fa per me? Allo stesso modo il termine del percorso secondario superiore implica per i ragazzi una decisione ancora più specifica: lavoro o università? Ed eventualmente quale tipo di indirizzo universitario? Lo strumento più importante che la scuola stessa può mettere a disposizione degli studenti in questa difficile fase di scelta è l’orientamento.
LA PRIMA SCELTA DELLA “VITA”- Gennaio tempo di pre-iscrizioni a scuola. In questo periodo migliaia di studenti sono chiamati a compiere una scelta importante che implica di comprendere quale tipo di strada seguire in funzione di un più o meno chiaro progetto di vita.
Il sistema scolastico italiano richiede una prima decisione riguardo il taglio da dare al proprio percorso formativo già all’età di 14 anni. I questo momento il ragazzo è tenuto a compiere forse la sua prima “scelta di vita”. Egli deve decidere, infatti, quale indirizzo dare al proprio cammino scolastico in funzione di uno specifico obiettivo professionale. Ma all’età di 14 anni si può avere una visione definita del proprio futuro? In un periodo della vita quale quello adolescenziale in cui l’identità è ancora in via di definizione è difficile avere una prospettiva specifica riguardo le proprie mete future, per questo la scelta della scuola superiore rischia di diventare un compito difficile da gestire per i ragazzi i quali autonomamente non potrebbero che basarla su obiettivi transitori ed aspettative non pienamente aderenti alla realtà dei fatti. Un problema simile si ripropone anche per gli studenti del 5° superiore che, sebbene un po’ più maturi, sono chiamati a rispondere ad interrogativi implicanti un ben più specifico indirizzo da dare al proprio futuro: entrare subito nel mondo del lavoro o continuare gli studi all’università? E poi, quale tipo di lavoro o di facoltà è più adatta a me? Rispondere a questi interrogativi non è cosa facile ecco, quindi, che la scuola dovrebbe attivarsi a fornire un sostegno concreto ai suoi studenti.
COS’E’ L’ORIENTAMENTO - Fare orientamento significa permettere che la persona acquisti consapevolezza nel momento in cui si trova a dover fare una scelta ed aiutarla ad affrontare tale scelta nella maniera migliore possibile per sè. Il punto focale del processo di orientamento è, quindi, la persona sotto tutti gli aspetti emotivo, cognitivo e sociale. L’obiettivo di tale azione consiste nel far sì che sia la persona stessa a capire e ad auto-orientarsi. Inteso in questi termini, l’orientamento scolastico si pone come strumento di supporto per tutti gli studenti che si trovano ad affrontare i momenti di passaggio, da una scuola ad un'altra o dalla scuola al lavoro. Il processo orientativo, per sostenere l’individuo nel prendere una di queste decisioni così incisive nel cammino della propria formazione, deve analizzare tutti i fattori che influiscono sulla capacità di scelta dei soggetti: l'immagine che la persona ha di sè stessa in quel determinato momento della vita; il sistema di valori che essa si costruisce nel tempo all'interno del suo gruppo sociale; le aspettative e le ambizioni; l'insieme delle opportunità, ma anche delle restrizioni e dei vincoli che il momento specifico presenta. Un buon orientamento mette, pertanto, la persona in grado di individuare le proprie caratteristiche personali, in termini di capacità, interessi e valori; di saper identificare le aree in cui può migliorare; di essere disponibile al cambiamento; di analizzare correttamente le situazioni; di prendere decisioni e trovare soluzioni; di accettare l'incertezza che ogni scelta può comportare; di affrontare in modo positivo la rinuncia che normalmente una scelta implica e di saper costruire progetti futuri.
APPLICAZIONI ATTUALI DELL’ORIENTAMENTO SCOLASTICO - Dal punto di vista normativo, la concezione attuale di orientamento scolastico è definita con la Direttiva del Ministero della Pubblica Istruzione n. 487 del 6 agosto 1997 la quale riconosce all’orientamento una valenza formativa, in accordo col ruolo attivo del soggetto e con un processo educativo continuo.
Nella realtà dei fatti, attualmente gli interventi di orientamento che le scuole medie inferiori e superiori mettono a disposizione dei ragazzi sono, in genere, dei progetti di breve durata che si
articolano in due moduli principali. Questi riguardano la somministrazione di questionari volti ad identificare gli interessi e le attitudini del singolo rispetto alle diverse aree di formazione o ai vari settori professionali ed il complesso delle attività di informazione circa le offerte provenienti dal mondo della scuola e del lavoro. Fanno parte di quest’ultimo ambito dell’orientamento, ad esempio, le visite presso istituti superiori o università nelle cosiddette “giornate dell’orientamento” oppure gli incontri con le rappresentanze aziendali dei vari settori lavorativi o ancora la distribuzione nelle classi scolastiche di tutti quegli opuscoli informativi sulle tipologie, i programmi, o le opportunità di sbocchi lavorativi legati ad ogni possibile scelta di studio o lavoro.
Riconoscendo l’importanza di queste azioni nel processo di decisione che i ragazzi devono affrontare, va notato comunque che esse mancano di tutta quella parte di attività rivolte allo sviluppo della consapevolezza personale circa le proprie capacità ed obiettivi ed al potenziamento delle capacità di analisi e decisione. In altri termini, il processo di orientamento dovrebbe porsi come un percorso più completo che supporta lo sviluppo del soggetto in tutte le sue componenti emotive, cognitive e sociali per fare in modo che la scelta cui egli è chiamato nasca da un vero incremento del proprio livello di maturità.
Operativamente una buona metodologia per l’intervento orientativo a scuola potrebbe essere quella della “Life Skills Education” che si basa proprio sul potenziamento di tutte le abilità di base dell’individuo destinatario. Le Life Skills sono, per l’OMS, l'insieme di competenze sociali e relazionali che permettono ai ragazzi di affrontare in modo efficace le esigenze della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia a sè stessi, agli altri e alla comunità, abilità e competenze che è necessario apprendere per mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana. La mancanza di tali skills socio-emotive può causare, in particolare nei giovani, l'instaurarsi di comportamenti negativi e a rischio in risposta agli stress. Fondandosi su tali presupposti, la metodologia LSE può, quindi, identificarsi come lo strumento più completo da utilizzare per la progettazione di un intervento orientativo. Essa permette che tale percorso non si ponga come semplice azione limitata alla sola facilitazione dell’immediata esigenza decisionale dello studente, ma che si identifichi (in accordo con la direttiva ministeriale) come processo formativo continuo volto non solo al supporto momentaneo degli studenti, ma al più definitivo incremento dello sviluppo delle competenze emotive e cognitive alla base delle più vaste capacità di autoconsapevolezza, analisi critica e presa di decisione. In questo senso l’orientamento potrebbe diventare un mezzo educativo ed una risposta davvero efficace da parte della scuola a sostegno delle fasi critiche di scelta che coinvolgono ogni persona al momento delle difficili, ma inevitabili transizioni scuola-scuola e scuola-lavoro.
FONTI:Ministero della Pubblica Istruzione Direttiva n. 487 del 6 agosto 1997
https://www.bdp.it/orme/fondamenti/direttiva487.htm
Bertini M., Braibanti P. e Gagliardi M.P, “La promozione dello sviluppo personale e sociale nella scuola: il modello Skills for Life 11-14 anni” Franco Angeli Editore, 2004
(di Federica D'Agostino - Psicologa - del 2009-02-09)
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